SIRIA – I nuovi tribunali di inquisizione che si ritengono sempre dalla parte giusta della storia

Riccardo Cristiano nel suo lunghissimo articolo “Così i gruppi della destra anti-sistema usano la tragedia siriana” se la prende con chiunque osi semplicemente rendere omaggio alla memoria del gen. Zarheddine, eroe nazionale siriano per la resistenza opposta ad ISIS nella cittadina di Deir Ez Zor, assediata per quasi 4 anni dal Califfato.

Il fatto è sconcertante in quanto,

“qualunque sia l’opinione e comunque la si possa pensare sul conto del generale Issam Zahreddine e sulla sua parabola terrena, il merito innegabile del generale è l’essere riuscito a galvanizzare un fronte che, nel 2014, appariva in pieno disfacimento, l’essere riuscito a guidare per ben 3 anni la testarda resistenza di un pugno di uomini contro mille avversità ed in una situazione tattica e strategica apparentemente priva di scampo salvando, nel contempo, le vite di 200.000 civili che, in caso di sconfitta, sarebbero stati sottoposti ad un massacro di proporzioni bibliche (come per altro promesso a più riprese dalla leadership dell’ISIS e dallo stesso califfo” al-Baghdadi)” (Report Difesa).

A fronte di questa oggettività, Riccardo Cristiano indica – come prova di colpevolezza –  che il generale druso  è stato inserito nei soggetti colpiti dalle sanzioni europee, di per sè un atto molto criticato da tutti i leader religiosi siriani. 

Inoltre l’addebito al generale Zarheddine di massacri sulla popolazione civile nel 83′ durante l’intervento su Homs applica il criterio dei due pesi e due misure.

Infatti, se le accuse fossero vere, analogamente, anche il gen USA James Norman Mattis  capo del Pentagono dovrebbe essere criminalizzato – sia per la strage di Falluja che di crimini ad Haditha – e non dovrebbe ricoprire l’attuale carica.

Vale la pena ricordare  che l’uccisione di civili a Homs che si ascrive al gen. Zeradine (che fu solo uno degli ufficiali che condussero labattaglia) diventa invece l’esito “di effetti collaterali” quando ad attaccare è la coalizione internazionale a guida USA:  Mosul e Raqqa , distrutte completamente dai bombardamenti aerei USA ne sono la testimonianza efficace.

Da segnalare inoltre che i normali report sulla battaglia di Homs non riferiscono sulla condotta dei ribelli – responsabili come loro stessi dichiararono – dell’esecuzione di più di un centinaio di civili colpevoli solamente di fedeltà al governo.

Per queste evidenze – solo qui accennate – ritengo di sorvolare sul giudizio della conduzione dei combattimenti e quanto ascritto come atti di accusa al generale.

Invece, quello che voglio qui confutare è il metodo che Cristiano Riccardo usa contro chi  dissente dalla propria visione d’insieme.  E’ legittimo in un paese democratico l’espressione di una libera opinione. Questo nel comune sforzo della ricerca della verità – dovrebbe reciprocamente  sostenuta. Specialmente di fronte ad una realtà così caotica ed inquinata, bisognerebbe essere cauti, mirare al vero bene, quindi dovrebbe essere possibile pensarla  diversamente: alle argomentazioni  si potrebbero opporre controdeduzioni, si potrebbe aprire un dialogo ma  ricondurre una posizione all’illegittimità attingendo a stereotipi, non è giusto , nè leale.

Purtroppo si va anche oltre al mero dissenso: per accreditare la  narrativa si arriva fino al discredito personale. L’ articolo è una lunga  requisitoria contro taluni che osano contraddire una certa linea di pensiero sulla guerra siriana. La  chiara volontà non è quindi portare il proprio contributo di giudizio sugli avvenimenti, ma attaccare chi manifesta una posizione diversa – a maggior ragione se cattolico.

L’autore  naturalmente ha dalla sua mezzi giornalistici e potenti think Thank nel mondo cattolico, ossia la Comunità di Sant’Egidio e un’associazione creata intorno alla figura di padre Dall’Oglio. In particolare, quest’ultima fa riferimento al religioso non tanto per la sua opera missionaria in terra di Siria – ha rifondato, in Siria, negli anni Ottanta, la comunità monastica cattolico-siriaca Mar Musa – quando per la sua posizione pro-ribelli siriani.

