Economia

Nel nel Texas e nel Nuovo Messico bruciano enormi quantitativi di gas, senza essere venduti

Nel bacino petrolifero del Permiano, tra il Texas e nel Nuovo Messico, ogni giorno viene estratto il corrispettivo di gas pari a 1 milione di dollari ma spesso si brucia o si vende a  zero profitto

Il forte aumento della produzione petrolifera americana nel bacino del Permiano ha contribuito al recente forte calo dei prezzi del petrolio. Ma ora questa regione è il centro della produzione di gas naturale in rapida crescita e la produzione sta aumentando così velocemente che le aziende stanno cercando di vendere gas a qualsiasi prezzo. Quando falliscono, lo bruciano solo nell’atmosfera.
A differenza del giacimento di scisto di Marcellus, dove il gas naturale è l’obiettivo principale, la produzione nel bacino del Permiano è interamente concentrata sul petrolio greggio. Pertanto, il gas naturale diventa un piacevole bonus che viene fornito con il petrolio. Ma il folle ritmo di perforazione nel West Texas e nel New Mexico ha portato a un eccesso di questo gas naturale associato.

Il gas in eccesso ha raggiunto una tale portata che il suo valore presso l’hub del gas Waha nel bacino del Permiano è sceso al minimo storico di $ 0,25 / MMBtu. In alcuni casi, i produttori hanno venduto gas a prezzi praticamente negativi. Ciò significa che l’azienda paga coloro che vengono a prendersi il gas! Martedì scorso, per il secondo giorno consecutivo è stato registrato il prezzo più basso:  0,25 $ / MMBtu.

Alcuni analisti sottolineano che  comunque  si tratta un evento temporaneo, una tantum, i prezzi del gas incredibilmente bassi, non sono la norma. Ma non è vero.

Basta fare una breve ricerca su internet per vedere che  nel 2017  la produzione proseguiva secondo ritmi enormi,  e nel Permiano ad agosto 2018 ancora si era ai livelli attuali:

[su_quote style=”flat-light”]Nel bacino petrolifero del permiano, nel Texas e nel Nuovo Messico, ogni giorno viene bruciata una quantità di gas naturale dal valore di circa 1 milione di dollari. I trivellatori di shale gas nel bacino del Permiano non hanno modo di portare il gas – un sottoprodotto della trivellazione petrolifera – sul mercato perché non ci sono abbastanza oleodotti per il gas naturale. Per questo motivo – scrive il “Wall Street Journal” – si sta praticando il flaring, ovvero viene dato alle fiamme il gas in eccesso. Le compagnie bruciano circa il 3 per cento del gas estratto nel Permiano ma la produzione nel bacino è così alta che il volume di gas bruciato ogni giorno, secondo alcune stime, sarebbe abbastanza grande da soddisfare le esigenze quotidiane di stati come il Montana o il New Hampshire. (agenzia Nova)[/su_quote]

vedi anche: http://www.tradingmaterieprime.com/il-permiano-ha-un-problema-di-gas-naturale/

In definitiva, sono questi i risultati di una corsa forsennata al massimo guadagno. In questo meccanismo perverso in cui immancabilmente si sceglie di sprecare per non essere penalizzati nel profitto, che posto spetta all’uomo? Noialtri intanto continuiamo a fare la differenziata nel bel nostro bel bidoncino di organici di 30 x 50 litri… C’è forse qualcosa che non va?

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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