I nostri media continuano a parlare di disinformazione russa. Ma in realtà, un articolo del New York Times dimostra che esiste un problema italiano ed europeo ed è la disinformazione mainstream. Ma di tanto in tanto i media anglosassoni e statunitensi lasciano trasparire il reale modus operandi degli Stati Uniti e dei loro vassalli. In questo caso, il New York Times ha riportato una notizia a dir poco sconvolgente: gli Stati Uniti hanno rischiato nel 2017 di distruggere completamente la diga siriana di Tabqa con bombe ad alto potenziale, facendo riversare a valle una massa d’acqua che poteva uccidere centinaia di migliaia di civili.
La notizia allora fu elusa dalla maggior parte dei mass media:
“La diga, ormai fuori servizio, è stata sottoposta a bombardamenti da parte della Coalizione internazionale e potrebbe cedere da un momento all’altro scatenando una valanga d’acqua che investirebbe la stessa Tabqa, Raqqa ed arriverebbe probabilmente fino a Mosul, in Iraq”.
(Notizie Geopolitiche)
Lo scopo del raid aereo era apparentemente l’ISIS che si era arroccato nella diga ma la diga era inserita nella lista degli obiettivi troppo pericolosi da attaccare. Ciononostante la Task Force segreta 9, ordinò ugualmente il bombardamento. Se la diga non avesse retto – e questo è successo solo grazie ai tecnici siriani della diga – l’inondazione avrebbe ucciso probabilmente più civili di quelli morti in tutta la guerra siriana.
Riporto qui di seguito l’unico media che ha ripreso la notizia diffusa dal NYT; è l’agenzia di stampa federale russa Riafan:
– inizio citazione –
New York, 22 gennaio. Nel 2017 le forze armate statunitensi hanno attaccato una diga nella provincia siriana di Raqqa, controllata dal gruppo Stato islamico (ISIS). Secondo il New York Times (NYT), la struttura era stata inserita nell’elenco degli oggetti non soggetti a bombardamenti, poiché il cedimento di una diga avrebbe potuto mettere in pericolo la vita di decine di migliaia di siriani.
Ciononostante, due ex funzionari statunitensi hanno riferito al giornale che un’unità della Task Force segreta 9 (Task Force 9) ha effettuato un attacco alla diga di Tabka il 6 marzo 2017. L’attacco ha fatto saltare in aria cinque piani della struttura di 18 piani e ha innescato un enorme incendio che ha distrutto l’attrezzatura. Tre operai della diga che si sono precipitati sul posto sono stati uccisi da un attacco aereo delle forze della coalizione guidate dagli Stati Uniti.
Russia e Siria hanno accusato gli americani di quanto accaduto, ma il comandante dell’offensiva statunitense, il tenente generale Stephen Townsend , ha negato con forza queste accuse, dicendo che la diga non era un obiettivo della coalizione.
Quando gli Stati Uniti sono stati accusati di aver bombardato la più grande diga della Siria, il Pentagono ha respinto l’accusa definendola “una notizia folle”.
Il New York Times ora rivela che stavano mentendo: l’hanno bombardata.
Su cos’altro pensi che ci abbiano mentito in Siria? https://t.co/o52dV8NauJ
— Aaron Mate (@aaronjmate) 20 gennaio 2022
Secondo due ex funzionari statunitensi, l’attacco è stato effettuato con almeno una bomba BLU-109, progettata per distruggere grandi strutture in cemento. Nello stesso tempo, i militari sono stati avvertiti che un attacco alla diga potrebbe causare inondazioni che avrebbe potuto mettere a rischio la sicurezza di decine di migliaia di civili, scrive il NYT.
“Usare una bomba da 2.000 libbre (907 kg – ndr) contro un bersaglio limitato, come una diga, è estremamente difficile. Questo non avrebbe mai dovuto essere fatto in volo. Nel peggiore dei casi, queste munizioni avrebbero potuto distruggere completamente la diga “, ha affermato il colonnello dell’aeronautica in pensione Scott Murray , che ha pianificato attacchi aerei durante le campagne in Iraq, Afghanistan e Kosovo.
Successivamente, i lavoratori della struttura che hanno esaminato la scena hanno trovato una bomba BLU-109 inesplosa.
Secondo quanto riferito, l’unità militare statunitense ha preso di mira la diga in Siria nel 2017 che era controllata dal gruppo dello Stato islamico (IS), nonostante la struttura fosse su una “lista di divieto di attacco” – dato che le inondazioni potrebbero mettere a rischio la vita di decine di migliaia di persone https ://t.co/fCiLO1pBgO
— Middle East Eye (@MiddleEastEye) 22 gennaio 2022
Secondo le fonti, la Task Force n. 9 ha attaccato un’infrastruttura inclusa nell’elenco dei bombardamenti vietati, ritenendo la situazione nell’area un’emergenza.
In un commento al NYT, il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) ha confermato l’uso di tre bombe, ma ha negato il suggerimento che l’attacco sia stato effettuato in violazione delle procedure stabilite.
“L’analisi ha confermato che gli attacchi aerei alle torri associate alla diga non sono stati considerati in grado di causare danni strutturali alla stessa diga di al-Tabka. E questo calcolo si è rivelato accurato “, ha affermato il portavoce del CENTCOM Bill Urban .
