Una straordinaria analisi di notizie apparsa sabato sul New York Times ha definito la guerra degli Stati Uniti in Afghanistan una “avventura neocolonialista”.
L’ammissione è sorprendente per il quotidiano dell’establishment, che di solito si occupa di coprire o giustificare gli interventi militari statunitensi in tutto il mondo.
Il pezzo , del giornalista del Times Adam Nossiter, dice:
“ La guerra che gli americani pensavano di combattere contro i talebani non era la guerra che stavano combattendo i loro alleati afgani. Ciò ha reso la guerra americana, come altre avventure neocolonialiste, molto probabilmente condannata fin dall’inizio. La storia recente mostra che è sciocco per le potenze occidentali combattere guerre nelle terre di altre persone, nonostante le tentazioni”.
Il pezzo cita anche Mao Tse-Tung, e non solo identifica l’intervento degli Stati Uniti in due decenni in Afghanistan come una causa persa “destinata a fallire” fin dall’inizio, ma continua a criticare la guerra imperialista in generale :
“ Quando si parla di guerriglia, Mao una volta descrisse il rapporto che dovrebbe esistere tra un popolo e le truppe. “La prima può essere paragonata all’acqua”, scrisse, “la seconda ai pesci che la abitano”. E quando si trattava dell’Afghanistan, gli americani erano un pesce fuor d’acqua”.
Proprio come erano stati i russi negli anni ’80. Proprio come gli americani erano in Vietnam negli anni ’60. E come lo erano i francesi in Algeria negli anni Cinquanta. E i portoghesi durante i loro inutili tentativi di mantenere le loro colonie africane negli anni ’60 e ’70. E gli israeliani durante l’occupazione del sud del Libano negli anni ’80”.
Che un giornalista del Times possa nutrire privatamente questi pensieri non è fuori dall’ordinario. Ma che il giornale gli avrebbe permesso di stampare una cosa del genere lo è.
In particolare, il pezzo è stato etichettato come analisi di notizie e non come articolo di opinione…
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