A marzo l’amministratore della NASA Jim Bridenstine ha fatto un discorso al Kennedy Space Center dove ha discusso il futuro della NASA, in termini di budget, progetti in corso e progetti futuri.
Il budget proposto dall’amministrazione Trump per la NASA è stato di 21 miliardi di dollari, circa 500 milioni in meno rispetto a quanto assegnato dal congresso nel 2019, ma 100 milioni in più di quanto richiesto dallo stesso Trump nel 2018 per il 2019. Con la nuova proposta vengono suggeriti tagli sostanziali allo sviluppo dello SLS, la riduzione del mantenimento delle operazioni in corso, la cancellazione del progetto WFIRST e tagli agli studi nell’ambito dell’astrofisica per poter accelerare lo sviluppo del gateway lunare LOP-G.
Voce | Bilancio 2019 (milioni di dollari) |
Proposta 2020 (milioni di dollari) |
Attività scientifiche | 6.906 | 6.303 |
Esplorazione | 5.050 | 5.021 |
Tecnologie spaziali | 927 | 1.014 |
Operatività | 4.639 | 4.285 |
Aeronautica | 725 | 666 |
Divulgazione STEM | 110 | 0 |
Sicurezza e Servizi | 2.755 | 3.084 |
Regolamentazioni | 348 | 600 |
Totale | 21.500 | 21.019 |
Durante l’amministrazione Trump, il congresso ha sempre bocciato le proposte del presidente sul finanziamento alla NASA, garantendo all’agenzia federale un budget più adeguato. Il congresso si dovrà esprimere ad ottobre del 2019 per deliberare il budget NASA 2020.
Il presidente degli Stati Uniti vorrebbe che l’agenzia spaziale dedicasse più risorse all’esplorazione umana a scapito delle attività scientifiche e dell’osservazione della Terra, come constatato nel 2017 con la prima direttiva in ambito spaziale. Già dal 2018 Trump aveva proposto la cessazione delle attività per il progetto WFIRST e di molte altre legate all’osservazione della Terra, soprattutto quelle che riguardavano il monitoraggio del clima. La sua ambizione era di portare il primo uomo su Marte entro la fine del suo secondo ipotetico mandato, ridimensionata recentemente con la volontà di tornare sulla Luna entro il 2024. Nella visione politica di Trump, le attività spaziali devono essere uno strumento per esprimere la potenza degli Stati Uniti sia nell’ambito tecnologico che militare. Sotto il dipartimento della difesa, nel 2018, istituì lo United States Space Command, un’unità militare per la difesa del patrimonio militare americano nello spazio.
La decisione della presidenza sul budget NASA potrebbe non essere l’ultima. In un recente intervento, il vice presidente degli Stati Uniti, Mike Pence, ha imposto alla NASA un’accelerazione del programma lunare. Bridenstine ha colto l’occasione per dialogare con la presidenza, e ha dichiarato che Trump potrebbe presto proporre un emendamento al budget, addirittura entro metà aprile, per consentire lo sviluppo delle attività per lo sbarco sulla Luna. L’obiettivo ambizioso del 2024 sconvolge, e non di poco, budget e progetti in casa NASA.
Pence ha ribadito un concetto politicamente fastidioso: sono bastati 8 anni per andare sulla Luna nel 1969, non ne possono servire 11 nel 2019. La storia non è nuova, un discorso simile era già stato fatto nel 1989 e nel 2004 dai Bush, padre e figlio, simile nella forma e nei contenuti, ruotando attorno al concetto di base permanente sulla Luna come rampa di lancio per Marte. Il costo economico di un’accelerazione del programma lunare dovrebbe essere compreso tra i 2 e i 4 miliardi di dollari in più ogni anno, da trovare con un finanziamento extra o un taglio ulteriore ad altri dipartimenti. Entrambe le soluzioni potrebbero essere difficili da digerire per il congresso.
Politicamente la soluzione si complica se si guardano meglio i dettagli: il piano è di usare il LOP-G come base per scendere sulla superficie con un lander composto da 3 parti: un modulo di trasferimento, un modulo di discesa e un modulo di risalita. Nulla di tutto ciò esiste al momento. Affidare alla NASA il compito di progettare e costruire i vari componenti è un’impresa ardua, soprattutto per quanto riguarda i tempi serrati che sono stati imposti. Sarà fondamentale la collaborazione delle aziende private, che però dovranno iniziare a lavorare il prima possibile per riuscire a rispettare i tempi, e potrebbe essere già tardi.
Quanto in là si potrà spingere la collaborazione con le aziende private? Bridenstine ha affermato che il miglior modo per costruire il gateway lunare LOP-G è di usare il razzo SLS in fase terminale di costruzione. Tuttavia SLS ha già accumulato negli anni lunghissimi ritardi e non è escluso che non ne accumulerà altri. Infatti, la data del lancio inaugurale, fissata al 2020, rischia già di slittare. Relegare ai privati il lancio della navicella Orion per il trasporto umano, a spese di SLS porterebbe a uno scontro sicuro con i grandi elettori dell’Alabama, dove è basato il Marshall Space Flight Center, il centro dove sta venendo realizzato il razzo super pesante, il che metterebbe a rischio l’intero programma cui obiettivo è il ritorno sulla Luna. Bridenstine ha anche dichiarato che con il razzo Delta IV o con il Falcon Heavy, o una combinazione di entrambi, si potrebbe portare la navicella Orion in orbita lunare. Questo però implicherebbe una serie di modifiche da apportare sia ai razzi che al modo in cui vengono assemblati, passando anche dalle piattaforme di lancio e tanti altri dettagli che non sono stati ancora completamente presi in considerazione: puntare su questa soluzione potrebbe richiedere più tempo e denaro che non completare lo SLS.
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