Orsini: “Crosetto darà all’Ucraina i missili il giorno successivo le elezioni”, l’escalation NATO-Russia coinvolgerà tutti

Recentemente il prof Orsini, direttore del Centro per lo Studio del Terrorismo dell’Università di Roma Tor Vergata, Research Affiliate al MIT di Boston e docente di Sociologia del terrorismo alla LUISS, in un suo video ha avvisato che il ministro della Difesa Guido Crosetto aspetterà il giorno dopo le elezioni per comunicare la decisione già presa dell’invio di missili italiani a lunga gittata destinati a colpire la Russia nel suo territorio.

Orsini: “Crosetto darà all’Ucraina i missili Storm Shadow per colpire il territorio Russo in profondità… ha furbescamente rimandato il nuovo invio di armi al giorno successivo alle elezioni per ingannare meglio gli italiani“.

Inoltre, il prof. Orsini ha rilevato che soldati italiani già si stanno allenando per combattere in Ucraina “Crosetto si prepara anche per inviare i soldati italiani a sparare contro i russi in Ucraina… i nostri soldati si addestrano a tal fine nell’esercitazione della NATO” (video di Orsini a fine articolo).

Le parole di Orsini riecheggiano mentre Crosetto, in un’intervista inaspettata, comincia a cambiare il suo linguaggio in modo evidente: “Siamo sull’orlo del baratro, Putin va fermato“. È certo che vedremo sempre più di questi accenti bellicosi, che mal celano il fatto che, in realtà, nulla si sta facendo per evitare quel baratro. Anzi, il fuoco continua ad essere alimentato.

Anche questi primi segnali mostrano chiaramente che si sta accelerando la corsa verso il baratro, e l’accusa che la nostra leadership stia effettivamente portando l’Italia verso un conflitto diretto con la Russia è fondata.

La valutazione di Orsini non è isolata, ma si inserisce in un contesto di evidenze e analisi fornite da esperti militari ed ex funzionari che hanno operato in ruoli chiave nell’esercito degli Stati Uniti e nella CIA. Le opinioni variano, ma tutte indicano il rischio di una guerra diretta tra la NATO e la Russia, con scenari che vanno da un’invasione della NATO in territorio russo all’assedio di Kaliningrad, fino all’escalation nucleare.

Anche dal lato russo aumentano gli avvertimenti preoccupati, mentre migliaia di soldati e civili continuano a morire in Ucraina.

Il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha dichiarato: “L’Occidente rischia di sottovalutare le possibilità di utilizzo delle armi nucleari, proprio come non è riuscito ad anticipare l’inizio dell’operazione russa in Ucraina. Questa non è intimidazione o bluff nucleare… L’attuale conflitto militare con l’Occidente si sta sviluppando secondo il peggiore scenario possibile… La potenza delle armi di fabbricazione NATO dispiegate è in costante aumento… Ecco perché oggi nessuno può escludere il passaggio del conflitto alla fase finale“.

 

In linea con queste preoccupazioni, il Ministro della Difesa russo,  Andrei Belousov, ha dichiarato al Consiglio dei Ministri della Difesa della CSTO ad Almaty, in Kazakistan: “Tutti i tentativi di infliggere una sconfitta strategica alla Russia sono inutili”.

Anche la pubblicazione statunitense POLITICO ha espresso preoccupazioni con l’articolo “La guerra li ha trovati: la scommessa ucraina di Biden imposta un nuovo corso“, affermando: “Il presidente Joe Biden ha appena fatto precipitare gli Stati Uniti più in profondità nella lotta in Ucraina… Presto, l’Ucraina utilizzerà armi prodotte negli Stati Uniti per colpire la Russia, una potenza dotata di armi nucleari, con la benedizione del presidente degli Stati Uniti… La decisione di Biden è una cruda ammissione che i suoi sforzi per difendere pienamente l’Ucraina finora non sono stati all’altezza”.

Il portavoce del Ministero del Cremlino, Dmitry Peskov, ha sottolineato: “Siamo consapevoli che i tentativi di colpire il territorio russo con armi di fabbricazione americana sono già in corso. Questo è sufficiente per noi e dimostra chiaramente la portata del coinvolgimento degli Stati Uniti in questo conflitto”.

