Tre giorni prima della sua morte, Lyudmila Ivanovna Navalnaya, la madre di Navalny, venne alla colonia penale presso Charp, nell’Artico russo in Siberia (da dove è detenuto da dicembre 2023). Portò con sé saluti, dolcetti e regali di amici e collaboratori. Secondo la madre, durante l’incontro, suo figlio era sano, di buon umore nonostante tutto.
I media mainstream escludono che questa visita possa essere anche ipoteticamente correlata alla morte . Secondo altre fonti russe, l’ultimo che ha visto Navalny è stato l’avvocato , il giorno prima della morte.
Insomma non sembra proprio un regime di massimo isolamento. Provate a portare ad Assange i dolcetti… oppure immaginate che Assange possa usare Instagram (cosa che Navalny faceva). Ecco alcuni suoi messaggi: https://meduza.io/feature/2024/02/17/instagram-alekseya-navalnogo-obrazets-togo-kak-dazhe-samye-tyazhelye-ispytaniya-prohodit-s-ulybkoy
Tuttavia, Navalny lamentava che spesso era confinato in cella di rigore:
Per contro, (ma ho verificato personalmente), Navalny dal carcere aveva accesso a Internet e curava un suo profilo Instagram e X (ex twitter) .
E’ antipatico ed ingiusto fare casistiche su questo tema . Ma difficile che questa detenzione, per quanto dura, possa essere paragonata all’isolamento totale di Assange.
Ma la pubblicazione russa ‘Lenta’ riporta che “la Commissione di monitoraggio pubblico di Yamal aveva dichiarato che Navalny non si era lamentato della sua salute. A sua volta, il difensore civico regionale Andrei Nesteruk ha riferito di non aver ricevuto alcuna denuncia sulle condizioni di detenzione nell’IK-3 né dal prigioniero né dai suoi rappresentanti. Inoltre, il 15 febbraio, il condannato ha preso parte tramite collegamento video alle sedute del tribunale Kovrovsky della regione di Vladimir “.
Invece, in questo video di Politeka, (media su economia e politica. Una delle risorse più lette in Ucraina), girato prima della morte di Navalny , un suo sostenitore esprime il timore che il “regime” continuerà a degradare senza che l’opposizione possa fare molto, a meno che non emergano notizie tragiche e irreversibili, probabilmente riferendosi alla situazione di Navalny in carcere.
Nel primo minuto: “L’opposizione si unirà solo se nel prossimo futuro arriveranno notizie tragiche irreversibili dal carcere”.
– “Vuoi dire… stai alludendo a Navalny?!”
– “…(il personaggio canticchia e scuote la testa irritato)…”
Viene menzionato il sostegno a Navalny sia all’interno che all’esterno della Russia, sottolineando l’importanza di non permettere al potere di commettere crimini contro di lui, come già tentato in passato. Tano per dire che se i media mainstream si sforzassero un po’ in tutte le direzioni , forse farebbero un lavoro migliore…
A fronte di tutto questo, Yulia Navalnaya ha avviato Twitter e si è rivolta al popolo russo: https://twitter.com/yulia_navalnaya
Nel suo account X Yulia Navalnaya direttamente Vladimir Putin di aver ucciso suo marito e promette di continuare il lavoro dell’opposizione.
L’attenzione verso la figura di Alexei Navalny sembra essere un fenomeno prevalentemente occidentale, dove media e istituzioni ne amplificano la portata. In Russia, è probabile che solo una piccola frazione della popolazione, forse intorno al 5%, si dedichi attivamente al suo caso. In Ucraina, invece, le priorità sono diverse e più pressanti, sebbene il governo possa valutare l’impatto delle notizie su Navalny in termini di potenziale danno per la Russia.
L’Antidiplomatico osserva che alcuni tentano di ravvivare le tensioni in Ucraina, che sembravano attenuarsi dopo gli eventi di Adviika, con l’obiettivo di spingere verso un conflitto di portata globale. Questa dinamica sottolinea una realtà in cui l’attenzione si concentra su un singolo individuo, elevato a simbolo dall’Occidente, mentre si trascura la situazione di migliaia di persone in aree come Gaza e Siria, che soffrono le conseguenze del disinteresse occidentale per il diritto internazionale.
La morte di Navalny è caduta in un momento topico: non esisteva un momento migliore per danneggiare la Russia e aumentare le sanzioni, nonché per diffondere discredito dopo l’intervista di Carlson a Putin, nonchè il crollo di Avdeevka..
Scrive Maurizio Vezzosi, Analista geopolitico e reporter:
Scrivo da Mosca, da dove mi appresto a partire nuovamente verso il fronte ucraino. In Russia, quasi nessuno è convinto dell’ipotesi di un coinvolgimento diretto di Vladimir Putin. Almeno in apparenza, non sembra esserci alcun motivo credibile che possa giustificare una tale decisione, soprattutto per una mente ultrarazionalista e calcolatrice, e non certo per una questione di scrupoli.
Dopotutto, perché eliminare un oppositore già in carcere, che non rappresenta una minaccia significativa per il potere stabilito? Perché farlo dopo il notevole impatto dell’intervista rilasciata al giornalista statunitense Tucker Carlson e i possibili sviluppi che ne potrebbero derivare? E perché proprio alla vigilia delle elezioni presidenziali di marzo e dopo la conquista di Avdeevka? A queste domande si aggiungono la coincidenza temporale tra la morte di Alexey Navalny e la presenza di sua moglie Yulia alla conferenza di Monaco, nonché le forti dichiarazioni di sua madre Ludmila.
La logica suggerisce di scartare l’ipotesi di un ordine diretto di Vladimir Putin, così come la tempistica della morte di Navalny rende poco plausibile l’ipotesi di una morte naturale. È quasi scontato affermare che Vladimir Putin detenga un potere immenso; meno ovvio è ricordare che, in generale e nella Russia odierna, la natura del potere non è completamente monolitica, al di là di ogni apparenza.
In questo contesto, l’idea che Alexey Navalny possa essere stato ucciso per impedire un potenziale dialogo con gli Stati Uniti merita considerazione. Tuttavia, resta un fatto indiscutibile: la vicenda si è immediatamente trasformata nell’ennesimo pretesto per giustificare l’invio di armi all’Ucraina, imporre nuove sanzioni e rafforzare l’atteggiamento antirusso, soprattutto da parte di Washington e Londra.