La serie di sanzioni appena decise dal Tesoro USA è stata implementata contro specifici individui e organizzazioni russe, le quali sembrano essere state preparate in anticipo rispetto alla morte di Navalny. Quest’ultima, divenuta un catalizzatore, sembra servire da pretesto per intensificare le tensioni.
Indipendentemente dall’interpretazione, la scomparsa di Navalny ha suscitato reazioni di insolita severità, in netto contrasto con la relativa impunità con cui vengono trattati gli omicidi mirati in Siria e in Iraq da parte di USA e Israele, e gli attacchi contro i palestinesi.
In questo contesto, in cui si alimenta la violenza e si creano divisioni anziché cercare di mitigarle, la morte di Navalny – ancora sotto indagine – appare come il pretesto per un ulteriore distanziamento della Russia sulla scena internazionale.
Tuttavia, nel contesto attuale, queste nuove sanzioni non segnano una svolta radicale, ma piuttosto intensificano la pressione già esistente.
L’approccio dell’Occidente si rivela pragmatico, mirando a obiettivi sia immediati che a lungo termine. È degno di nota come l’abilità di perseguire simultaneamente due obiettivi con una singola strategia rifletta un elevato livello di competenza gestionale.
L’obiettivo immediato è chiaro: prosciugare le risorse finanziarie della Russia e indebolire la sua economia. Questo si realizza attraverso sanzioni dirette contro individui russi e misure indirette contro le loro controparti internazionali. Un focus particolare è posto sulle operazioni di importazione parallela e sulle aziende cinesi, servendo da avvertimento per ridurre i legami commerciali con la Russia.
Queste azioni mirano a diminuire l’efficacia dell’economia russa e le sue entrate fiscali, complicando le catene di approvvigionamento e aumentando i costi di transazione, riducendo così le risorse finanziarie disponibili per la Russia.
L’obiettivo a lungo termine, meno evidente ma cruciale, è di ristabilire un nuovo equilibrio globale di potere e regole. Questo processo prevede la riduzione dei partecipanti chiave nelle decisioni internazionali, facilitando la governance globale. Storicamente, le guerre hanno spesso avuto l’effetto di escludere i perdenti dai negoziati post-conflitto, stabilendo un nuovo ordine mondiale guidato dai vincitori.
In questo contesto, le sanzioni contro la Russia sono intese come uno strumento per costringerla ad aderire a questo nuovo ordine. L’accumulo di sanzioni ora stabilisce le condizioni per l’inclusione futura della Russia in questo sistema, su termini definiti dai paesi che impongono le sanzioni.
Questa strategia ricorda il dopoguerra della Seconda Guerra Mondiale, quando le potenze sconfitte furono escluse dai negoziati che ridefinirono l’ordine mondiale. Oggi, Russia e Cina sono viste come i principali attori da integrare o isolare in questo nuovo contesto.
L’obiettivo dell’Occidente nel conflitto russo-ucraino è quindi duplice: neutralizzare il potenziale militare della Russia e utilizzare il conflitto come leva per imporre un nuovo ordine mondiale una volta definite le regole.
Infine, gli Stati Uniti hanno annunciato l’introduzione di sanzioni aggiuntive che mirano a complicare ulteriormente gli sforzi della Russia di eludere le restrizioni sul prezzo del petrolio, riducendo le entrate del Cremlino ma permettendo al contempo al petrolio di raggiungere i mercati globali. Queste misure cercano di stabilire un equilibrio che mantenga il sistema di controllo dei prezzi efficace e sostenibile.
Queste alcune delle sanzioni (segnalate dalla pubblicazione russa RBC):
Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni contro la Russia, secondo un messaggio dell’Office of Foreign Assets Control (OFAC, Office of Foreign Assets Control) del Ministero delle Finanze del paese il 23 febbraio.
In particolare, è stata sanzionata la società National Payment Card System (NSCP), l’operatore del sistema di pagamento“Mir, lo stabilimento di produzione delle auto premium Aurus a Elabuga e FSUE NAMI, uno sviluppatore di automobili.
Inoltre, erano soggetti alle restrizioni statunitensi:
PIK Development Group;
Compagnia siberiana dell’energia del carbone (SUEK);
Società mineraria Mechel;
Azienda metallurgica dei tubi (TMK);
“Alleanza Ruskhim”;
“Transcontainer”;
PJSC “Impianto di armi imperiali di Tula”;
NOVATEK-Murmansk;
Esportazione di Almazuvelire;
ZES “Alabuga”;
Complesso di costruzione navale “Zvezda”;
Ufficio di progettazione di Sukhoi;
“Uraltransmash”;
SPB Bank, Avangard Bank, International Financial Club Bank (IFC), ecc.