ONU: in ASIA 228.000 decessi tra i bambini sotto i 15 anni, a causa delle restrizioni dei lockdown

La BBC in un articolo di due giorni fa – intitolato “Le interruzioni [decretate dagli stati] per il Covid-19 hanno ucciso 228.000 bambini nell’Asia meridionale”- , riferisce di un rapporto delle Nazioni Unite sulle conseguenze dei prolungati lockdown in Asia.

In particolare, il rapporto sottolinea che sono state le donne e i bambini a essere i più colpiti dall’interruzione dei servizi sanitari.

Le conseguenze più devastanti si sono riversate soprattutto in Afghanistan, Nepal, Bangladesh, India, Pakistan e Sri Lanka, dove vivono circa 1,8 miliardi di persone.

La BBC riferisce che “molti paesi, compresi quelli dell’Asia meridionale, hanno risposto alla pandemia con rigidi lockdown.

Mentre ospedali, farmacie e alimentari sono rimasti aperti, quasi tutto il resto è stato chiuso.

L’articolo dice anche:

Il rapporto mette in evidenza gli effetti diretti e indiretti della pandemia, esamina l’effetto delle strategie governative sull’assistenza sanitaria, sui servizi sociali, comprese le scuole e sull’economia.

Ora, il rapporto Onu è molto chiaro. Dice che  a causa dei blocchi in questi paesi, ci sono stati 228mila decessi aggiuntivi tra i bambini sotto i 5 anni di età (rispetto alla media degli altri anni  ).

E’ rilevante che invece “dall’inizio della pandemia sono stati rilevati circa 1,3 milioni di casi di coronavirus in Asia meridionale, con 186mila morti”. mentre i decessi che l’Onu imputa alle restrizioni sono 228.000″.

Quindi, si tratta di 40.000 morti in più di quelle causate da covid. E queste sono tutte morti nei giovani, mentre le morti Covid sono soprattutto tra gli anziani.

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Detto ancora più chiaramente: l’Onu afferma che le restrizioni hanno effettivamente ucciso più persone di quanto abbia fatto Covid, il che è interessante, perché la narrativa è che i paesi asiatici hanno fatto bene nel trattare covid.

Il rapporto afferma:

Tutti i paesi, compresi quelli dell’Asia meridionale, devono continuare e persino aumentare gli investimenti nei sistemi sanitari, nella riduzione della povertà, nell’istruzione e nella creazione di capitale umano e nell’uguaglianza di genere, se il mondo vuole mantenere e migliorare i guadagni in materni, bambini e salute e alimentazione degli adolescenti raggiunte negli ultimi decenni…

Questo è detto in un analogo rapporto dell’Unicef che potete leggere qui: (Link al rapporto completo – https://www.unicef.org/rosa/media/13066/file/Main%20Report.pdf).

Come dicevo, le conclusioni dell’Unicef sono simili a quelle del rapporto Onu. E’ da notare che è davvero singolare che si raccomanda a questi paesi le misure anti covid le persone dovrebbero aumentare il lavaggio delle mani, quando hanno servizi igienici comuni e nessuna struttura per i rifiuti (date un’occhiata qui,  https://www.thedailystar.net/frontpage/news/dhaka-slums-where-covid-curiously-quiet-1936293).

Il resto del rapporto insiste sulla necessità di diminuire le disparità:

“Dobbiamo fare di più che recuperare la perdita di salute e capitale umano subita negli ultimi mesi. Dobbiamo ricostruire meglio , superando i divari di equità e gli svantaggi affrontati dalle popolazioni, semplicemente a causa della regione geografica in cui vivono. Questa pandemia potrebbe essere stata senza precedenti, ma quelle in futuro non lo saranno, e il mondo deve essere preparato” .

E un’altra stilettata ancora per i lockdown e il non aver sanato le disparità sociali e l’accesso alle cure:

“L’effetto del blocco totale dell’economia mondiale presa dai governi come se non esistesse altra metodologia per contrastare il virus se non blocco e vaccini, ha comportato una crescita della mortalità infantile senza precedenti. Basti pensare che nel 2020 in India la mortalità infantile ha toccato il 15,4%, seguita dal Bangladesh al 13%”.

