Europa

Nord Stream: la silenziosa ammissione di vassallaggio da parte della Germania

Il sabotaggio del Nord Stream rappresenta uno spartiacque nelle dinamiche geopolitiche europee, rivelando la totale subordinazione della Germania agli interessi statunitensi. Il silenzio e l’inazione di Berlino, nonostante i dettagliati avvertimenti delle agenzie di intelligence occidentali, sottolineano un quadro di sottomissione che va ben oltre la semplice negligenza.

In questo articolo, Gerry Nolan analizza come il governo tedesco abbia ignorato segnali chiari, tollerato un attacco alla sua infrastruttura critica e, di fatto, accettato il ruolo di vassallo economico e politico. Mentre i costi energetici esplodono e l’industria tedesca crolla, il silenzio della leadership politica tradisce un popolo intrappolato in un sistema che perpetua lo status quo.

Tra richieste crescenti di trasparenza e lo scetticismo pubblico che guadagna terreno, l’articolo pone una domanda cruciale: la Germania troverà il coraggio di reclamare la sua sovranità o accetterà il suo destino come pedina nella partita di Washington?

Nord Stream: la silenziosa ammissione di vassallaggio da parte della Germania
di Gerry Nolan

Il sabotaggio del Nord Stream non è una sorpresa per chi osserva attentamente le dinamiche geopolitiche. Fin dall’inizio, l’operazione ha portato i segni distintivi di un coinvolgimento orchestrato dagli Stati Uniti (CIA). Ora, con il suo silenzio e la totale inazione, la Germania conferma il proprio ruolo di vassallo di Washington. Berlino era al corrente degli avvertimenti, li ha ignorati e oggi subisce umiliazioni senza fine, mentre la sua economia crolla e l’illusione di sovranità si dissolve.

Le prove parlano chiaro. Diverse agenzie di intelligence occidentali, inclusa la CIA, avevano informato la Germania mesi prima dell’attacco. Gli avvertimenti non erano generici: indicavano date, metodi e persino i nomi degli agenti coinvolti. Nonostante ciò, Berlino ha considerato il rischio “irrilevante”, senza coinvolgere la marina, la polizia o i servizi antiterrorismo. Questo non è stato un errore, ma un atto di totale sottomissione.

La narrazione ufficiale, che attribuisce il sabotaggio a un “piccolo team ucraino su uno yacht a noleggio”, è stata smontata dagli esperti militari. Un’operazione di tale portata richiede tecnologie avanzate, come mine di fondale di livello militare, e una grande nave, non un’improvvisata missione da commedia. I veri responsabili sono coloro che hanno tratto i maggiori benefici: gli Stati Uniti, le cui forze navali operavano convenientemente vicino al gasdotto al momento dell’attacco.

Per la Germania, il sabotaggio rappresenta l’umiliazione suprema. Il governo Scholz ha ignorato segnali precisi, ha permesso la distruzione di un’infrastruttura strategica e si è rifugiato in un imbarazzante silenzio. Intanto, i costi energetici sono saliti alle stelle, le industrie stanno abbandonando il paese e la dipendenza dal costoso gas liquefatto statunitense ha intrappolato la Germania in una servitù economica permanente. Questo non è stato solo un attacco a un gasdotto: è stato un attacco al futuro stesso del paese.

Le elezioni imminenti non sembrano offrire un cambiamento reale. Come già anticipato in precedenti analisi, il sistema politico tedesco rimane dominato da un establishment che manipola l’opinione pubblica con false promesse di sovranità, mantenendo di fatto lo status di vassallo.

L’attacco al Nord Stream è un campanello d’allarme storico. Se questo evento non scuoterà le fondamenta della democrazia tedesca, cosa lo farà? La complicità del governo Scholz ha svelato una verità amara: la Germania è una pedina nelle mani di Washington, disposta a sacrificare economia e indipendenza per servire gli interessi statunitensi.

Nonostante ciò, si intravedono segnali di risveglio. Le richieste di Sahra Wagenknecht per un’inchiesta parlamentare stanno guadagnando terreno, mentre cresce lo scetticismo nell’opinione pubblica. Basterà? La Germania deve abbandonare le illusioni e intraprendere un cambiamento sistemico, prima che sia troppo tardi. Se questo tradimento non risveglierà il popolo tedesco, il destino del paese sarà segnato: niente oleodotti, niente sovranità, niente futuro.

Il sabotaggio del Nord Stream non è stato solo un crimine, ma una dichiarazione di guerra contro la multipolarità. Una guerra combattuta non con principi, ma con oleodotti distrutti, sanzioni, menzogne e il sacrificio dell’indipendenza europea.

(Fonte: Link Telegram)

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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