Nel 2015 non era stata la Siria ad usare armi chimiche…

Un articolo di Giubbe Rosse prende in esame una svolta significativa nelle indagini sull’uso di armi chimiche in Siria, con l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) che identifica l’ISIS come responsabile dell’attacco chimico avvenuto a Marea, in Siria, nel 2015. Questa conclusione, frutto di un’indagine approfondita durata oltre un anno, sfata una narrazione a lungo sostenuta da vari attori internazionali e media mainstream, che hanno frequentemente attribuito simili atrocità al governo siriano.

Il rapporto dell’OPAC, basato su un’analisi meticolosa che include interviste, esami di campioni, e valutazioni di immagini satellitari e altri dati, stabilisce che l’ISIS aveva non solo la capacità, ma anche i mezzi esclusivi per dispiegare l’iprite solforosa durante l’attacco. Questo attacco, parte di una strategia militare più ampia, richiedeva ordini diretti dall’alto comando dell’ISIS, evidenziando la sofisticata struttura organizzativa e la catena di comando dell’entità terroristica.

L’importanza di questo rapporto trascende la mera attribuzione di responsabilità per un singolo attacco. Esso ricorda alla comunità internazionale la minaccia rappresentata da attori non statali che possiedono e sono disposti a utilizzare armi chimiche, sottolineando il ruolo cruciale dell’OPAC nell’identificare tali minacce e nel promuovere azioni per contrastarle. La rivelazione che l’ISIS ha effettivamente utilizzato armi chimiche in Siria rappresenta un campanello d’allarme sulle capacità e le intenzioni di gruppi terroristici e sull’importanza di mantenere un sistema internazionale di controllo e verifica delle armi chimiche robusto e reattivo.

La pubblicazione di questo rapporto pone anche interrogativi sulle dinamiche di narrazione e percezione del conflitto in SIRIA  e nei conflitti moderni, dove la verità può essere facilmente offuscata da interessi politici e mediatici.

La tardiva correzione del record storico, sebbene importante, arriva dopo anni di disinformazione che hanno influenzato l’opinione pubblica e le politiche internazionali, evidenziando la necessità di un’indagine e di una rendicontazione obiettive in situazioni di conflitto.

In conclusione, il rapporto dell’OPAC non solo chiarisce un evento critico nella guerra siriana ma invita anche a una riflessione più ampia sull’uso delle armi chimiche nel XXI secolo, sul ruolo degli attori non statali nel modificare le regole del conflitto, e sulla responsabilità della comunità internazionale nel prevenire tali atrocità.

L’articolo integrale di Giubbe Rosse è visionabile qui: https://giubberossenews.it/2024/02/25/opac-fu-lisis-il-responsabile-dellattacco-chimico-in-siria-nel-2015/

Tuttavia risulta che anche nelle indagini preliminari, questo risultato era noto: https://it.euronews.com/2015/11/06/siria-opac-conferma-isil-ha-usato-gas-mostarda-nel-bombardamento-di-marea

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