Lo scrittore Gianfranco Fracassi presentando a Vox Italia TV il suo libro in preparazione, ha ricordato una notizia uscita in questi giorni ma non coperta dai nostri media mainstream.
A parlare di questa vicenda è stato in questi giorni anche un articolo di Repubblica: nel 2019 Anthony Fauci, come capo del National Institutes of Allergy and Infectious Disease (Niaid), ha finanziato con 3,7 milioni di dollari un progetto sui virus proprio a Wuhan. E non erano certo i primi finanziamenti americani: negli anni precedenti erano già arrivati dagli Usa altri 7,4 milioni.
E’ così, ma vediamo più precisamente di che si tratta. Innanzitutto, cominciamo con il dire che esiste una ampia documentazione in rete che in effetti la sovvenzione (quinquennale) fu data dalla Sanità Americana (NIH) nel 2015 e che a Wuhan lavorava un gruppo di ricerca statunitense. Ma gli USA non finanziarono il laboratorio di Wuhan, per il centro cinese risulta che furono stanziati solo 76.000 dollari, il resto in realtà era per il gruppo di ricerca USA, questo è stato confermato dal presidente Trump in una intervista (vedi qui).
… mentre la prima sovvenzione per il progetto è stata effettivamente concessa nel 2015 (per $ 3,25 milioni in cinque anni), i $ 3,7 milioni sono stati effettivamente approvati lo scorso anno come rinnovo quinquennale. Inoltre, solo il 10% circa della sovvenzione – circa 76.000 dollari all’anno – era previsto per il Wuhan Institute (fonte).
E’ rilevante che Fracassi durante l’intervista dice che questo progetto mirava a prevenire le future pandemie e quindi anche a fare esperimenti per creare virus più virulenti a scopo di studio, partendo da quelli esistenti. Questo tipo di pratica si chiama “Gain-of-function (GOF) research”.
E’ plausibile che tutti i gruppi di ricerca a Wuhan praticassero il il guadagno di funzione o GoF che “in virologia consiste nel produrre mutazioni che determinano un guadagno di funzione; [queste manipolazioni] sono anche chiamate anche mutazioni attivanti. Questi modificano il prodotto genico in modo tale che il suo effetto diventi più forte (attivazione potenziata) o addirittura sia sostituito da una funzione diversa e anormale” (Wikipedia).
Vedremo in seguito ciò che Frasassi scriverà nel libro, ma – anche se è probabile che questo tipo di manipolazione fosse contemplata perchè comunemente viene fatta per motivi di studio -, non voglio fare ulteriori speculazioni a riguardo. Qui mi interessa solo porre i dati esistenti, poi ognuno si farà le domande che crede e potrà fare ulteriori ricerche.
Però è noto che certe tipo di pratica viene fatta e che “esistono incidenti, fughe di notizie e altri problematicità presso laboratori in cui vengono immagazzinati e modificati agenti patogeni di potenziale pandemico e ricerche sui rischi per la salute pubblica del guadagno di funzione (GOF), che comprende esperimenti per migliorare aspetti della funzionalità di patogeni mortali , come carica virale, infettività e trasmissibilità” .
Ovviamente ciò è controverso perchè questa esigenza scientifica non può valere di causare una epidemia (vedi Ethical Alternatives to Experiments with Novel Potential Pandemic Pathogens).
Il problema della pericolosità del GOF è rilevante e mi pare non sia stato mai adeguatamente affrontato in tutti questi mesi, in nessun dibattito televisivo o a livello politico. Ogni discussione in merito è stata assente. Eppure l’ insistita versione dell’origine naturale della pandemia è solo la prima ipotesi, l’origine per incidente è la seconda ed ha altrettanta dignità. Come vedete, entrambe costituiscono ipotesi plausibili.
Quindi abbiamo questo fatto nuovo a cui vorrei qui richiamare che è la presenza almeno dal 2015 di gruppi di ricerca USA a Whuan, in Cina. Quindi non si tratta solo di finanziamento di ricerche a Wuhan (come ci hanno detto finora) ma di partecipazione e collaborazione con le autorità cinesi sulle ricerche sui virus e, come abbiamo visto, con tutti una serie di rischi condivisi connessi.
E’ in questo contesto che gli scienziati della EcoHealth Alliance, in collaborazione con il Wuhan Institute of Virology e Duke-NUS, hanno trovato SARSr-CoV nelle grotte dei pipistrelli vicino a Jinning nella provincia dello Yunnan. Dalla pagina della EcoHealth Alliance apprendiamo che già il 2018 la Ong aveva scoperto in Cina virus che si diffondevano in modo simile alla Sars. (vedi qui)
Quindi, per più di un decennio EcoHealth Alliance ha inviato squadre in Cina per intrappolare i pipistrelli, raccogliere campioni del loro sangue, saliva e feci, hanno controllato quei campioni per nuovi coronavirus e poi hanno verificato se avessero innescato la prossima pandemia globale. L’idea era quella di identificare i luoghi che dovevano essere monitorati e di elaborare strategie per prevenire la diffusione del virus nelle popolazioni umane e fare un salto nella creazione di vaccini e trattamenti. Il progetto ha già identificato centinaia di coronavirus, incluso uno molto simile al virus dietro l’attuale epidemia.
Dopo l’interruzione al finanziamento ad aprile 2020, Nature dice che il National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti [un’agenzia del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti] ha ora ripristinato la sovvenzione multimilionaria dell’organizzazione ricerca che è in Cina “per studiare come i coronavirus si spostano dai pipistrelli alle persone”.