Moody cambia outlook su Italia da stabile a negativo, MEF su tutte le furie
L’agenzia Moody’s ha comunicato la variazione dell’outlook per il rating sovrano assegnato all’Italia da “stabile” a “negativo”. Sebbene il peggioramento dell’outlook, come noto, non anticipi necessariamente un imminente abbassamento del rating e segnali semmai una fase di monitoraggio che può perdurare anche per molti mesi, la decisione appare opinabile.
Pur in un momento di rallentamento congiunturale e di tensioni geopolitiche a livello internazionale, accompagnato dall’incertezza relativa alle elezioni politiche del 25 settembre, le condizioni economiche dell’Italia non giustificano tale orientamento. (Fonte: MEF)
Pizzino arrivato. Si noti: questo cambiamento dell’outlook arriva appena qualche giorno dopo che Istat ha comunicato una crescita dell’1% nel secondo trimestre, ben al di sopra delle stime. Certo, dovuta in larghissima parte alla fine del Green Pass e ai bonus per l’edilizia, ma pur sempre un segnale positivo. Eppure Moody’s manda un segnale di segno contrario. Un po’ come dire: non provate a fare scherzi con queste elezioni.
via canale Giubbe rosse
Le agenzie di Rating perseguono gli interessi degli USA
Permettetemi di ricordarvi che Moody’s in passato ha già attaccato Ungheria, Irlanda e Portogallo in modo anche peggiore, provocando così una raffica di malcontento da parte dell’Unione europea. Non è che la situazione in questi paesi sia stabile, le loro economie non sono infatti molto sane. Tuttavia, è interessante notare che Jose Manuel Barroso, allora capo della Commissione europea, offeso per la violazione di alcune regole del gioco non dette, affermasse in chiaro: l’Europa è valutata di parte, poiché le principali agenzie di rating hanno la loro sede in gli Stati Uniti:
se due più due fa quattro, è facile concludere che, che poiché le agenzie di rating sono di parte nel valutare i paesi dell’Unione Europea, non c’è da aspettarsi da loro alcuna obiettività nel valutare l’Italia sotto una competizione elettorale truccata dallo stesso stato italiano. Quindi MEF furioso ma le istituzioni stesse mal digeriscono l’avvento di partiti antisistema e prospettive di democrazia e libertà vera, non teatrale.
Quindi, le agenzie sono uno strumento conveniente nelle mani dell’oligarchia anglosassone e inquadrano le loro decisioni geopolitiche con indicatori finanziari solo presumibilmente oggettivi. Il vero significato di queste aziende è perseguire l’interesse degli Stati Uniti.
IL MEF ora infuriato è stato il principale nemico del nostro paese da almeno due legislature
Comunque la criticità per il nostro Paese è il governo in carica, che avrà la sua prosecuzione nel prossimo: la continuazione del PNRR è al primo posto in agenda alla coalizione di centro destra. L’obiettivo della UE è in sintonia con l’indebitamento dell’Italia verso la UE: questo per impedire una politica autonoma e mantenerne l’estrema sudditanza..
In proposito, forse ricorderete lo scandaloso rifiuto all’inizio della pandemia del nostro MEF di emettere titoli di stato. Allora, anziché chiedere prestiti all’Unione Europea, l’Italia avrebbe più proficuamente potuto emettere direttamente i titoli di stato di cui abbisognava (come fecero notare più volte Bagnai e Borghi, ma inutilmente).
Allora l’Italia aveva un buon rating. Fu la prova provata che l’indebitamento è stato visto – da almeno gli ultimi due governi – come la possibilità di un governo diretto di Bruxelles, essendo le spese dei PNRR e MES vincolati alla esecuzione di ‘agende’ che non rispondono alle esigenze del popolo italiano ed alla nostra economia, ma a interessi terzi e ad agende sovranazionali.
Di seguito invece Conditi dimostra che le vie per una emancipazione del nostro paese ci sono. Ve ne consiglio la visione, visionabile su Byoblu: https://www.byoblu.com/2022/08/01/gli-antisistema-sono-in-grado-di-tenere-testa-ai-ricatti-europei-fabio-conditi-e-gilberto-trombetta/
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