Il ministero per le Minoranze e’ stato eliminato ieri: era un ministero che almeno formalmente serviva a dare un’aria di stato di diritto al governo pakistano e invece la mia delusione è grande , mi appare ora come un’unica , immensa area tribale. Seppure privo di grandi possibilità di concreto intervento, esso era l’unico debole appiglio per i dimenticati, per i perseguitati per ogni ignobile motivo nascosto dall’accusa religiosa.
Il ministero per le minoranze religiose era dotato di scarsi mezzi e operava nell”ostilità diffusa nel paese tant’è che l’ultimo suo ministro aveva pagato con lavita la sua battaglia di civiltà, legittimità, libertà e di giustizia.
Almeno se non per altro, per quest’ultima ragione, in memoria di lui lo scioglimento è insensato, è come il governo se dasse un segnale nel paese, ai violenti, che l’aria è cambiata , ed in peggio.
La notizia sembra conseguenziale a quella di qualche giorno fa : la mancata concessione del visto di ingresso ai giornalisti che vorrebbero entrare nel paese per documentare la condizione di discriminazione e a volte di persecuzione in cui sono tenute tutte le minoranze religiose ,e in particolare quelle cristiane. Contro di loro ogni cosa è ammissibile, furti, rapimenti, denunce di blasfemia (reato che si paga con l’impiccagione o con l’ergastolo: basta anche un sms “blasfemo” per guadagnarsi l’ergastolo o toccare il Corano senza lavarsi per avere 25 anni di reclusione ), depredare i propri averi e quant’altro è facilissimo semplicemente accusando chi si odia di blasfemia e la polizia e i funzionari del governo sono fortemente conniventi con questo. Se non condannati spesso gli accusati sono vittime di omicidi, vere e proprie esecuzioni extragiudiziali.
Diceva qualche tempo fà, Padre Bernardo Cervellera, direttore di AsiaNews:
“Viene frenato il contributo allo sviluppo del Paese, perché viene frenato l’impegno delle scuole, l’impegno dei centri sociali, l’impegno degli ospedali verso la popolazione pakistana. Questa legge di fatto distrugge la convivenza tra diverse comunità religiose in Pakistan e questo – secondo me – è un problema internazionale”
Ricordiamo il caso emblematico di Asia Bibi, madre di famiglia che langue ancora in carcere dopo due anni di detenzione solo per avere passato un bicchiere d’acqua a una donna mussulmana , avendoci bevuto prima lei e così avendo reso “IMPURO” il pozzo.
E’ successa una cosa grave, si è eliminata anche l’IDEA stessa di diritto. Anzi, con l’abolizione del ministero delle minoranze religiose si è ora fatto “piazza pulita” di ogni diritto, anche quelle dei mussulmani, perchè se prevarrà la legge della ragione del più forte quello che prevarrà non è una “fede” ma la legge della violenza pura che non si identifica a nessuna religione esistente, qualsivoglia supremazia si voglia dare l’una sull’altra, vince solo la violenza ideologica. Per arrivare a questo imbarbarimento non occorre alcuna religione, basta da solo l’uomo lasciato alla propria apatia, al proprio egoismo egocentrico, al proprio cinismo… questo avviene quando dimentica che non si è fatto da solo e si abbandona così alla paura e all’egoismo perchè in reltà crede solo in sè stesso e alle proprie regole, che crede sufficienti per arrivare a Dio. Tutto cio mi lascia esterefatto e deluso perchè accade in una società dove la stragrande maggioranza delle persone si dice invece religiosa, ossia che non si ferma alle cose materiali, ma trascende, crede che il finito è segno dell’ infinito verso cui il cuore tende.
Allora questa inusitata e infelice decisione dello stato pakistano, sopraggiunta quando ancora permane l’ignobile legge sulla blasfemia ( e il successivo colpevole immobilismo), avvenuta dopo l’uccisione di duesuoi stessi leali servitori ( il ministro delle minoranze religiose Shahbaz Bhatti ed il governatore del Punjab, Salmaan Taseer) che hanno difeso una donna innocente non dovrebbe far felice nessuno. E’ una sconfitta per tutti i pakistani leali e onesti, per tutti i pakistani autenticamente religiosi.
E’ una sconfitta per l’occidente cristiano che tace, così come una sconfitta per tutti i pakistani, è una sconfitta inanzitutto per chi essendo in una posizione di forza, non capisce che la forza si vede dalla pietà e dalla compassione : chi è forte con i deboli non è forte, è un concetto semplice.