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Nuovo rapporto dell’OPCW accusa senza fondamento il governo siriano

La pubblicazione Grey Zone riporta che l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) è stata investita di una grave accusa di insabbiamento di prove riguardanti l’attacco chimico ad aprile del 2018 nella città siriana di Douma. Secondo documenti che sono stati resi pubblici, i tossicologi militari tedeschi, che furono consultati dall’OPCW, hanno indicato che i sintomi manifestati dalle vittime dell’attacco non erano coerenti con l’esposizione al cloro, la sostanza che si presumeva fosse stata utilizzata nell’attacco. Tuttavia, l’OPCW ha poi deciso di sopprimere le conclusioni contenute nel rapporto che avrebbero avvalorato questa teoria.

Dando un’occhiata più da vicino ai dettagli dell’attacco, sembra che il team di indagine e identificazione (IIT) dell’OPCW abbia accusato il governo siriano di aver fatto cadere un cilindro di gas cloro su un edificio in cui le vittime sono state riprese. Successivamente, è comparso un nuovo tossicologo dell’OPCW che contraddice gli esperti precedenti, affermando che i sintomi manifestati dalle vittime erano coerenti con l’esposizione al cloro. Questo tossicologo, tuttavia, non si è pronunciato sulla coerenza della schiuma che alcune vittime hanno manifestato, concentrandosi invece sulle testimonianze dei presunti testimoni. In ogni caso, è noto che nessun esperto riconosciuto di armi chimiche ha mai sostenuto che il gas cloro possa causare la schiuma tanto rapidamente.

Ancora più rilevante è l’indagine condotta dall’ONU che ha suggerito come la schiuma vista sulle vittime fosse “più coerente con l’uso di un altro agente chimico, molto probabilmente un agente nervino”. Ciò sembra coincidere con quanto rilevato dai tossicologi militari tedeschi i quali hanno concluso che non c’era “alcuna correlazione tra i sintomi e l’esposizione al cloro”. Ciò nonostante, l’OPCW ha scelto di non prestare fede a queste conclusioni nel suo rapporto ufficiale sulle prove dell’attacco chimico di Douma.

Dal momento che l’OPCW rappresenta un’autorità internazionale che si occupa di prevenire l’uso di armi chimiche nel mondo, l’insabbiamento di prove così significative in un rapporto ufficiale rappresenta un’opaca decisione da parte di tale organizzazione. Com’è possibile che una prova così rilevante sia stata soppressa da un’organizzazione dalla quale ci si aspetta la massima trasparenza? Inoltre, si tratta di una situazione completamente diversa dal rapporto ufficiale dell’OPCW che, in contrasto con quanto detto dai tossicologi militari tedeschi e dall’ONU, concludeva che il gas cloro fosse effettivamente la causa degli avvelenamenti a Douma. Ciò lascia molto spazio a dubbi e perplessità riguardo alla certezza delle accuse mosse nei confronti del governo siriano in merito a tale attacco.

Inoltre, i documenti che sono stati resi pubblici indicano la possibilità che l’attacco chimico fosse stato organizzato, il che significa che l’evento potrebbe essere stato architettato per giungere ad alcune determinate conclusioni. Se questi documenti fossero veritieri, gli eventi di Douma potrebbero essere stati orchestrati in modo tale da giustificare un intervento, magari militare, contro il governo siriano. A tal proposito, la decisione dell’OPCW di sopprimere le prove riguardanti la mancanza di coerenza tra i sintomi manifestati dalle vittime e la presunta esposizione al gas cloro potrebbe essere vista come un modo per giustificare l’intervento militare e dipingere il governo siriano come responsabile dell’uso di armi chimiche.

In definitiva, l’OPCW dovrebbe riconsiderare la sua scelta di insabbiare informazioni così importanti e rendere pubblici tutti i dettagli che possono aiutare a gettare luce sulla verità dietro l’attacco chimico di Douma. Al di là di ciò, è essenziale che l’OPCW rimanga un’organizzazione indipendente e imparziale al fine di evitare qualsiasi strumentalizzazione politica a scopo di giustificare interventi militari. Solo attraverso una completa trasparenza e apertura delle indagini sarà possibile garantire che l’OPCW rimanga un’autorità affidabile e rispettata nel campo della prevenzione dell’uso di armi chimiche.

(per maggiori dettagli vedi Grey Zone:  https://thegrayzone.com/2023/03/27/burying-key-evidence-new-opcw-report-covers-up-doumas-unsolved-deaths/)

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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