Se questo di per sè non è corretto, lo è ancor di meno quando si vuol far apparire  la posizione di padre Dall’Oglio  rappresentativa di tutto il mondo cattolico siriano. Questo è del tutto falso.
La verità è esattamente opposta: la posizione politica di padre Dall’Oglio non è condivisa da nessuno dei responsabili religiosi cristiani mediorientali.

Ovviamente quest’ultimo non è un particolare da poco. Questa problematicità è però colmata  dai sostenitori della retorica della ‘rivoluzione scippata’ , grazie alle ‘referenze’ in alto loco di cui l’orbita Dall’Oglio gode. Da qui ne discende la straordinaria capacità di indire eventi e accedere nei ‘salotti che contano’ della politica e dei media. Il tenore di tutto questo è espresso efficacemente dalla poderosa capacità di inserirsi nelle varie preghiere per la pace di Assisi o in certi eventi internazionali come la visita del Pontefice nell’isola di Lesbo (tutti ricorderanno come Papa Francesco – suo malgrado – fu accostato alla bandiera delle bande islamiche del Free Syrian Army ). Si capisce che se si attua una simile mancanza di riguardo per il Papa, cosa ci può riservare questa potente lobby che nega permesso di esistere ad ogni voce dissonante? Il leitmotiv  è il solo modo valido in tutte le stagioni: il pregiudizio. In sostanza ci troviamo di fronte ad una necessità irrefrenabile di screditare.

Come sappiamo, se c’è qualcosa di veramente amorale e non cattolico è dare giudizi temerari. Ciò avviene quando si pretende di giudicare la morale altrui, oppure si emette una pagella di cattolicità a chi esprime altra sensibilità ed intelligenza. In questo caso, chi si mette alla gogna, minerebbe addirittura la Chiesa, apparterrebbe a ‘zone oscure’ contigue con gli ambienti dell’ultradestra.  In definitiva “Chi si muove nella galassia di sigle mobilitate «in difesa dei cristiani» nel Paese di Assad”,  è giudicato come lesivo all’unità della Chiesa: in una parola eretici, peggio dei  criminali.

Capirete che se uno che è cristiano riserva tale pratica con i cristiani , per  l’estrema destra è anche peggio. in questo caso tutto è male indipendentemente dal contenuto. Con un modo simile di muoversi e di pensare, è inutile dire che chiunque  si unisca – anche se in maniera inconsapevole e non coordinata – nel giudizio ai contenuti della destra, è accusato di contiguità con tali settori. La condanna in questo caso avviene indipendentemente della verità di tali posizioni su particolari contenuti.  Se realtà cattoliche – come Ora Pro Siria o SOS Crethiens d’Orient- che conoscono molto bene gli argomenti al centro dei vari giudizi per esperienza diretta, si permettono di obiettare su certa narrativa governativa; si assimilano anche questi al reazionario , all’illegittimità.

Il giudizio è inappellabile: in questa logica che si pretende universale, il generale Issam Zeradine è un criminale senza appello. Quindi  – per il Riccardo – è intollerabile ogni riconoscenza in suo favore anche se condivisa da milioni di siriani.

Per una tale visione rigida, manicheista e decostruttiva della realtà non sarebbe strano se si chiedesse alla Santa Sede la beatificazione di padre Dall’Oglio, cosa che alcuni mi dicono che ha già fatto trasparire come possibile.

E’ ciò che lasciano intuire certe parole sulla sua pagina FB quando si legge “Paolo ha dato tutta la vita al dialogo, all’altro ed è stato perseguitato in odium fidei”.

Non sta a me e non è mia competenza entrare nel merito di queste parole, ma ricordo quando padre Dall’Oglio scriveva sulle pagine del giornale Huffington Post che usare gas contro il regime fosse plausibile e questo insieme ad altre sue affermazioni disorienta.

Qui finisco, per mancanza di tempo e di voglia: tanto chi vuole ha capito…

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