Attualità

Nigeria: Leah Sharibu segregata perché rifiuta di convertirsi all’Islam – #FreeLeah

Sembra una storia di altri tempi, ma siamo quasi nel 2020 ed è vera: una scolaretta nigeriana da quasi due anni è detenuta dal gruppo terrorista islamico Boko Haram perché ha rifiutato di rinunciare alla fede cristiana e convertirsi all’islam.

A 15 anni, nel febbraio 2018, Leah Sharibu è stata rapita insieme a più di 110 studentesse da una fazione di Boko Haram, il temuto gruppo terroristico, dal suo collegio nel villaggio di Dapchi, nello Stato di Yobe, nella Nigeria nord-orientale. Finchè il 21 marzo Nel 2018 gli salafiti di Boko Haram sono entrati in città con nove camion e hanno rilasciato tutte le ragazze, tranne le cinque morte durante il rapimento, e Leah Sharibu.

Leah Sharibu –  secondo quanto riferito da suo padre alla BBC – non è stata rilasciata perché ha rifiutato di “convertirsi” all’Islam. Questa versione è attendibile in quando è corroborata dalle testimonianza delle  altre studentesse liberate che hanno cercato di convincerla di abiurare ma la ragazzina è stata decisa: non si sarebbe convertita all’Islam. I terroristi islamici hanno quindi deciso  di trattenerla come schiava con loro.

Leah Sharibu

Boko Haram ha rapito più di 1.000 bambini in Nigeria dal 2013. Il gruppo, ha eseguito un altro rapimento di massa: oltre 200 ragazze di un collegio nella città di Chibok, nello stato di Borno, nell’aprile 2014. Le 100 ragazze di Chibok sono poi state  liberate in un accordo di scambio tra il governo nigeriano e il gruppo islamista radicale, ma molti di loro rimangono ancora assenti all’appello.

In entrambi gli episodi di Chibok e Dapchi, gli insorti hanno deliberatamente preso di mira studentesse. Questa azione, sebbene palesemente criminale, presenta sia correnti sociologiche che ideologiche. Boko Haram significa vagamente che “l’educazione occidentale è vietata“, ha condotto una guerra di nove anni contro il governo nigeriano, proclamando nelle terre nel nord-est della Nigeria come proprio califfato.

L’accesso all’istruzione nella Nigeria settentrionale è ancora allarmante. Secondo un rapporto di Africacheck.org , solo il 4 percento delle donne completa la scuola secondaria nel nord della Nigeria, mentre i due terzi delle ragazze nella regione “non sono in grado di leggere rispetto al 10 percento nel sud”. Nello stato di Yobe, da dove viene Leah Sharibu, il 77,4% delle ragazze non frequenta la scuola secondaria. Tale cifra è la terza più alta nella regione nord-orientale e la quinta più alta tra i 10 stati settentrionali trattati nel rapporto.

I rapitori di Leah hanno pubblicato questa foto nell’agosto 2018.

I rapimenti diminuiscono ancora di più il livello di istruzione, visto il pericolo di essere rapite.

Ad agosto il presidente della Repubblica nigeriana ha respinto le ipotesi che Leah Sharibu ancora detenuta da Boko Haram, sia morta ed ha affermato che contatti con i rapitori per il rilascio, sono in corso. In linea è Open Doors secondo cui le voci sulla sua morte sarebbero state infondate.  Il giornale di ispirazione cattolica Tempi riferisce che la ragazzina sarebbe stata obbligata ad andare in sposa di uno dei comandanti di Boko Haram.

#freeLeah

I sostenitori di Leah Sharibu ed alcuni media cristiani tra cui in Italia Tempi, hanno ricordato il rapimento della ragazzina condividendo le sue foto sui social media e usando l’hashtag #freeLeah per lanciare appelli e tenere viva la vicenda.

Fino ad oggi, nei suoi nove anni di attività, il gruppo terroristico Boko Haram ha ucciso circa 20.000 persone nel nord-est della Nigeria. Più di 2 milioni di persone invece sono dovute fuggire dalla violenza e oggi vivono in campi di sfollati tra la Nigeria e il Camerun.

[su_panel shadow=”0px 5px 3px #eeeeee”]Questo è terribile. E’ evidente a tutti che la comunità internazionale non si interessa di queste vicende, concentrata com’è contro la Russia, la Cina, la Siria ed in definitiva contro ogni stato che può minare la propria egemonia commerciale e politica.[/su_panel]

Come testimonia abbondantemente la cronaca di ogni giorno, solo questo conta per il nostro mondo cosiddetto ‘democratico’.

Basterebbe poco per indirizzare una parte minima delle risorse per risollevare le sorti della Nigeria e di tanti popoli che aspettano di poter vivere in pace e professare liberamente la propria fede.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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