Le navi militari russe hanno lasciato il porto siriano di Tartus

Le Navi da guerra russe hanno inaspettatamente lasciato il porto siriano di Tartus, nel Mediterraneo, mentre le spedizioni russe di armi alla Siria sono state improvvisamente interrotti. Lo rivelano fonti militari. Questi fatti, e altri, indicano che la Russia si sta rapidamente allontanando dalla scena siriana, per evitare di essere coinvolti nei combattimenti che si …

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«La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni»?

Non sono esperto di ‘cose della Chiesa’. Del card. Martini ho sentito parlare come ‘progressista’ ed oggi c’è chi tesse lodi solo per la sua predisposizione ai cambiamenti: personalmente penso che gli si faccia un torto.  Oggi bisogna pensare al servitore della Chiesa : l’ha fatto fino alla fine secondo la sua personalità, in unità. …

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Rimsha oggi in tribunale: sottoscrivete l'appello di Cultura Cattolica

        http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=30923 Autore: Amato, Avv. Gianfranco   Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: CulturaCattolica.it Facciamo sentire la nostra voce, in difesa di chi è più fragile ed indifeso. In fondo trovate anche il testo per farlo sottoscrivere a chi non si può collegare con Internet. Oggi dopo la Messa abbiamo raccolto 293 adesioni. Ed …

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La brigata internazionale in Siria

La storia del piccolo esercito formato anche da veterani libici che combatte in Siria e ha misteriosi finanziamenti. fonte: http://www.ilpost.it/2012/07/29/la-brigata-internazionale-in-siria/ La giornalista della CNN Jomana Karadsheh racconta la storia della brigata “Liwaa al-Umma”, un gruppo di ex ribelli libici che dopo essere stati tra i primi a entrare a Tripoli l’anno scorso, hanno attraversato il …

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Patriarca Younan: «In attesa del Papa, la nostra angoscia per la Siria»

(Beirut) – La prossima visita del Papa al Paese dei cedri resta confermata, pur nelle convulsioni che dalla Siria stanno tracimando in Libano e sulle quali pesa «l’opportunismo economico» con cui l’Occidente guarda al travaglio che scuote il mondo arabo. Così il patriarca dei siro-cattolici Youssif III Younan parla dell’imminente viaggio papale a Beirut dalla sede del patriarcato a Charfat, dove si terrà l’incontro ecumenico con Benedetto XVI il 16 settembre.

 syrian christians 008intervista di  Manuela Borraccino | 27 agosto 2012

Beatitudine, a che punto è la guerra in Siria?
Siamo molto preoccupati per il Paese e in particolare per Aleppo, dove continuano i combattimenti tra l’esercito regolare e i ribelli, anche in centro città, con i cittadini che restano rintanati in casa, senza poter sfollare. L’unica via di fuga sarebbe l’aeroporto di Aleppo, ma anche la strada per raggiungerlo è divenuta pericolosissima per via dei check-point del cosiddetto Libero esercito siriano. Le ultime settimane sono state drammatiche per la sicurezza, i rifornimenti alimentari ed energetici.
Che cosa pensate di fare?
Gli sviluppi sono imprevedibili, ed è difficile anche pensare a cosa fare. Il regime dice di essere pronto al dialogo, i ribelli e l’opposizione hanno messo come condizione, per sedersi al tavolo del negoziato, la rinuncia di Bashar al-Assad al potere, una richiesta inaccettabile per il presidente. Perciò siamo ad un punto morto.

Come giudica l’atteggiamento della comunità internazionale?
Uno dei paradossi della crisi siriana è che le monarchie del Golfo, che sono a maggioranza sunnita, intendono rovesciare anche per ragioni confessionali il regime siriano, e i Paesi occidentali anziché rifiutare il confessionalismo e tentare una mediazione appoggiano, per via del petrolio, i Paesi del Golfo. Abbiamo il dovere di chiederci come mai l’Occidente – una comunità di Paesi che si definiscono laici e con società civili basate sui diritti umani, che prescindono dalla fede dei singoli cittadini – accetti senza riserve che nel Ventunesimo secolo l’Organizzazione della Conferenza islamica, che riunisce 57 Paesi musulmani, tenga un vertice in Arabia Saudita sotto l’egida della comune appartenenza a una religione per prendere decisioni politiche!

Lei ha parlato di «opportunismo economico»…
Certamente: perché il linguaggio dell’Occidente è politicamente corretto mentre le grandi potenze non vogliono affrontare le contraddizioni di quei Paesi che siedono alle Nazioni Unite e che rifiutano di dare gli stessi diritti a tutti i cittadini, indipendentemente dalla religione a cui appartengono. Si critica la Cina ad esempio per il trattamento riservato ai dissidenti politici, ma non una parola viene spesa sull’Arabia saudita, per via del petrolio. Questo è un atteggiamento che non esito a definire economicamente opportunista.

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Siria, la voce della maggioranza silenziosa – ‘Mussalaha’ o riconciliazione – Daniel Maes

“La maggioranza silenziosa del popolo siriano desidera LA PACE, la pace e la riconciliazione. Tutto il resto è manipolazione e menzogna. In questo desiderio di vivere attraverso tutto nella tolleranza reciproca con l’altro si esprime la vera grandezza del popolo siriano.” Testimonianza del sacerdote Daniel Maes, che vive in Siria http://www.voxclamantis.info/Photos.html I nostri media solitamente …

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Rimsha Masih. l'illusione dell'Islam moderato

Vi segnalo l’appello di Cultura Cattolica a favore della vita e della verità, per Rimsha Masih , la bambina di 11 anni con la sindrome di down, accusata di blasfemia per aver “oltraggiato il Corano” (ha distrutto dei fogli di un quaderno usato per scrivere versi del Corano). La piccola scampata al tentativo di bruciarla viva …

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