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Novàk: “È triste che i media, e alcuni politici pensino che siamo estremisti solo perché sosteniamo le famiglie”

Molto belle e sensate le risposte date in questa intervista dal Katalin Novàk, Ministro della famiglia e degli affari sociali del governo ungherese Orbán. Si vede chiaramente la posizione di sostegno alla famiglia naturale espressa dal governo ungherese. Ed i risultati si vedono.

Ecco l’intervista fatta da Bree A.Dail nella mia traduzione. (Blog di Sabino Paciolla) 

LifeSiteNews: Signora Segretario di Stato, per coloro che non conoscono lei e la sua carica [nel Governo ungherese], può fornirci una sintesi – e la storia di questa posizione? Il Ministero per la famiglia e la gioventù dello Stato ungherese è una posizione creata sotto la guida del Primo Ministro Viktor Orbán?

Katalin Novàk: Il Ministero della famiglia e degli affari sociali è stato istituito dal governo Orbán tra il 1998 e il 2002. È rimasto più o meno al suo posto sotto il dominio socialista-liberale, ma il suo ruolo è stato sminuito dal fatto che l’enfasi di questi governi si allontanò quasi completamente dal sostegno alle famiglie. Durante i due cicli governativi della coalizione socialista-liberale, si sviluppò una spirale del debito estero a causa dell’intenso indebitamento e del calo della crescita economica. I governi non riuscirono per lo più a preservare i risultati del primo governo civico in materia di politica familiare. Ridussero gli assegni per la casa e resero le condizioni degli assegni fiscali familiari molto più severe, limitandoli alle famiglie con tre o più figli e legandoli a uno specifico limite di reddito. Il patrimonio [ereditato] dal nuovo governo nel 2010 è stato un paese sull’orlo del fallimento economico, politico e morale. Gli indicatori demografici ungheresi e le condizioni di salute sono stati estremamente scadenti, soprattutto rispetto ad altri Stati membri dell’UE. Questi indicatori sono notevolmente migliorati da quando Fidesz-KDNP è salito al potere nel 2010. Tra il 2010 e il 2014, le questioni familiari sono state trattate insieme agli affari sociali. Dal 2014 abbiamo una Segreteria di Stato separata responsabile per le questioni familiari sotto la mia guida. Il primo ministro Orbán ha voluto porre ancora più enfasi sulle politiche per la famiglia, che da allora è rimasta al centro della nostra governance.
Come hanno reagito i cittadini ungheresi alla promozione di una legislazione a favore della vita e della famiglia tradizionale?

Il popolo ungherese è orientato alla famiglia, rispetta i valori tradizionali e vuole vivere in pace e sicurezza. Questo si basa su un feedback reale, non su assunzioni [filosofiche]. Abbiamo chiesto loro più volte come valutano la loro situazione attuale e come immaginano il futuro, al fine di avere una chiara comprensione. Il feedback dei nostri cittadini è cristallino. Ad esempio, i giovani ungheresi vogliono avere in media due figli, due terzi dei giovani vorrebbero vivere in matrimonio. Inoltre, nel dicembre dello scorso anno abbiamo condotto una consultazione nazionale in cui abbiamo chiesto agli ungheresi se sono d’accordo sull’orientamento politico di porre le famiglie al centro dell’attenzione invece che l’immigrazione. Le risposte hanno confermato che il popolo ungherese vede il futuro nel maggiore sostegno alle famiglie.

Avendo una popolazione così orientata alla famiglia, è ovvio che poniamo maggiore enfasi sulla creazione delle condizioni necessarie per costituire una famiglia e avere più figli. Per questo motivo abbiamo introdotto molte misure che forniscono un sostegno concreto alle famiglie che desiderano avere o allevare più figli.

Ritiene che il sostegno dell’Ungheria alla famiglia e alla cultura tradizionale possa giovare all’Europa occidentale e agli Stati Uniti? In caso affermativo, come? (Cercare soluzioni applicabili alla crisi attuale che attacca la famiglia tradizionale, il matrimonio, la vita, la femminilità e la mascolinità).

Credo profondamente nel potere di condividere le migliori pratiche che funzionano in alcuni paesi e di utilizzare le esperienze di altri nel processo decisionale. Abbiamo un approccio globale, sosteniamo le famiglie in molti campi diversi, dallo sviluppo degli asili nido, al sistema fiscale e all’alloggio, e abbiamo anche misure uniche al mondo, come l’esenzione dall’imposta sul reddito personale per le donne che crescono quattro o più figli per tutta la vita.    

