Dato l’enfasi della copertura mediatica di quella che doveva essere la ‘guerra lampo’ per liberare Mosul, ci si aspettava successi più tangibili. Invece, finora, la coalizione non ha preso nemmeno tutti i sobborghi della città irachena. Per giunta, mentre la battaglia vera ancora non inizia, domenica il Pentagono ha annunciato l’inizio di un’altra operazione che dovrebbe portare alla liberazione di Raqqa.
mercoledì, novembre 09, 2016 – di Patrizio Ricci
Ma torniamo un attimo indietro: il 2 novembre, i media hanno annunciato che le forze speciali irachene erano già entrate nella periferia di Mosul e l’assalto era in fase di ultimazione. Ma il giorno dopo i media hanno ritrattato tutto ed hanno detto che la battaglia era ancora lontana dalla città. La verità è che le forze irachene hanno colpito solo la parte orientale dei sobborghi della città, prendendo il controllo di alcuni piccoli centri periferici. Le forze dell’Iisis intanto, stanno attaccando le forze della coalizione sui fianchi e quindi non si riesce ad aprire il proseguimento del corridoio necessario per l’avanzata.
Le forze irachene e quelle alleate si sono tenute queste settimana a pochi chilometri della città, stabilizzando le posizioni. La strada che conduce a Mosul è invece tenuta da forze speciali americane, canadesi e tedesche. Gli attacchi aerei sui miliziani Isis, evitano a queste forze, di reagire a grossi contrattacchi. La scorsa settimana le forze speciali dell’esercito iracheno si sono spinte molto vicino dall’entrare in città. Ma il tentativo è stato respinto quasi subito. Anche il tentativo degli americani è fallito: le forze speciali USA servendosi di dispositivi per la visione notturna sono riusciti ad infiltrarsi in città. L’intenzione era quella di prendere alcuni edifici e cominciare progredendo da lì, nella guerriglia urbana. Ma il tentativo non è riuscito e le forze USA sono state circondate: sono riuscite ad esfiltrare solo grazie all’artiglieria ed a continui attacchi aerei.
Intanto, i convogli che portano a Mosul i rifornimenti di munizioni, sono soggetti a continui attacchi ed hanno subito pesanti perdite. Secondo le riviste specialistiche, si proseguirà con i tentativi di presa notturna della città tramite forze speciali e solo dopo si provvederà all’ingresso di unità miste dell’esercito iracheno.
Nella guerra moderna nei centri abitati la cattura tattica degli edifici è uno standard. Ma gli ingredienti perchè il risultato sia positivo è l’addestramento delle unità assalitrici e il possesso di dispositivi per la visione notturna. Ora se i berretti verdi, i marines Usa e le forze speciali irachene posseggono questi requisiti, è vero anche che il grosso dele truppe al seguito della coalizione, è addestrato per la guerra d’assedio. La parte antagonista invece, possiede armi sofisticate e non ha problemi di quantità e di utilizzo di apparecchi per la visione notturna.
Altro elemento problematico, è l’uso di aggressivi chimici. Isis ha già usato durante gli assalti dell’esercito iracheno gas tossici. Si tratta però di gas ricavati da sostanze chimiche industriali, fatti artigianalmente e che perciò non sono persistenti. Sono irrilevanti per le unità addestrate ed equipaggiate: una semplice maschera antigas è sufficiente per ripararsi dagli effetti. Ciononostante, la maggioranza delle unità dell’esercito iracheno si fa prendere dal panico e si ritira quando questi eventi si verificano (è già successo due volte). Non è un segreto che la maggior parte delle unità di Bagdad hanno una scarsa attitudine al combattimento. Lo abbiamo visto dalla precipitosa fuga da Mosul nel 2014.
Per far fronte a queste problematiche, la fine della scorsa settimana il Pentagono ha inviato in Iraq la 2 ° brigata della 82^ divisione aviotrasportata. Questa unità è composta da paracadusti particolarmente addestrati al combattimento urbano e abituati a combattere in piccoli gruppi isolati. Saranno loro a dare la prima ‘spallata’. E’ probabile quindi che l’esercito iracheno nei centri abitati sarà sostituito dai marines. Alle nuove forze americane darà manforte la 101^, brigata già presente sul posto. Inoltre, secondo notizie non confermate, è in procinto di partire anche 4^ brigata aereo trasportata della 25^ Divisione di fanteria. Naturalmente tutte le unità Usa saranno adeguatamente supportata da aviazione, intelligence, artiglieria, unità logistiche e gli elicotteri di attacco già attivamente coinvolti.
Indubbiamente, grazie a questo rafforzamento delle unità regolari americane, le forze di sicurezza irachene opereranno molto più efficacemente . Pertanto, le prossime due settimane saranno decisive nella battaglia per la riconquista di Mosul.
Capirete che questo contesto incerto, la dichiarazione dell’intenzione di prendere Raqqa, ha preso di sorpresa anche gli esperti. Anche questa volta però anche se l’annuncio è stato roboante, sembra che non ci sarà nessun attacco a Raqqa, almeno nel breve periodo. Attualmente a ridosso della capitale del Califfato ci sono solo forze speciali statunitensi, che insieme con le truppe curde stanno cercando di bloccare il movimento delle milizie di autodifesa dell’Isis e prendere il controllo di qualche posizione redditizia.
D’altra parte, come ben ricordiamo questa è la seconda volta che la coalizione comunica l’attacco a Raqqa come imminente. La volta precedente , dopo aver attirato a sè tutta l’attenzione mediatica, dell’avanzata non se ne è parlato più. Come vediamo, il comando operazioni cambia continuamente le carte in tavola, apportando ogni giorno modifiche al piano originale. Se vogliamo essere realistici, per adesso a Mosul c’è solo un accumulo di forze e si sa che c’è l’intenzione effettiva di prenderla ad ogni costo ma nessuno sa la velocità con cui avverrà .
Sembra che tra i piani Usa però ci sia anche l’opzione di offrire ad Isis una via di fuga da Mosul verso luoghi dove poter ontinuare la lotta contro i propri veri nemici, i russi ed i siriani. E per la liberazione di Mosul si è usato anche il danaro per convincere i fondamentalisti a lasciare la città (circa 1,2 miliardi di dollari è stato offerto per corrompere i leader dei jihadisti affinche lascino Mosul). Se queste ultime saranno quelle che andranno in porto, ancora una volta sarà la ‘pax americana’ a prevalere, cioè un tipo di pace che sarà la premessa per fare altre guerre altrove.
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