ONU: “Virus usato dai governi come pretesto per reprimere dissenso e togliere libertà”

Il 21 febbraio,  il Segretario generale delle Nazioni Unite e l’Alto Commissario sul Guardian ha condannato la crescente pratica di reprimere il dissenso con il pretesto di combattere la pandemia.

Il 23 febbraio a Ginevra ha fatto la stessa cosa. In quell’occasione, rivolgendosi ai delegati alla sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, il Segretario generale delle Nazioni Unite e l’Alto Commissario ha condannato anche in questo caso la repressione del dissenso e la contrazione ingiustificata dei diritti individuali. Sottolineando che la pandemia ha esacerbato la disuguaglianza e creato nuovi problemi (qui il link della pagina delle Nazioni Unite). Tutto questo non ha avuto nessun eco sui media-

Anche se questo vi può sembrare incredibile, L’unica pubblicazione oltre il Guardian che ha dato rilevanza alle parole di Guterres, è la pubblicazione italiana Pressenza:

Covid, il segretario dell’Onu il 21 febbraio ha lanciato un allarme: “Il Virus è stato usato come pretesto per reprimere il dissenso e togliere libertà”

Il mondo insieme al virus sta affrontando una pandemia di violazioni dei diritti umani“, ha detto il segretario generale dell’Onu António Guterres il 21 febbraio scorso.
“Le libertà sono state schiacciate e la libertà di parola ostacolata dai governi di tutto il mondo.

I regimi autoritari, ma anche altri governi, hanno imposto limiti drastici ai diritti e alle libertà, usando il virus come pretesto per limitare la libertà di parola e soffocare il dissenso.” Questo quanto riportato in una dichiarazione del segretario ONU, in esclusiva sul Guardian, Guterres ha affermato che, “la pandemia Covid-19 ha riportato indietro anni di progressi sui diritti umani, gli abusi hanno prosperato perché la povertà, la discriminazione, la distruzione del nostro ambiente naturale e altri fallimenti dei diritti umani hanno creato enormi fragilità in le nostre società”. – Aggiungendo – “C’è stata una repressione globale nei confronti degli attivisti, dell’opposizione, e dei difensori dei diritti umani, un aumento degli attacchi ai giornalisti e di manovre per frenare la libertà di parola, per censurare, non solo sui media, per lanciare app di tracciamento invasive e mettere in atto misure di sorveglianza estreme, molte delle quali probabilmente sopravvivranno di gran lunga dopo il virus.”

Antonio Guterres, segretario delle Nazioni Unite intervenuto sul Guardian, ha poi spiegato che, “il Covid è stato usato come pretesto per violare deliberatamente i diritti umani”.
Guterres sempre lo stesso giorno ha aperto la 46esima sessione del Consiglio delle Nazioni Unite sui diritti umani a Ginevra.
Durante l’incontro ha inoltre puntato il dito contro “l’incapacità di garantire equità nella campagna vaccinale e nelle terapie contro Covid-19 a livello globale, – indicando questa cosa come – l’ennesimo fallimento e solo l’ultima delle tante indignazioni morali che ci circondano e ulteriormente emerse con la pandemia.”

Inoltre, Guterres ha aggiunto, “durante l’emergenza sanitaria dovuta al Covid, specie in via dei blocchi, la violenza contro le donne e le ragazze è balzata alle stelle, a partire dalle violenze domestiche, la violenza on-line, la tratta e lo sfruttamento sessuale, fino alle imposizioni dei matrimoni precoci. La crisi ha un volto di donna”. ha affermato il segretario generale ONU.
Poi Guterres è passato a citare i movimenti razzisti ed estremisti, “impegnati in campagne mosse da frenesia di odio” e che per alcuni paesi rappresentano forse la minaccia più grande alla sicurezza interna” – Nel suo discorso ha proseguito – “Il pericolo dei movimenti guidati dall’odio cresce di giorno in giorno. Questi e altri gruppi hanno sfruttato la pandemia per aumentare le dimensioni dei loro ranghi attraverso la polarizzazione sociale, la manipolazione politica e culturale, usando il fortissimo scontento generale”.