Tra gli analisti menzionati, l’ex ufficiale dell’intelligence del Corpo dei Marines degli Stati Uniti e ispettore delle armi delle Nazioni Unite, Scott Ritter, ha osservato: “La fine del gioco in Ucraina si avvicina” e ha spiegato: “Il presidente russo Vladimir Putin sa che non sono gli ucraini a prendere di mira… Sono i francesi, sono i tedeschi… Sono gli inglesi… Sono gli americani… E quindi, se questi missili, questi sistemi d’arma, ora ricevono il via libera dalle rispettive nazioni occidentali e vengono utilizzati dall’Ucraina per attaccare obiettivi all’interno della Russia, non si tratta più di difendere l’Ucraina da sola. Si tratta della NATO che attacca la Russia”.

In questo contesto, la Russia sembra risparmiare al mondo un’escalation devastante, limitandosi a non reagire abbattendo i vettori di ricognizione della NATO che quotidianamente scrutano gli obiettivi russi.

Sulla concreta possibilità di una guerra nucleare, l’ex analista del Pentagono e della National Security Agency, il tenente colonnello in pensione dell’aeronautica americana Karen Kwiatkowski, ha commentato con timore: “Il grosso problema è che i droni di Kiev hanno già attaccato i sistemi di allarme rapido russi progettati come parte della loro difesa nucleare… Se le armi americane, armi più pesanti, vengono usate contro quegli obiettivi, questo non può fare a meno di essere visto dalla Russia come un precursore di un primo attacco – un primo attacco nucleare… Quando colpisci i radar di difesa nucleare di qualcuno, i suoi “occhi”, i suoi sistemi difensivi, in una normale strategia di guerra, stai preparando un campo di battaglia” (Sputnikglobe).

Attualmente, la Russia sta cercando di infliggere un duro colpo alle infrastrutture, agli armamenti, al personale militare e alla logistica ucraina, sperando che il paese crolli prima di un intervento diretto della NATO e di una conseguente espansione del conflitto.

I segni di questo sforzo sono evidenti. Il Kiev Post ha riferito: “Almeno 100 missili e droni russi hanno attaccato l’Ucraina durante la notte… Lo sbarramento ha preso di mira siti energetici in tutto il paese” (https://www.kyivpost.com/post/33629).

Il consigliere Dmitry Suslov ha affermato: “L’Occidente è arrivato a credere che il costo della sconfitta di Kiev è di gran lunga maggiore dei rischi di uno scontro militare diretto con la Russia… Questa logica può inevitabilmente portare alla Terza Guerra Mondiale… Tra pochi mesi, o forse anche settimane, la stessa logica sarà applicata allo stazionamento di truppe occidentali regolari in Ucraina… Secondo l’attuale dottrina nucleare russa, un simile scenario equivarrebbe a un motivo ufficiale per l’uso di armi nucleari… Per confermare la serietà delle intenzioni della Russia e per convincere i nostri avversari della volontà di Mosca di intensificare l’escalation, vale la pena considerare un’esplosione nucleare dimostrativa… Si spera che l’effetto politico e psicologico di un fungo atomico, trasmesso in diretta su tutti i canali televisivi del mondo, riporti ai politici occidentali l’unica cosa che ha impedito le guerre tra le grandi potenze dopo il 1945, e che ora hanno in gran parte perso: la paura della guerra nucleare”.

Sabato, tutte queste valutazioni hanno spinto l’ex presidente Donald Trump a ribadire con tono allarmato: “Sono impegnato a ripristinare la pace e la stabilità e a fermare la marcia di Joe Biden verso la Terza Guerra Mondiale”.

Riuscirà nel suo intento? A giudicare dagli eventi, novembre sembra una data molto lontana. Il rischio è che gli eventi precipitino prima, anche per il desiderio di lasciare a Trump una situazione degradante in cui sarà costretto a proseguire il conflitto. Con gli USA o l’UE già coinvolti direttamente, si rischia di continuare il conflitto a tempo indeterminato, con esiti mai positivi per nessuno.

ekb221

L’attuale irresponsabile corsa all’escalation, se non interrotta, rischia di mettere Trump di fronte a un ‘fatto compiuto’. Pertanto, potrebbe fare ben poco, ammesso che le elezioni americane si tengano e che Trump non venga eliminato fisicamente o escluso dalla competizione elettorale tramite la giustizia americana. Come ha recentemente osservato il noto conduttore Tucker Carlson, queste possibilità sono tutt’altro che remote.

^^^^^

Media correlati: