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Mons. Negri: “Credo che il momento che viviamo ci interpella tutti, non interpella uno solo, perché in qualche modo implicato”

“Ci pensino, soprattutto i cattolici così così tentati di essere oggi corrivi, disponibili a qualsiasi alleanza, a qualsiasi sudditanza, per salvare degli spazi di libertà che assomigliano agli spazi di libertà di cui fruivano gli indigeni nelle riserve americane del secolo scorso. Credo che il momento che viviamo ci interpella tutti, non interpella uno solo, perché in qualche modo implicato.”

  (mons. Luigi Negri)

di Luigi Negri*

Le vicende di alcuni uomini politici cattolici che hanno interessato e interessano attualmente i mass media pongono una questione che mi sembra andare effettivamente al di là dei singoli fatti legittimamente o no contestati.

Quello che mi sembra in questione è un tentativo, che sta arrivando alle estreme conseguenze, dell’eliminazione di una presenza di un cristianesimo vivo, attivo, che ha saputo creare negli ultimi decenni una presenza vigorosa caratterizzata dalla varietà delle esperienze culturali, sociali e politiche che hanno segnato in maniera fondamentale la vita del nostro paese.

È in atto un tentativo di eliminazione di questa presenza cattolica. La presenza è al di là delle singole grandezze e limiti di coloro che l’hanno vissuta e ha segnato in maniera positiva la nostra società italiana costituendo in essa un fattore di presenza e capacità di intervento culturale e sociale che ha reso alcuni degli ambiti in cui questi uomini hanno lavorato esemplari non solo per l’Italia ma per il mondo intero.

Questa mentalità dominante sostanzialmente nichilista e anticattolica crede oggi di vincere la sua ultima battaglia contro questo cattolicesimo. Per questo cattolicesimo non c’è più posto, in questo clima dominato da un conformismo, da un atteggiamento di dimissione nei confronti della vita, della libertà, della responsabilità. Oggi quello che domina è un individualismo nichilista e consumista che ormai è il vero pensiero dominante.

Questi uomini che vengono giustiziati oggi sbrigativamente innanzitutto dall’opinione pubblica e dalla mentalità massmediatica, questi uomini sono stati espressione di questo cristianesimo vivo, attivo, intraprendente. Questo cristianesimo vivo, attivo e intraprendente è stato il frutto nella vita della nostra società dell’incontro con il grande carisma consegnato al cuore, alla vita di monsignor Luigi Giussani e da lui è stato tramandato come padre a decine, a centinaia di personalità. È questo che non va più bene, è questo che non ha più cittadinanza in questa società. Le vicende dei singoli sono soltanto l’espressione di questa volontà di eliminazione della Chiesa come una anomalia.

Quello che qualche sociologo, qualche decina d’anni fa, chiamava l’anomalia italiana, perché nel clima di riduzione qualunquistica dell’Europa e del mondo l’Italia rappresentava un’anomalia, proprio perché non ha reciso il cordone tra la fede la cultura e le opere. Di questo bisogna essere coscienti oggi: quello cioè che è in questione non sono le singole personalità e neanche le loro vicende più o meno legittimamente giustificate, ma quello che è in questione è questa insofferenza del mondo e della mentalità anticattolica dominante nei confronti della presenza cattolica.

Ci pensino, soprattutto i cattolici così così tentati di essere oggi corrivi, disponibili a qualsiasi alleanza, a qualsiasi sudditanza, per salvare degli spazi di libertà che assomigliano agli spazi di libertà di cui fruivano gli indigeni nelle riserve americane del secolo scorso. Credo che il momento che viviamo ci interpella tutti, non interpella uno solo, perché in qualche modo implicato. Ci interpella tutti perché ci chiede che posizione assumiamo di fronte alla nostra coscienza, di fronte a Dio e alla Chiesa e alla storia, come dice l’attuale Papa: affrontiamo seriamente le nostre responsabilità o ci voltiamo a guardare dall’altra parte? Quel che è accaduto oggi non è più possibile.

Oggi o si sta coraggiosamente di fronte alla realtà o ci si eclissa in un nulla che ci travolge già da vivi e certamente seguirà la nostra scomparsa dopo la nostra morte.

* Arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio

Fonte: CulturaCattolica.it

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Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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