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Il Cremlino ha definito come “inammissibili” le minacce proferite ultimamente dagli USA contro la Siria, con il pretesto di presunti preparativi di Damasco per realizzare un “attacco chimico”.
“Consideriamo di sicuro inammissibili le minacce di questo tipo contro il Governo legittimo della Siria”, ha denunciato questo Martedì il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, dopo che la Casa Bianca aveva accusato il Governo siriano di avere in preparazione un “nuovo”attacco chimico ed aveva minacciato che, in caso di attuazione, “le autorità siriane avrebbero pagato un caro prezzo”, aveva detto Donald Trump.
Un evidente tentativo da parte USA di imbastire una nuova “false flag” per avere un pretesto utile per bombardare la Siria. Un qualche cosa di simile a quanto avvenuto in Aprile quando dalla flotta USA furono lanciati 59 missili da crociera contro la base aerea siriana di Al-Shairat (Homs).
I russi hanno risposto per le rime ed hanno smentito le affermazioni di Washington, ricordando che anche l’attacco chimico realizzato il 4 Aprile a scorso a Jan Sheijun (Idlib) fu in realtà fu una messa in scena creata dagli stessi terroristi (tramite gli “Elmetti Bianchi”) di cui mai il Pentagono ha fornito le prove mentre, ricercatori indipendenti fra cui il Mit di Boston, hanno dimostrato che non ci fu un attacco chimico effettuato dagli aerei siriani ma che gli agenti chimici erano nel deposito dei terroristi.
Peskov ha segnalato che dono possibili nuove provocazioni con ‘utilizzo di armi chimiche che sono disponibili negli arsenali di cui dispongono i gruppi jihadisti (sostenuti da USA e ed Arabia Saudita). Altrettanto decisa la smentita delle autorità siriane che hanno ribadito come tutte le armi chimiche a esistenti negli arsenali di Damasco furono consegnate nel 2016 sotto la supervisione del OPAQ (Organizzazine Internazionale) e cn la garanzia di un gruppo di osservatori internazionali.
Attualmente i canali di comunicazione fra la Russia e gli USA sono stati interrotti dopo l’abbattimento dell’aereo siriano Su-22 avvenuto ad opera di due caccia della marina USA il 19 di Giugno, senza alcuna giustificazione. Il Comando russo ha comunicato da allora che qualsiasi aereomobile dovesse sorvolare i cieli dell’Est della Siria, senza autorizzazione, sarà considerato un obiettivo militare. Due giorni fa, la contraerea siriana ha abbattuto un drone USA che si trovava in fase di sorvolo sulla zona di Latianka.
La Russia lancia un messaggio alla NATO con il lancio di un missile balistico Bulava
Il 26 Giugno, dal sottomarino strategico russo Yuri Dolgoruki, è stato lanciato un missile balistico intercontinentale con capacità nucleare che ha colpito gli obiettivi prestabiliti nella zona del polígono de Kurá, nella península de Kamchatka., all’estremo est della Siberia. Il missile ha una capacità di gittata che varia fra gli 8.000 ed i 10.000 Kilometri e costituisce una delle armi più temibili della Marina Russa. Il missile è stato lanciato mentre il sottomarino si trovava in stato di immersione.
L’analista militare ed esperto, Víktor Baranets, ha commentato in una intervista che il lancio di questo missile, in un periodo di forti tensioni fra la Russia e gli USA, costituisce un messaggio indiretto all’Occidente che vuole indicare che Mosca mantiene la sua Armata ed il suo Esercito in stato operativo e che la Marina da Guerra russa sta ricevendo questi nuovi armamenti letali di cui saranno dotate varie unità della flotta sottomarina russa.
Questo lancio costituisce anche un monito alla politica avventurista della NATO che sta conducendo una corsa agli armamenti ed installazione di basi militari direttamente ai confini della Federazione Russa, fatto che viene giudicato una “provocazione” da parte delle autorità russe.
Fonti: Hispantv
Traduzione e sintesi: Luciano Lago
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