Secondo il sito israeliano Debka File (vicino ai servizi di intelligence di Tel Aviv) la Russia ha comunicato, a conclusione dei colloqui di Astana, che la prossima sessione di negoziati si terrà a Teheran. La delegazione USA è rimasta ‘sorpresa’ di questa inaspettata mossa di Mosca. In verità, le implicazioni politiche sono rilevanti: è chiaro che se si procederà al trasferimento dei negoziati di pace da Astana a Teheran, né i gruppi di opposizione armata, né gli USA parteciperanno ai prossimi negoziati.
Però in realtà, visto le intenzioni statunitensi, la decisione di Mosca non è ‘campata in aria’. Nelle ultime settimane la cronaca ha registrato i numerosi attacchi ingiustificati delle forze armate USA alle forze siriane. Il tutto è avvenuto insieme alla costruzione di ben nove basi statunitensi in Siria. La politica americana in Siria è stata finora contrassegnata dalla propensione americana di risolvere il conflitto – mascherato come sempre dietro al paravento delle giuste aspirazioni di democrazia dei popoli – per via militare con false flag e infingimenti di collaborazione.
Se qualcuno avesse qualche dubbio su questo giudizio, potrà guardare gli ultimi fatti di cronaca: ultimamente gli USA hanno preparato un’altro attacco preventivo sul modello iracheno nella guerra del Golfo (è noto che Washington ha attaccato Bagdad dietro l’accusa di inesistenti armi chimiche di sterminio di massa).
La Russia per queste ragioni, ha escogitato una più proficua via, alternativa al confronto militare distruttivo diretto con gli Stati Uniti .
Per il ben informato sito israeliano Debka File (vicino ai servizi di intelligence israeliani) la decisione russa corrisponde ad una implicita ammissione del sostegno ‘mascherato’ della Russia all’Iran. E’ un punto di vista valido ma non tiene conto di quanto viene mascherato quotidianamente dalla parte contrapposta. Non si tiene in considerazione che più semplicemente Mosca potrebbe aver considerato il gesto, come un giusto riconoscimento ad un alleato strategico e come una mossa da contrapporre alla sempre più chiara invadenza della ondivaga politica americana.
Vedremo ora quali saranno le reazioni Usa ma per adesso – in attesa dell’incontro tra Putin e Trump – ci si è limitati a mostrare disappunto: il portavoce del Dipartimento di Stato Heather Nauert ha detto infatti che la Russia non fa sforzi sufficienti per risolvere il conflitto.
Peccato però Heather Nauert non abbia detto tutta la verità: la ‘risoluzione’ del conflitto nel modo che dice lui, coinciderebbe con il cedere parte della sovranità della Siria, ai paesi del Golfo, ad Israele ed alla Turchia.