A loro volta, gli ex funzionari hanno sottolineato che l’attacco ha causato molti più danni di quelli indicati dal comando centrale degli Stati Uniti.
Secondo il New York Times, l’aviazione americana nel 2017 ha bombardato un pezzo di infrastruttura strategica in Siria, la diga di Tabqa sul fiume Eufrate, nonostante sia stata inserita in una lista di divieto di attacco. Un bombardiere B-52 ha sganciato alcune delle armi più pesanti nell’arsenale dell’aeronautica americana sul pic.twitter.com/LnlF7X5jIH
— Intel siriano (@Sy_intell) 21 gennaio 2022
Gli ingegneri che lavoravano alla diga hanno affermato che il disastro è stato evitato grazie alla rapida risposta dei dipendenti della diga che erano sul posto e che hanno rischiato la vita.
“La distruzione sarebbe inimmaginabile. Il numero delle vittime avrebbe superato il numero dei siriani morti durante la guerra”, ha detto al NYT l’ex direttore della struttura.
(…)
dall’Agenzia di Stampa Federale russa
– fine citazione –
Un vaso di pandora ancora non scoperto sufficientemente…
Quello raccontato dal New York Times non è stato l’unico episodio di barbarie occidentale avvenuto durante la guerra siriana. Ce ne sono molti altri che contraddicono la narrativa correntemente pubblicizzata
Guardate questa cartina, è Deir Ezzor, una città di 100.000 abitantI a sud dell’Eufrate. In giallo, le colline Tardah. Nel 2017 erano occupate dall’esercito siriano che combatteva contro l’ISIS che assediava la città.
Chi come me, all’epoca seguì quella vicenda, rimase inorridito di quel bombardamento. Ma purtroppo non è tutto: ancora oggi rimangono non puniti e non è detta neanche con una parola di verità in merito ai tantissimi altri crimini compiuti dalle forze statunitensi (o coalizione occidentale che dir si voglia) in 10 anni di guerra di Siria. Eppure, alcuni di questi episodi sono veramente ignobili e scellerati.
Vorrei – per esempio – ricordare che le forze armate statunitensi hanno deliberatamente attaccato le forze siriane a protezione della città assediata dall’ISIS, Deir Ezzor.
Il 16 settembre 2016 gli Stati Uniti condussero un attacco aereo su posizioni dell’esercito siriano sulle colline Turdah a sud dell’aeroporto uccidendo oltre 100 soldati siriani, il raid colpì un grande magazzino dell’esercito siriano (SAA) e distrusse diversi carri armati e pezzi di artiglieria. Subito dopo l’attacco degli Stati Uniti, l’ISIS prese le alture. Le posizioni conquistate consentivano il controllo del fuoco sopra l’aeroporto di Deir Ezzor.
L’esercito degli Stati Uniti ha affermato che l’attacco fu commesso per un errore, ma una relazione d’indagine di tale “errore” (e le testimonianze dei sopravvissuti) indicò che l’attacco militare degli Stati Uniti che prese di mira SAA, fu eseguito intenzionalmente.
Deir Ezzor – dove centomila civili erano assediati dallo Stato Islamico – è stata difesa per ben 4 anni da una piccola guarnigione siriana. Il suddetto attacco aereo USA contro i sodati siriani fu fatto deliberatamente. Permise all’ISIS di guadagnare posizioni su un’altura strategica che sovrasta il capoluogo siriano. In quel caso, senza il valore ed il sacrificio di tanti soldati siriani al comando del gen. siriano Issam Zahreddine (che la UE ha sanzionato) che consolidò nuovi capisaldi (più difficili a tenere), la città sarebbe passata in mano all’ISIS con la notoria scia di sangue e vendette che ha contraddistinto tutte le sue conquiste.
Questo non fu l’unico episodio di supporto all’ISIS. Molte vicende sono ormai pubbliche ma nascoste accuratamente dai media italiani che continuano a additare di disinformazione blog come questo, i media russi o chiunque altro cerchi restituire un po’ di verità a quelle vicende. Per distruggere la verità, la UE stanzia fondi milionari e dice che questi fondi vanno ‘a contrasto della disinformazione’. Ma media di altri paesi almeno – anche se episodicamente – la verità la raccontano. È il caso del servizio della BBC che realizzò il reportage “Raqqa Dirty Secret (vedi qui: https://www.bbc.co.uk/news/resources/idt-sh/raqqas_dirty_secret ) . Esso descrive come le forze USA lasciarono andare migliaia di terroristi dell’ISIS (con armi ed equipaggiamenti) da Raqqa, solo perché potevano dare ‘filo da torcere’ alle truppe siriane.
Purtroppo più nessuno più parla di queste cose, rimane solo la falsa narrativa propagata a piene mani dai media da più di dieci anni. Quindi vi prego di non credete a illusori progetti di ripresa nel nostro paese o dell’Europa. Niente di buono sarà costruito finché mancheranno verità e lealtà nelle azioni delle leadership. Verità e lealtà sono valori ostici a chi si arroga il diritto di decidere cosa sia il meglio per tutti e porta divisione, povertà, morte e distruzione.
patrizio ricci – Vp News