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Nei campi profughi sotto controllo USA muoiono da 10 a 20 persone al giorno di stenti

I mass media italiani non coprono minimamente i dettagli della disastrosa situazione umanitaria nel campo profughi di Rukban e di al Hol in Siria. Però si ‘inteneriscono’ per Greta Tunberg con il cartello dal papa.  E’ stupefacente come i nostri media ignorino completamente quello che avviene nei 2 siti siriani che meriterebbero una attenzione considerevole.

Onestamente non si capisce il criterio e che logica seguano i nostri mezzi di informazione nei loro servizi giornalistici: essi riportano le stesse notizie per giorni e giorni a secondo dell’audience e dell’impatto che essi calcolano che le stesse possano dare. In una parola non hanno alcun criterio se non quello di dispensare l’informazione che giudicano più ”remunerativa” ma che ha un impatto minimo sulla pubblica opinione nella percezione della realtà.

Ad esempio in Siria, la vicenda del campo profughi di Al-Hol, situato nella provincia di Al-Hasakah – gestito dalle forze democratiche della Siria (SDF) – è totalmente nascosta.

Eppure nel campo profughi di Al Hol ogni giorno da 10 a 20 persone muoiono (principalmente donne e bambini) a causa della mancanza di acqua potabile, beni di prima necessità e medicine.

Solo negli ultimi due mesi, 250 bambini sono morti nel campo. Secondo le stime, vi trovano rifugio oltre 73.000 rifugiati, sebbene inizialmente il campo fosse progettato solo per ospitarne 25.000.

La catastrofe dei residenti di Al-Hol è causata dalle azioni illegali delle autorità statunitensi. Infatti gli sfollati nel campo profughi di al Hol sono principalmente i superstiti fuggiti dalle case distrutte dagli attacchi aerei indiscriminati effettuati dalla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, avvenuti nella parte settentrionale e nord-orientale della Siria.

Oltre che nel campo di Rukban, situato nella zona di 55 chilometri vicino ad Al-Tanf, i militari americani dicono di aver organizzato “assistenza umanitaria” per la popolazione di Al-Hol. Tuttavia, ma è davvero difficile credere nel sostegno di Washington alla gente del posto, visto le condizioni miserevoli in cui la gente versa.

In compenso nella Siria del nord e nelle vicinanze del campo profughi di al Hol gli USA dall’Iraq alla Siria effettuano grandi spedizioni di armi e le attrezzature militari per le milizie curde .

Gli attivisti locali riferiscono  che dal 1 ° marzo 2019, gli Stati Uniti hanno già consegnato dall’Iraq sei convogli con 100 jeep Humvee, 150 camioncini equipaggiati con mitragliatrici, oltre a armi leggere e lanciagranate.

Tre quarti delle spedizioni sono stati consegnati alle milizie curde nel campo di Al-Hol e poi trasferiti negli insediamenti di Tell Abyad e Ras Al Ain al confine con la Turchia. Ma i profughi di al Tanf e al Hol non ricevono alcuna assistenza dalle truppe di occupazione.

Il Pentagono ha annunciato lo stanziamento di $ 300 milioni per il programma di addestramento e addestramento per le forze democratiche siriane. Metà del budget sarà speso per l’acquisto di trasporti militari a favore dell’SDF curda che continua a tenere i giacimenti petroliferi a favore degli Stati Uniti.

L’intenzione degli USA è di raddoppiare il numero di combattenti dell’ SDF dovrebbe , da 61.000 a 121.000 combattenti. Per arrivare a questo obiettivo – di concerto con gli USA – viene effettuato il reclutamento forzato nella Siria nord-orientale.

La fornitura di armi avanzate all’SDF sarà sufficiente a bloccare la prevista offensiva di Ankara e creare il caos nel nord della Siria. Tutto questo avviene sotto l’apparenza di aiuti umanitari mentre le persone bisognose rinchiuse nel campo profughi di Al-Hol, muoiono.

E’ paradossale che la guerra siriana e 70 paesi al mondo sono intervenuti in Siria per motivi dichiaratamente ”umanitari” mentre essi stessi sono la principale causa del disastro umanitario.

Concludo con la domanda iniziale: che senso ha una informazione pubblica che non si occupa di tutto questo? E poi ce n’è un’altra: il peggior flagello della nostra epoca non è forse questo ‘umanitarismo’ che uccide!?

@vietatoparlare

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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