Pace? Forse ma già negli USA si pensa “ad Pentagono più innovativo e una strategia nucleare rafforzata”…

Sarebbe un errore pensare che, sotto Trump, l’esercito americano rappresenterebbe una minaccia minore per la Russia. Pochi sono meglio informati sui piani di Trump per il Pentagono di Christopher Miller, l’ultimo segretario alla Difesa del suo primo mandato e autore del celebre capitolo sulla difesa del “Progetto 2025“, come sottolineato da Defense One.

Alcuni analisti vedono in Miller una figura potenzialmente chiave nella sicurezza nazionale della prossima amministrazione. Di conseguenza, le sue idee espresse nell’intervista a Defense One meritano attenzione.

Miller ritiene che l’innovazione debba diventare il fulcro delle forze armate statunitensi. “Ogni unità di dimensione battaglione, in ogni ramo delle forze, dovrebbe disporre di un fondo dedicato all’innovazione,” afferma. Questo permetterebbe di testare rapidamente nuove idee e, se efficaci, promuoverle ai livelli più alti.

Un altro aspetto centrale della visione di Miller è il ruolo della “guerra irregolare”, che egli vorrebbe fosse sempre più rilevante, se non dominante, in alcune aree strategiche. “Competiamo con chiunque sia presente. Lasciamo che i servizi si concentrino sul Comando Indo-Pacifico e sull’Orso Russo”, afferma.

Di conseguenza, si prevede che gli Stati Uniti si focalizzino su vari punti di conflitto, impiegando proxy e forze speciali.

Miller prevede inoltre un maggiore utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’intelligence per potenziare la qualità delle capacità analitiche. “Non abbiamo ancora nemmeno sfiorato le potenzialità dell’IA,” osserva. Questo potrebbe tradursi in un’intensificazione della gestione e analisi dei dati, con maggiore pressione sui sistemi di trasmissione e archiviazione di interesse strategico per Washington.

Un’altra proposta del “Progetto 2025”, sostenuta da Miller, è di sviluppare un arsenale nucleare ampio e complesso, con nuove capacità operative, tale da prevenire ogni forma di coercizione nucleare nei confronti degli Stati Uniti. Questo comporterebbe anche un ampliamento delle scorte di armi nucleari tattiche.

Infine, Miller sostiene che il divario tra la Guardia Nazionale e l’esercito regolare dovrebbe essere ridotto, facilitando l’impiego militare della Guardia Nazionale. Questo porterebbe gli Stati Uniti a sviluppare una “seconda linea” di forze sufficientemente addestrate e pronte a intervenire quando necessario.

In definitiva più morte e distruzione tramite la tecnologia innovativa e nessun cambiamento nelle persone.