Di che si tratta? E' la verità o è semplicemente la 'macchina' del discredito che si rimette in moto?
di Patrizio Ricci
A seguito delle vittorie ottenute dall'ISIS e dal al Nusra, le milizie ribelli nei mesi scorsi hanno perso di importanza e spesso si sono fuse con quelle islamiste radicali.
Di fronte alle immagini delle teste mozzate e dei cristiani in fuga dagli islamisti radicali l'opinione pubblica occidentale, ha cominciato a mettere in discussione l'incessante uso della propaganda mediatica da parte delle forze anti-Assad.
I riflettori si sono concentrati su ISIS ma naturalmente 'il solito occhio di riguardo' per il governo siriano non è mai mancato: ci siamo occupati solo pochi giorni fa dell' inattendibilità dei dati forniti dalle Ong pro-ribelli riprendendo la questione dei bombardamenti, sollevata dalla rivista 'Analisi Difesa'.
Per dare prova di pluralità di informazione, il redattore ha scelto questa volta come fonte la 'Rete siriana per i diritti umani' (Syrian Network for Human Rights), la gemella della sedicente Ong 'Osservatorio siriano per i diritti umani ' (Ondus) unica fonte di tutti i media occidentali per quando riguarda la Siria.
E' inutile dire che entrambe hanno sede a Londra e i loro report e statistiche si basano esclusivamente su dati forniti dai ribelli.
Il suo presidente è il sig. Fadel Abdulghany. La 'mission' è indicata chiaramente sul sito ufficiale. il compito della Ong è raccogliere dati per far condannare il governo siriano per crimini contro l'umanità e per genocidio. Per la Syrian Network for Human Rights le forze di sicurezza siriane ucciderebbero deliberatamente la popolazione civile e sarebbero colpevoli della maggior responsabilità dei crimini complessivamente commessi sulla popolazione.
Visto la natura della sua attività non meraviglia che Fadel Abdulghany abbia libero accesso a tutti i summit internazionali. Le riunioni hanno l'egida ora del Qatar (ai vertici mondiali delle statistiche per violazione dei diritti umani) , ora delle Nazioni Unite (che utilizza correntemente i suoi report per le proprie risoluzioni: come dire 'soluzioni fatte in casa').
Molto spesso ai Meeting ai nei quali è invitato il sig. Fadel Abdulghany è affiancato anche dal sig. Radwan Ziadeh cofondatore e direttore esecutivo del centro siriano di studi politici e strategici (Syrian Center For Political and Strategic Studies) di Washington e legato anch'esso a organismi tutti riconducibili al governo degli Stati Uniti e al governo britannico.
La Ong fornisce anche dati sull'uso della tortura in Siria ( sarebbe interessante che qualche Ong così attiva in Siria si prendesse la briga di controllare anche ciò che succede nei paesi del Golfo pro-democrazia ) Anche da una lettura superficiale dei dati appare chiaro che la redazione dei documenti effettuata da queste Ong è palesemente 'politica'. Ciononostante, come già detto, i report dell'Onu e le informazioni dei media generalmente si basano esclusivamente sui dati forniti da queste organizzazioni che non danno nessuna garanzia di affidabilità e neutralità.
Ma perché questo articolo esce proprio ora? La ragione più probabile è che si è in vista della Conferenza di pace di Mosca di fine gennaio. Come in altri casi usciranno report contro il governo siriano e saranno messe in atto 'false flag' allo scopo di ridare vigore all'idea della ''rivoluzione siriana iniziata bene e poi 'scippata' dagli islamisti'' ed il tam-tam della rilancerà la tesi che è da attribuire ad Assad anche la colpa della farfalla che diventa improvvisamente bruco (vedi la Coalizione di Ali Baba ed i 40 ladroni)
In definitiva, l'obiettivo dei falchi di Washington e degli stati del gruppo degli ex 'amici della Siria'è rimettere 'le cose a posto', cioè minare la credibilità di una soluzione basata sulla volontà ed il bene dei siriani per far prevalere 'fini terzi'.
Tra le ipotesi più in auge, sembra che la regina sia un progetto USA che vorrebbe una Siria spaccata in due, secondo il progetto pubblicato da Robin Wright su The New York Times nel 2013.
Ma torniamo al contenuto dell'articolo Quei cristiani rinchiusi nelle carceri di Assad' : sembra che chi ha scritto questo pezzo non si sia mai occupato di Siria né abbia mai letto un giornale (che nella maggior parte dei casi non sono mai stati 'teneri' con Assad…).
E' facile notare che finora una accusa di questo tipo non era stata mai lanciata prima: al contrario, a fronte delle persecuzioni cui erano sottoposti dai ribelli, si accusavano i cristiani di fare 'comunella' con Assad giustificando in un certo senso le rappresaglie.
Mai era accaduto prima che qualcuno accusasse le forze governative di perseguitare i cristiani. Insomma, un 'bel passo avanti'…
Riferisce il Time di uno di questi viaggi: "Le storie raccontate da cinque principali leader cristiani siriani sugli orrori loro chiese stanno vivendo per mano degli estremisti islamici sono biblici nella loro brutalità"(qui articolo del Time).
Addirittura in una recente visita di patriarchi, cardinali vescovi avvenuta nel mese di settembre 2014 l'Agenzia siriana internazionale Al Akbar riferisce che lo stesso presidente Obama rivolgendosi a loro, ha detto: "sappiamo bene che Assad e il suo Governo hanno protetto le comunità cristiane della Siria". (qui l'articolo su Mind Press News).
Innumerevoli sono insomma le testimonianze dei leader religiosi che indicano che le atrocità volontarie verso la popolazione civile sono inflitte sopratutto dai ribelli ma spesso sono inascoltate o censurate (qui articolo di Vatican Insider sul trattamento riservato a suor Marie del Croix).
Molte sono state le esecuzioni sommarie da parte delle varie milizie tanto che in alcune occasioni , i cristiani si sono organizzati in 'milizie di autodifesa' dei villaggi interamente cristiani. E' da notare che invece mai si è avuta notizia di attacchi governativi indirizzati verso i cristiani come gruppo etnico o religioso.
Ma tant'è… è una triste pratica recente: ci si veste dell'umanitarismo solo quando questo serve a giustificare nuove violenze e nuove guerre.
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