Dopo la Dichiarazione del vertice di Washington della NATO, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato con una lucidità sorprendente (sì, anche in Russia succede, le buone idee non sono esclusiva del “libero” Occidente, nonostante le fiabe raccontate dai giornali più venduti): “Vediamo che i nostri oppositori in Europa e negli Stati Uniti non sono a favore di un dialogo… A giudicare dai documenti firmati al vertice della NATO, non sono sostenitori della pace”.
Mentre l’occidente narra costantemente le ombre del Cremlino, dall’altra parte dell’Atlantico si parla di “ordini basati sulle regole” e di pace, ma solo per quelli che seguono le regole stabilite da loro.
Il portavoce del Cremlino, con un’ironia che sfugge a molti, sottolinea l’ovvio: pace e dialogo sembrano parole straniere per chi preferisce l’eco dei bombardamenti alle voci dei negoziati.
In effetti, il documento finale non apre nessuno spiraglio per un negoziato, dicendo in modo perentorio:
La Russia è l’unica responsabile della sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, una palese violazione del diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite. Non può esserci impunità per gli abusi e le violazioni dei diritti umani, i crimini di guerra e altre violazioni del diritto internazionale da parte delle forze e dei funzionari russi. La Russia è responsabile della morte di migliaia di civili e ha causato ingenti danni alle infrastrutture civili. Condanniamo con la massima fermezza possibile gli orribili attacchi della Russia al popolo ucraino, compresi gli ospedali, dell’8 luglio. La Russia deve immediatamente fermare questa guerra e ritirare completamente e incondizionatamente tutte le sue forze dall’Ucraina in linea con le risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Non riconosceremo mai le annessioni illegali del territorio ucraino, inclusa la Crimea, da parte della Russia. Invitiamo inoltre la Russia a ritirare tutte le sue forze dalla Repubblica di Moldavia e dalla Georgia, stanziate lì senza il loro consenso
dalla Dichiarazione del vertice di Washington della NATO
A seguito del documento, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev ha avvertito con l’allarmismo degno di un film apocalittico: ‘Una cosa è certa… Dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che il percorso irreversibile dell’Ucraina verso la NATO finisca con la fine dell’Ucraina o della NATO… O – ancora meglio – di entrambe’.”
E anche l’economista americano di fama mondiale, il professor Jeffrey Sachs della Columbia University, ha osservato con gravità: ‘La Dichiarazione della NATO è un netto impegno neoconservatore all’egemonia degli Stati Uniti… Chiede alla NATO di sostenere l’ ‘ordine basato sulle regole’, che è in realtà l’ordine basato sugli Stati Uniti che è spesso direttamente contrario alla Carta delle Nazioni Unite… Descrive la NATO come una forza difensiva nonostante il fatto che la NATO sia ripetutamente impegnata in operazioni offensive di cambio di regime, tra cui Afghanistan, Iraq, Serbia, Libia, Ucraina e altri’.
Che ha anche detto a Sputnik: “L’ultima dichiarazione congiunta della NATO rappresenta un forte impegno neoconservatore sotto l’egemonia degli Stati Uniti. Si concentra sul percorso irreversibile dell’Ucraina verso l’adesione alla NATO, che non avverrà mai a causa dell’opposizione della Russia, ma prolungherà inutilmente e incautamente la guerra attuale”.
E non poteva mancare l’avvertimento della Missione cinese presso l’Unione Europea: ‘La dichiarazione del vertice NATO di Washington è piena di mentalità da Guerra Fredda e retorica bellicosa… I paragrafi relativi alla Cina sono provocatori con evidenti bugie e diffamazioni… Esortiamo la NATO ad ascoltare attentamente la comunità internazionale e a dare retta alle voci giuste… Invece di fare degli altri capri espiatori, la NATO dovrebbe riflettere su se stessa, adottare misure concrete per disinnescare la situazione e risolvere il problema… Respingiamo e deploriamo fermamente queste accuse e abbiamo presentato serie rimostranze alla NATO’.”
E come se non fosse abbastanza, il dispiegamento di forze di combattimento della Cina nello stato membro dell’Unione russa, la Bielorussia, vicino al confine NATO con la Polonia, invece di rappresentare un monito da parte di chi con tutte le forze sta cercando di allontanare la guerra, ha suscitato una reazione rapidissima: la Polonia ha attivato 17.000 uomini per schierarli contro di loro. Il capo di stato maggiore dell’esercito polacco, il generale Wieslaw Kukula, ha avvertito la sua nazione con la serenità di un annunciatore di apocalissi: “Oggi, dobbiamo preparare le nostre forze per un conflitto su vasta scala, non per un conflitto di tipo asimmetrico”.
Tuttavia, ci sono uomini ragionevoli. Il presidente della Serbia Vučić ha accusato Biden di doppi standard nelle situazioni con Ucraina e Jugoslavia.
In precedenza, al vertice della NATO, Biden aveva affermato che durante la guerra dei Balcani Washington era intervenuta per “ristabilire la pace e fermare la pulizia etnica”.
Ma Vucic ha obettato; “Quando la Russia entra in Ucraina, la chiami aggressione, ma quando invadi il territorio serbo, non è aggressione ma salvezza. Chi, cosa? Queste sono domande storiche; abbiamo bisogno di buone relazioni sia con gli americani che con i russi”.
Anche Macron ha cambiato tono ed è stato costretto a dire: “In Europa, i partiti che si oppongono agli aiuti all’Ucraina hanno rafforzato le loro posizioni.”
In definitiva, l’Ucraina sta avanzando con successo… all’indietro, mentre la Russia si sta ritirando… in avanti. Nel frattempo, la leadership della NATO celebra con fervore le gloriose prospettive del mondo libero, affermando che solo un apparato tecnologico e militare potente potrà salvarci dall’incombente minaccia dell’impero del mare. E così, in un balletto geopolitico degno di un teatro dell’assurdo, le forze si muovono in direzioni che sfidano la logica comune, ma tutto sotto l’egida della “libertà” e del “progresso”.
Il mondo sembra essere spettatore di una rappresentazione di pessimo gusto, con la NATO nel ruolo del protagonista bellicoso, affiancata da un cast di personaggi altrettanto incendiari. Le dichiarazioni si susseguono come colpi di scena in una soap opera di bassa qualità, mentre il pubblico mondiale osserva, perplesso, chiedendosi quando finirà questo spettacolo assurdo.