Nomina di McElroy e contraddizioni tra papa Francesco e Trump: si ripete la manfrina già vista?

La recente nomina del cardinale Robert McElroy a capo dell’arcidiocesi di Washington DC, sotto il pontificato di Papa Francesco, pone serie domande sulla direzione intrapresa dal Vaticano in un momento storico di grande fermento politico e culturale. L’articolo di Charles Collins su Catholic Herald, rilanciato dal blog di Sabino Paciolla, offre un’analisi che richiede una riflessione critica, in particolare sulla gestione dei rapporti tra il Vaticano e l’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump, rieletto presidente.

Un paradosso o una scelta consapevole? In ambedue i casi il giudizio è uno

La nomina di McElroy rappresenta una mossa conflittuale per molteplici ragioni. McElroy è noto per le sue posizioni progressiste liberali, che includono il sostegno alle tematiche LGBT e un approccio fortemente critico verso le politiche migratorie di Trump.

Le posizioni di McElroy su temi dottrinali e politici hanno suscitato dibattiti e controversie. È un sostenitore dell’inclusione delle persone LGBTQ+ nella Chiesa e ha espresso apertura verso la possibilità di benedizioni per coppie dello stesso sesso, una posizione che alcuni ritengono in contrasto con la dottrina tradizionale cattolica sul matrimonio (Messa in latino)

Inoltre, McElroy ha criticato le politiche migratorie restrittive, in particolare quelle dell’amministrazione Trump, esortando i cattolici a opporsi a tali misure. Questa posizione ha sollevato interrogativi sulla sua adesione a politiche promosse dal Partito Democratico che, in alcuni casi, possono essere in conflitto con gli insegnamenti della Chiesa su temi come l’aborto e la libertà religiosa. (Globalist)

La gestione dei casi di abusi sessuali da parte del clero rappresenta un ulteriore punto critico. McElroy è stato accusato di aver ritardato la rimozione di un sacerdote abusatore nella diocesi di San Diego e di non aver indagato adeguatamente su alcune accuse, sollevando dubbi sulla sua capacità di affrontare efficacemente la crisi degli abusi nella Chiesa. (Messainlatino.it)

In definitiva, il percorso di McElroy evidenzia una tensione tra le sue posizioni progressiste e la dottrina tradizionale della Chiesa Cattolica. Le sue scelte pastorali e politiche continuano a suscitare dibattiti sull’equilibrio tra l’adattamento alle sfide contemporanee e la fedeltà agli insegnamenti consolidati della Chiesa.

Questo pone una questione fondamentale: come può un esponente della gerarchia cattolica sostenere iniziative politiche e culturali che si allontanano dalla dottrina della Chiesa?

Le politiche promosse dal Partito Democratico, spesso abbracciate o non contrastate da McElroy, includono il supporto a leggi che ampliano i diritti legati all’aborto, l’ideologia di genere e la “transizione” dei minori, tutti temi in netto contrasto con la dottrina cattolica. In questo contesto, la nomina di un cardinale come McElroy sembra essere più una scelta ideologica che pastorale, volta a contrastare il populismo di destra rappresentato da Trump.

L’apparente ambiguità di Papa Francesco

Papa Francesco ha più volte espresso critiche verso il populismo e le politiche conservatrici, non solo negli Stati Uniti ma in tutto l’Occidente. Tuttavia, questa avversione sembra tradursi in una sorta di adesione indiretta alle agende politiche progressiste, anche quando queste sono palesemente in conflitto con gli insegnamenti fondamentali della Chiesa.

Ad esempio, l’accusa del Papa nei confronti della Chiesa statunitense di essere “reazionaria” si scontra con il fatto che i conservatori, sia nella politica che nella fede, si impegnano spesso per difendere valori cristiani fondamentali come la protezione della vita, la famiglia tradizionale e la libertà religiosa.

Questo atteggiamento solleva seri dubbi sulla coerenza del messaggio papale: se la Chiesa deve essere “una madre per tutti”, come conciliare il sostegno a figure che promuovono politiche contrarie alla dottrina cattolica con la missione evangelizzatrice della Chiesa stessa?

McElroy: simbolo di rinnovamento o di crisi?

Come abbiamo cisto, un altro punto critico è il controverso passato di McElroy. Le accuse di aver ignorato segnalazioni di abusi sessuali da parte di membri del clero mettono in discussione la sua idoneità a guidare una diocesi così importante. Questo, combinato con le critiche al Papa per aver preso le difese di prelati accusati di abusi prima di invertire la rotta sotto pressione pubblica, evidenzia una gestione della crisi degli abusi non all’altezza delle aspettative.

Inoltre, il sostegno a McElroy come figura contrapposta al “nazionalismo cristiano” e al “populismo di destra” solleva ulteriori interrogativi: è questa una Chiesa che cerca il dialogo o che si schiera ideologicamente, rischiando di alienare una parte significativa dei fedeli?

Una “nuova umanità vittoriosa”?

Papa Francesco ha spesso parlato della necessità di costruire un mondo più inclusivo e giusto. Tuttavia, questa visione, se portata avanti in modo ideologico, rischia di perdere di vista le domande fondamentali della vita e della fede. La Chiesa non dovrebbe forse offrire una prospettiva trascendente, piuttosto che adattarsi alle mode culturali del momento?

La nomina di McElroy non è solo una questione interna alla Chiesa, ma riflette una direzione che sembra voler piegare la pastorale alle dinamiche geopolitiche. Questo ha un sapore amaro sul ruolo del Vaticano come guida spirituale in un mondo che avrebbe bisogno di essere illuminato da una stella cometa chiara che indichi chiaramente la Via, nella sequela di Cristo.

Tutta questa vicenda solleva interrogativi sulla strategia del Vaticano nel mondo attuale, che si sta rapidamente allontanando all’attuale marketing religioso avvinandosi soprattutto ad una spiritualità profonda. A me personalmente sconcerta e faccio fatica a capire. Mi pare però chiaramente che la situazione in Vaticano sia abbastanza confusa e che si affronti ideologicamente le vicende umane, come se si debba costruire una ‘nuova umanità vittoriosa’, ma che non mi pare si basi sulle domande fondamentali della vita

In un’epoca in cui i fedeli cercano certezze e radici nella tradizione, la scelta di promuovere figure come McElroy potrebbe rappresentare un rischio: alienare chi si sente legato ai valori fondamentali della dottrina cattolica e alimentare una percezione di confusione e incoerenza all’interno della Chiesa stessa.

In definitiva, viene da chiedersi: qual è il vero obiettivo della Chiesa oggi? Difendere la fede e i suoi principi immutabili, o adattarsi a un mondo in cui le mode e le ideologie cambiano continuamente?