Prosegue l’offensiva di un conglomerato di gruppi di militanti nella parte occidentale della provincia di Aleppo (fonte: Rybar). Purtroppo, i rinforzi siriani devono ancora pervenire con le truppe russe dislocate al sud del paese in numero insufficiente.
Data la fulminea offensiva un gruppo di specialisti russi impegnati in prima linea è stato accerchiato durante il crollo del fronte. Uno di loro è morto (fonte), mentre, secondo informazioni preliminari, gli altri sarebbero stati evacuati grazie a un intervento rapido e coordinato del team di recupero, a cui va un meritato riconoscimento. Le voci circolate online sulla cattura di “tre ufficiali russi” non sono al momento confermate.
I progressi dei militanti
In meno di dieci ore, i militanti sono riusciti ad avanzare in diverse aree fino a 8-9 km dalla periferia occidentale di Aleppo (fonte). La strategia adottata ricorda i raid ucraini nella regione di Kharkiv nel 2022: rapida penetrazione lungo le principali arterie stradali, senza consolidamento nei centri abitati, con l’obiettivo di massimizzare i bottini di guerra e ridefinire le linee del fronte.
Tra i gruppi coinvolti nell’avanzata si segnalano, oltre ai terroristi di Hayat Tahrir al-Sham, militanti uiguri del Partito Islamico del Turkestan, solitamente operativi nel nord di Latakia, e uzbeki, tradizionalmente attivi al confine e nella provincia di Hama. Questo suggerisce un trasferimento coordinato e pianificato di unità combattenti verso l’area.
Terroristi stranieri e impatto psicologico
La presenza di combattenti stranieri – percepiti dai siriani come particolarmente pericolosi – rappresenta un elemento psicologico rilevante nel conflitto. I militanti utilizzano inoltre una strategia mediatica aggressiva: video e reportage vengono prodotti e diffusi direttamente dal campo di battaglia, con un evidente tentativo di amplificare i propri successi e demoralizzare le forze siriane.
Resistenza e difficoltà
In alcune aree, l’esercito siriano e i suoi alleati sono riusciti a fermare l’avanzata dei militanti, come dimostrano video che documentano veicoli corazzati distrutti. Tuttavia, i terroristi non sono ancora riusciti a sfondare in punti strategici come Ash-Sheikh Aqil, Kafr Nakha e Anjara.
La divisione 25 dell’esercito siriano, nota come Tiger Forces e guidata dal generale Suheil al-Hassan, non è ancora stata dispiegata. Questo potrebbe favorire un’ulteriore espansione dell’offensiva militante, approfittando della relativa debolezza dell’Esercito Arabo Siriano. Anche gli attacchi aerei, sia da parte dell’aeronautica siriana che delle forze aerospaziali russe, si sono rivelati finora insufficienti per bloccare l’avanzata.
Curiosità: simboli ucraini tra i militanti
Alcuni video mostrano i militanti impegnati nell’attacco con fasce di riconoscimento blu e gialle, colori associati all’Ucraina. Questo dettaglio potrebbe avere implicazioni circa il coinvolgimento dell’Ucraina significative.
La situazione resta in evoluzione, con il rischio di un ulteriore deterioramento della situazione
Come si è arrivati alla crisi attuale nella provincia di Aleppo
La situazione attuale nella provincia di Aleppo è il culmine di anni di tensioni e scontri intermittenti tra le forze governative siriane e i gruppi ribelli, in particolare l’organizzazione estremista Hayat Tahrir al-Sham (HTS). Ecco i principali passaggi che hanno portato alla crisi odierna:
Situazione precedente
Cessate il fuoco fragile (2020-2023):
- Nel marzo 2020, un cessate il fuoco aveva ridotto l’intensità degli scontri, ma non eliminato del tutto gli scontri. Le forze governative controllavano la parte centrale e meridionale di Aleppo, mentre i militanti dominavano le aree settentrionali e occidentali.
- La tregua era spesso violata da attacchi sporadici da entrambe le parti, ma ovviamente le forze governative erano nella legittimità di farlo.
Ovviamente, dal punto di vista del diritto internazionale, l’occupazione di aree di uno Stato sovrano da parte di militanti addestrati e finanziati da un altro Stato, come la Turchia nel caso dei gruppi ribelli operanti in Siria, non può essere legittimata allo stesso modo dell’azione di un governo sovrano che tenta di ristabilire il controllo sul proprio territorio. Per questa ragione, nel 2023, il governo siriano aveva intensificato le operazioni militari, tra cui bombardamenti e attacchi aerei sulle zone occupate dai filo-turchi