Nell’Europa occidentale, le élite politiche ed economiche non credono nel modello di famiglia cristiana e non vogliono fare passi avanti verso un’Europa a misura di famiglia. Scelgono la via più semplice quando si tratta del declino demografico del continente e stigmatizzano le forze conservatrici, pro-famiglia come “oscurantiste”, “autoritarie” e persino “di estrema destra”.


Lei, insieme ad altri leader mondiali, ha partecipato al Congresso mondiale delle famiglie a Verona. Anche se questo era il caso, pochissimi media mainstream hanno coperto l’evento. Può dirmi che ruolo ha avuto l’Ungheria nel risultato e che cosa lei si è portata a casa?

Queste occasioni sono un’ottima spunto per le forze pro-famiglia di imparare gli uni dagli altri, condividendo pensieri e buone pratiche. L’intero evento è stato dedicato alla discussione di principi e risultati concreti nell’ambito della politica familiare, aprendo la strada a iniziative sempre più pro-famiglia che portano un reale cambiamento nella vita delle famiglie di tutto il mondo.  

Sono stata felice di condividere i risultati raggiunti negli ultimi 8 anni nel campo della politica familiare con altri ministri e rappresentanti. Oggi spendiamo oltre 6,6 miliardi di dollari per le famiglie, il doppio rispetto al 2010. Si tratta di quasi il 5% del PIL totale, che è quasi due volte superiore alla media OCSE. Il numero di aborti è diminuito di oltre un terzo, i divorzi hanno registrato un netto calo e il numero di matrimoni è aumentato del 42 per cento. Inoltre, il tasso di fertilità è aumentato di oltre il 20% dal 2011, il che dimostra chiaramente che le donne ungheresi si sentono sempre più sicure di avere figli.

E’ molto triste e spiacevole che i media liberali di parte, le ONG e alcuni politici pensino che siamo estremisti solo perché sosteniamo le famiglie. Ignorano semplicemente altre opinioni che non sono in linea con le loro opinioni e colgono ogni occasione per attaccarci.

Può farmi qualche riflessione su come la storia dell’Ungheria abbia portato il paese a questo punto di un sostegno profondamente pro-vita/pro-famiglia tradizionale?

La popolazione ungherese è in calo dal 1981. Dopo più di 40 anni di dittatura comunista, per un periodo dal 1998 al 2002 abbiamo avuto la possibilità di gettare le basi di un paese a misura di famiglia, ma dopo il 2002, 8 anni di governo liberale e socialista hanno completamente distrutto la fiducia degli ungheresi nel futuro. Questo periodo della storia ungherese è stato caratterizzato dall’aumento delle tasse, dai pacchetti di austerità e dallo smantellamento del sistema di sostegno alle famiglie.

Dopo aver vinto le elezioni con una maggioranza di due terzi nel 2010, abbiamo annunciato una svolta a favore delle famiglie con l’obiettivo di ripristinare la fiducia degli ungheresi nel futuro, rimettendo le famiglie al centro dell’attenzione. Da allora, stiamo costruendo un paese a misura di famiglia che miri a soddisfare le esigenze a lungo termine delle famiglie.

Ora abbiamo un sistema fiscale favorevole alle famiglie, un programma di edilizia abitativa che ha già aiutato 400.000 ungheresi in un paese di 10 milioni di persone ad acquisire una casa più grande e confortevole. Abbiamo posto grande enfasi sull’aiuto alle donne ungheresi con bambini attraverso lo sviluppo del sistema della scuola materna e l’introduzione di misure che garantiscano loro il diritto di tornare al lavoro. Il Parlamento ungherese ha recentemente approvato il Piano d’azione per la protezione della famiglia in 7 punti che include, tra l’altro, un’esenzione dall’imposta sul reddito personale per le donne che crescono 4 o più figli, e un prestito senza interessi di oltre 33.000 dollari per le coppie sposate in cui la donna ha meno di 40 anni.

L’Occidente ha lottato con l’immagine del femminismo, in particolare dopo la rivoluzione sessuale degli anni ’60, dove le donne hanno insistito sulla “parità asessuale” che sostituisce la dignità femminile. Lei è madre di tre figli. In che modo la cultura ungherese e l’approccio alla vita familiare sostengono il vostro equilibrio tra gli obblighi professionali e quelli di una famiglia? (Esempi possono essere l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, il sostegno alla gravidanza, ecc.)

