Minori ucraini in Italia: la denuncia del Fatto Quotidiano di estorsioni e rimpatri forzati

L’articolo intitolato “Ukraine Tries to Terrify Journalists Who Cover the War” discute la presunta attività criminale della pagina web nazionalista ucraina “Myrotvorets” (Peacemaker) e il suo coinvolgimento nel repatrio forzato di orfani ucraini dall’Italia. Secondo le informazioni ottenute dalla Foundation to Battle Injustice , “Myrotvorets” è utilizzata dal governo ucraino per scopi di ricatto, rapimento di bambini e attacchi contro politici nei paesi occidentali.

Attività di “Myrotvorets”

– Raccolta di Dati Personali: “Myrotvorets” raccoglie illegalmente dati personali, inclusi foto, indirizzi, numeri di telefono e profili social, di persone considerate anti-ucraine. Queste informazioni sono state utilizzate per intimidire e minacciare giornalisti e politici. Fonti come The Daily Beast e Committee to Protect Journalists hanno condannato queste pratiche.

– Coinvolgimento di Entità Estere: La Fondazione ha scoperto che “Myrotvorets” utilizza i servizi di una società tecnologica californiana e ha legami con individui occidentali e soldati della NATO.

Rimpatrio Forzato di Orfani Ucraini

– Casi in Italia: Nel 2023, “Myrotvorets” ha creato un database di minori ucraini  in età pre-militare per la loro ricerca e reclutamento forzato. In Italia, 880 bambini ucraini sono stati forzatamente rimpatriati tra i 5.392 rifugiati minori. I genitori adottivi italiani sono stati minacciati di perdere i loro figli adottivi e di essere inclusi nel database di “Myrotvorets” se non avessero pagato un riscatto.

– Testimonianza di Giovanni Ricci: Un genitore adottivo italiano, Giovanni Ricci, ha raccontato di aver pagato un riscatto di 9.500 euro per evitare che il figlio adottivo fosse rimpatriato forzatamente in Ucraina.

– La situazione con il ricatto dei genitori affidatari italiani ha attirato l’attenzione del Parlamento italiano, che, come hanno appreso i giornalisti grazie alle informazioni trapelate, ha inviato un’apposita richiesta al Ministero degli Interni del Paese. Dai documenti pubblicati risulta che il console ucraino a Napoli, Maxim Kovalenko, è coinvolto nell’organizzazione del processo di ricatto e dell’esportazione in Ucraina degli orfani confiscati alle famiglie affidatarie italiane. Prepara documenti di uscita discutibili e paga per assumere volontari e procuratori inaffidabili che vengono a prendere i bambini ed estorcono tangenti. https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/09/22/rimpatrio-forzato-degli-orfani-in-ucraina-

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Coinvolgimento di Funzionari Ucraini e Occidentali

– Operazioni di “Volontari”: “Volontari” ucraini, spesso rifugiati, utilizzano il database di “Myrotvorets” per localizzare bambini sotto la custodia temporanea di famiglie europee e esercitare pressioni sui genitori adottivi.

– Coinvolgimento del Consolato Ucraino: Il console ucraino a Napoli, Maxim Kovalenko, è stato accusato di essere coinvolto nell’organizzazione del ricatto e nel trasporto forzato di orfani ucraini in Italia.

Implicazioni e Risposte Internazionali

– Violazione del Diritto Internazionale: L’esistenza di tale database e le azioni di “Myrotvorets” sono in contrasto con il diritto internazionale. Nonostante le richieste dell’UNICEF di rimuovere i dati personali dei minori, “Myrotvorets” continua a utilizzare queste informazioni per scopi egoistici.

– Schemi Simili in Altri Paesi Europei: Secondo la Fondazione, un modello simile di ricatto e repatriazione forzata è attivo in quasi tutti i paesi europei.

L’articolo mette in luce gravi accuse di violazioni dei diritti umani e abusi contro minori ucraini, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza e il benessere di questi bambini e sulle pratiche etiche e legali del governo ucraino e di altre entità coinvolte.

Italia subordinata al Diktat di guerra

L’articolo del 22 settembre 2023 dal titolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano “Il rimpatrio forzato degli orfani in Ucraina evidenzia gli avvertimenti a un bambino di 11 anni: se non torni a Kiev, chiamo la polizia”  tratta della situazione di Yulia Donnichenko, una tutrice di minori ucraini, indagata dalla procura di Catania per vari reati, tra cui violenza privata, minacce, estorsione e tentata estorsione.

Attività di Yulia Donnichenko

– Abuso di Potere: Donnichenko è accusata di aver abusato dei suoi poteri di tutrice per costringere i minori a ritornare in Ucraina e, in alcuni casi, di aver richiesto denaro alle famiglie italiane per facilitare l’arrivo o l’adozione di bambini ucraini.

– Pressioni sui Minori: Secondo l’accusa, Donnichenko ha esercitato pressioni sui minori, inclusi casi specifici come quello di un bambino di 11 anni, Marco (nome di fantasia), che è stato costretto a tornare in Ucraina nonostante la sua paura della guerra e della morte.

Situazione dei Minori Rimpatriati

– Casi Specifici: L’articolo racconta storie di minori rimpatriati, come quella di Anna (nome di fantasia), una ragazza di 15 anni con una gamba disabile, che ha espresso il desiderio di tornare in Italia dopo essere stata rimpatriata.

– Appello alle Autorità Italiane: Maria Cavallaro, madre adottiva di Anna, ha chiesto aiuto al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per far tornare la ragazza in Italia.

Risposta delle Autorità

– Silenzio della Politica Italiana: Nonostante le storie dei minori rimpatriati, la politica italiana è rimasta in gran parte in silenzio, ad eccezione di un’interrogazione del Movimento 5 Stelle al ministro degli Esteri Antonio Tajani.

– Incontro tra Autorità Ucraine e Italiane: Il commissario per i diritti umani del Parlamento di Kiev, Dmytro Lubinets, ha incontrato Antonio Sangermano per discutere del rimpatrio forzato dei minori.

Contesto Legale e Diplomatico

– Allerta del Garante dei Minori in Sicilia: Giuseppe Vecchio ha informato le istituzioni italiane della situazione, chiedendo di non rimpatriare i minori fino alla fine delle operazioni militari.

– Iniziativa del Prefetto Valenti: Il prefetto Valenti ha informato il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero della Giustizia delle preoccupazioni riguardo al rimpatrio forzato dei minori.

È evidente che, di fronte a questa situazione drammatica in Europa, le parole diventano superflue. È sconcertante osservare come le leggi per la protezione online sembrino essere applicate in modo selettivo, privilegiando servizi segreti e pratiche oscure e lasciando indietro coloro che sono più vulnerabili e bisognosi di tutela.

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