Guterres ha poi concluso: “Non è il momento per trascurare i diritti umani; è un momento in cui, più che mai, i diritti umani sono necessari per affrontare questa crisi in un modo che ci possa consentire di concentrarci sul raggiungimento di uno sviluppo inclusivo e sostenibile e di una pace duratura. Siamo tutti insieme in questo. Il virus minaccia tutti. I diritti umani elevano tutti. Rispettando i diritti umani in questo momento di crisi, costruiremo soluzioni più efficaci ed eque per l’emergenza di oggi e per la ripresa di domani.
Sono convinto che sia possibile, se siamo determinati e lavoriamo insieme”


Non è il primo appello dell’Onu. L’Onu aveva già fatto un comunicato il 19 marzo 2020. Anche in questo caso, nella totale indifferenza di governi ed informazione:

L’utilizzo di strategie e tecnologie volte a combattere il nuovo coronavirus non deve portare a violazioni dei diritti delle persone alla privacy, alla libertà dalla discriminazione e alla libertà di espressione. Questa dichiarazione è stata fatta da esperti di diritti umani di tre organizzazioni internazionali: l’ONU, l’OSCE e la Commissione interamericana per i diritti umani.

Gli autori della dichiarazione, hanno affermato, condividono l’allarme causato dalla pandemia COVID-19 e riconoscono la necessità di trovare modi per proteggere la salute e la vita delle persone. Allo stesso tempo, il benessere dei cittadini in una situazione così grave dipende anche dalla possibilità di ottenere le informazioni necessarie su quale sia il pericolo e su come proteggere se stessi, i propri cari e i vicini. Tutte le persone, senza eccezioni, hanno il diritto di esprimere la propria opinione e di cercare e trasmettere qualsiasi informazione attraverso qualsiasi canale, hanno sottolineato i difensori internazionali dei diritti umani e fatto una serie di raccomandazioni ai governi.

“I governi sono obbligati a fornire informazioni veritiere sulla natura della minaccia rappresentata dal coronavirus ” , afferma il comunicato. Questo è un requisito del diritto internazionale, lo ricordano gli autori, e le informazioni dovrebbero essere fornite in una forma accessibile, tenendo conto delle esigenze di coloro che non hanno accesso a Internet o che vi hanno accesso limitato, comprese, ad esempio, le persone con disabilità.

Sottolineando il ruolo critico di Internet in tempi di crisi, gli esperti di diritti umani esortano i governi a non bloccare Internet, ma piuttosto a fornire immediatamente l’accesso più ampio possibile al World Wide Web. “In un’emergenza, in cui le informazioni sono vitali, le restrizioni diffuse all’accesso a Internet non possono essere giustificate da considerazioni di ordine pubblico o sicurezza nazionale”, sostengono.

E poiché parliamo dell’importanza dell’informazione, i governi devono adottare misure eccezionali per proteggere i giornalisti e attuare pienamente le leggi sulla libertà di informazione, la dichiarazione afferma: “Durante un’emergenza sanitaria, i giornalisti hanno un ruolo fondamentale da svolgere nel fornire informazioni critiche al pubblico. . e monitorare le azioni del governo “.

Gli autori del documento invitano anche a “prendere l’iniziativa” da chi diffonde false informazioni che possono nuocere alla salute, seminare il panico e provocare rivolte. Pertanto, ritengono, sia importante con tutti i mezzi possibili, attraverso tutti i canali disponibili, trasmettere al pubblico la posizione delle autorità e informazioni affidabili. Allo stesso tempo, è importante non oltrepassare la linea sottile e ricorrere alla censura e alla rimozione di determinati materiali solo in casi di estrema necessità: “Qualsiasi tentativo di criminalizzare i contenuti legati a una pandemia può portare alla sfiducia del pubblico nei confronti delle informazioni ufficiali , rendono difficile l’accesso alle informazioni necessarie e incidono in modo estremamente negativo sulla libertà di espressione ”.

Anche l’uso della tecnologia per monitorare la diffusione del coronavirus suscita preoccupazione, che è necessario per combattere la pandemia, ma non dovrebbe essere utilizzato per altri scopi che potenzialmente violano il diritto delle persone alla privacy, alla libertà dalla discriminazione e alla protezione delle fonti di informazione giornalistica. Inoltre, gli attivisti internazionali per i diritti umani affermano che la riservatezza dei dati personali dei pazienti deve essere rigorosamente rispettata. Hanno invitato i governi a utilizzare le tecnologie esistenti solo se rispettano le misure di protezione più rigorose per le persone e rispettano la loro legislazione nazionale, che, a sua volta, deve essere basata sul diritto internazionale.

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