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E’ interessante che anche le Nazioni Unite abbiano espresso il 23 febbraio un giudizio severo sul comportamento dei governi che hanno adottato procedure illegali e spropositatamente rigide verso i cittadini. L’ONU, in questo caso, ha avvertito i governi degli eccessi a cui si sono abbandonati ed ora lo fa ancora anche tramite l’evidenziazione delle conseguenze.

In questo disastro, molte cose sono state rivelate, molti modi di pensare sono a nudo. E’ fortemente plausibile che l’illusione di vivere al soldo delle banche centrali ci farà fare anche a noi un brutto risveglio. L’enorme debito pubblico mondiale contratto sarà scaricato interamente sul lavoro, a fare da puntello all’autoritarismo ed al potere globale.

Ma lasciamo stare noi, la questione di cui ci stiamo occupando è la seguente : nei paesi asiatici più poveri il lockdown da covid sono stati tremendi, più del Covid stesso. Questo sarà di ammonimento per la leadership occidentale? Ci dobbiamo aspettare un cambio di rotta da parte dei governi?  Quali saranno le reazioni?

Beh, per rispondere a queste domande ci sono alcune cose da considerare:

  1. la gestione dei lockdown è stata del tutto fallimentare in quasi tutto il mondo;
  2. in tempo di Covid  la leadership occidentale non ha rinunciato alle sanzioni contro altri paesi;
  3. in tempo di Covid  la leadership occidentale ha lanciato programmi aggressivi in tutto il mondo e  innescato nuovi tensioni;
  4. in tempo di Covid le borse hanno avuto picchi storici e le multinazionali legate con porte girevoli ad Unione Europea e Stati Uniti, hanno raddoppiato i profitti;
  5. la maggior parte dei piani ‘Recovery plan’ implementati nei vari paesi non saranno indirizzati alla Sanità ma a digitale, green, armamenti;

Riflettiamo, alla luce di questi segnali ed evidenze è quindi plausibile che le leadership occidentali accoglieranno gli appelli dell’Onu?

La risposta è, ovviamente, ‘certamente no’.

Quindi la risposta standard della brigata pro-lockdown per queste evidenze che, è di solito la seguente: “Va bene, ma i lockdown hanno salvato così tante vite in più”, non è ammissibile.

In linea,  non sarebbe più ammissibile continuare a mentire.

Ad esempio, in Gran Bretagna un piano pandemico era già pronto nel 2019 ed era stato fatto per una influenza particolarmente virale con un CFR, del 2,5%. Nel piano era chiarito di evitare la chiusura di massa dell’economia, delle scuole, delle Ong all’estero ecc. Era insostenibile nel mondo sviluppato e fatale in quello in via di sviluppo. Eppure, non appena si è verificata la pandemia  – che è stata meno grave di quanto molti dei piani governativi avevano considerato – , il mondo intero si spegne, compresi tutti quei servizi ai più vulnerabili.

SCIMMIA
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La domanda è quindi, “perché non hai semplicemente seguito il piano che hai fatto quando avevi le idee chiare”?

Dal lato del popolo si è manifestato  il panico e un disperato bisogno di vedersi come sotto controllo.

E dal lato delle leadership dei paesi, la cartolarizzazione è già in pieno svolgimento e troppe persone hanno già un interesse acquisito nel sostenere le narrative pro-lockdown.

Possiamo sperare che queste ultime un giorno vedranno l’errore del loro approccio, ma la speranza è tutto ciò che possiamo fare.

Probabilmente tutto questo finirà in modo simile alla guerra in Iraq. In quell’occasione, l’Occidente inizialmente si è mobilitato per la causa dell’invasione dell’Iraq, e molti paesi troppo tardi si sono resi conto di ciò che realmente è successo. Si sono resi conto di essere stati ingannai. Ma il governo degli Stati Uniti aveva già raggiunto i suoi obiettivi di proiezione del potere.

Quindi cosa hanno fatto quei paesi? Hanno taciuto e lo hanno rifatto ancora e poi ancora.

La narrativa quindi continuerà in un certo modo che conoscete.

L”l’informazione vera” non fa risaltare  e risultare certe dinamiche, al massimo ‘riporta’  – come ha fatto la BBC –  la notizia del report dell’Onu, ma sottraendosi dal compito di commentare ciò che è scomodo.

Come possiamo chiamare tutto questo!?

Le scimmie vedono, le scimmie fanno.

La paura vende.

Sapete che tempi sono questi e sapete che abbiamo bisogno soprattutto di Luce…

patrizioricci by @vietatoparlare.

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