Dal 2010 lavoriamo per rendere la carriera e la famiglia compatibili tra loro il più facilmente possibile. Offriamo alle madri l’opportunità e le condizioni necessarie per decidere liberamente se tornare al lavoro o rimanere a casa con il bambino. Penso che siamo sulla strada giusta, ma abbiamo ancora molto altro da fare. Ci sono parti del nuovo Piano d’azione per la protezione della famiglia che aiuta le giovani famiglie in questo campo. Ad esempio, i nonni stanno diventando ammissibili al congedo parentale sovvenzionato se rimangono a casa con il nipote, oltre al quale, entro il 2022, forniremo anche una copertura completa per l’asilo nido. Essere madre lavoratrice non è mai facile, glielo posso assicurare. Il governo può essere di grande aiuto. Penso che il femminismo sia troppo quando finisce per incoraggiare le donne a rinunciare ai loro privilegi. E’ nostro privilegio avere figli, partorire e allattare al seno. Non perdiamo questi privilegi.  


C’è un movimento popolare tra gli uomini, in questo momento, guidato dallo psicologo clinico canadese Dr. Jordan Peterson, teso a ripristinare la dignità maschile degli uomini. Purtroppo, non ci sono leader donne che hanno fornito una leadership simile per le donne. Come incoraggerebbe le donne, specialmente in ciò che ha imparato attraverso le sue esperienze di vita?

Non è necessario avere “leader” eccezionali quando si parla di questo argomento. Gli eroi di tutti i giorni, semplici modelli di ruolo, possono avere un impatto ancora maggiore. In Ungheria, ho lanciato un’iniziativa chiamata Donne per la nazione ungherese che abbraccia le donne che danno il buon esempio e lavorano per il bene degli ungheresi.

 

Quali parole di avvertimento avete per i legislatori politici che cercano di sopprimere i diritti della famiglia o, ancor più orribilmente, di promuovere l’aborto, l’aborto tardivo, l’infanticidio, l’eugenetica e l’eutanasia?

In Ungheria, tutto ciò che lei ha menzionato è soggetto ad una regolamentazione adeguata. Anche la nostra Costituzione è chiara sull’argomento. La vita inizia dal concepimento; la vita del feto dovrebbe essere protetta. L’uccisione non dovrebbe mai essere celebrata.


Si dice che le leggi più forti cercano di rafforzare le pratiche culturali consolidate. Questo fatto come è stato dimostrato nel “Piano d’azione per la protezione della famiglia” e nel Family Act ungherese?

Secondo un recente sondaggio, il 79% degli ungheresi condivide l’opinione che dovremmo preservare il nostro patrimonio cristiano, il che significa che una grande maggioranza sostiene politiche radicate nella cultura cristiana. Il Piano d’azione per la protezione della famiglia in sette punti e l’Hungarian Family Act si basano sulla nostra visione del mondo cristiano e sulla definizione tradizionale della famiglia. Avere figli è più di ogni altra cosa una decisione culturale. Abbiamo bisogno di buone politiche e di un forte sostegno finanziario, così come di un’atmosfera e di una mentalità orientata alla famiglia.


Credete che si dovrebbero incoraggiare altri eventi come il Congresso Mondiale della Famiglia?

Assolutamente. Le grandi tendenze globali di oggi cercano sempre più spesso di mettere in discussione la definizione tradizionale della famiglia e i nostri modi di vita tradizionali. È imperativo che i decisori e gli influenti della sfera politica e della società civile si alzino insieme ed esprimano le loro opinioni su questo tema.

Con i risultati che ha dato nella domanda 5, come incoraggerebbe i responsabili della Chiesa Cattolica e del Vaticano a svolgere un ruolo attivo?

Non credo che sia mio compito, come politico, incoraggiare la Chiesa cattolica a partecipare ad un evento (particolare). La Chiesa è un’istituzione indipendente e il governo ungherese rispetta la separazione tra la Chiesa e lo Stato. Per rispondere alla prima parte della sua domanda: Penso che – storicamente parlando – è proprio la Chiesa che ha svolto il ruolo più importante nella difesa dell’istituzione della famiglia. In Ungheria abbiamo avuto diversi programmi congiunti con la Chiesa cattolica ungherese, e tutti si sono rivelati un grande successo. Se il Vaticano si distingue apertamente per i valori tradizionali della famiglia e della vita, fornisce un grande incoraggiamento alle iniziative a favore della famiglia e della vita.

Fonte: LifeSiteNews

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Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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