Papa Francesco: la preghiera è “leggere la sua firma in tutto il creato”

Papa Francesco: la preghiera è ringraziare Dio

20maggio 2020 – di Simone Baroncia (http://www.korazym.org/)

Nei saluti ai fedeli polacchi al termine dell’udienza generale dal Palazzo Apostolico il papa ha ricordato il centenario della nascita di san Giovanni Paolo II: “In questi giorni celebriamo il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II. Pastore di grande fede, Egli amava affidare a Dio nella preghiera la Chiesa e tutta l’umanità. Scegliendo il motto episcopale ‘Totus Tuus’, ha anche mostrato che nei momenti difficili dobbiamo rivolgerci alla Madre di Dio, che può aiutarci e intercedere per noi. La sua vita, edificata sulla preghiera profonda, intensa e fiduciosa sia un esempio per i cristiani di oggi”.

In questa udienza generale papa Francesco ha affrontato il tema della bellezza della ‘creazione’ nel prosieguo della catechesi sulla preghiera quale inno di ringraziamento: “La prima pagina della Bibbia assomiglia ad un grande inno di ringraziamento. Il racconto della Creazione è ritmato da ritornelli, dove viene continuamente ribadita la bontà e la bellezza di ogni cosa che esiste. Dio, con la sua parola, chiama alla vita, ed ogni cosa accede all’esistenza.

Con la parola, separa la luce dalle tenebre, alterna il giorno e la notte, avvicenda le stagioni, apre una tavolozza di colori con la varietà delle piante e degli animali. In questa foresta straripante che rapidamente sconfigge il caos, per ultimo appare l’uomo. E questa apparizione provoca un eccesso di esultanza che amplifica la soddisfazione e la gioia: ‘Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona’. Cosa buona, ma anche bella: si vede la bellezza di tutto il Creato!”

Come ha sottolineato il Catechismo della Chiesa Cattolica la bellezza è capace di suscitare la preghiera, come è stato letto nel salmo 8: “L’orante contempla il mistero dell’esistenza intorno a sé, vede il cielo stellato che lo sovrasta e si domanda quale disegno d’amore deve esserci dietro un’opera così poderosa!…

E, in questa sconfinata vastità, che cosa è l’uomo? ‘Quasi un nulla’, dice un altro Salmo (cfr 89,48): un essere che nasce, un essere che muore, una creatura fragilissima. Eppure, in tutto l’universo, l’essere umano è l’unica creatura consapevole di tanta profusione di bellezza. Un essere piccolo che nasce, muore, oggi c’è e domani non c’è, è l’unico consapevole di questa bellezza. Noi siamo consapevoli di questa bellezza!”

La bellezza fa scaturire lo stupore della preghiera, generando la relazione con Dio: “La preghiera dell’uomo è strettamente legata con il sentimento dello stupore. La grandezza dell’uomo è infinitesimale se rapportata alle dimensioni dell’universo. Le sue più grandi conquiste sembrano ben poca cosa…

Però l’uomo non è nulla. Nella preghiera si afferma prepotente un sentimento di misericordia. Niente esiste per caso: il segreto dell’universo sta in uno sguardo benevolo che qualcuno incrocia nei nostri occhi. Il Salmo afferma che siamo fatti poco meno di un Dio, di gloria e di onore siamo coronati. La relazione con Dio è la grandezza dell’uomo: la sua intronizzazione. Per natura siamo quasi nulla, piccoli ma per vocazione, per chiamata siamo i figli del grande Re!”

Per il papa la preghiera è capace di generare la speranza, che permette la lode a Dio: “La preghiera è la prima forza della speranza. Tu preghi e la speranza cresce, va avanti. Io direi che la preghiera apre la porta alla speranza. La speranza c’è, ma con la mia preghiera apro la porta.

Perché gli uomini di preghiera custodiscono le verità basilari; sono quelli che ripetono, anzitutto a sé stessi e poi a tutti gli altri, che questa vita, nonostante tutte le sue fatiche e le sue prove, nonostante i suoi giorni difficili, è colma di una grazia per cui meravigliarsi. E in quanto tale va sempre difesa e protetta”.

Solo chi prega sa che la speranza “è più forte dello scoraggiamento. Credono che l’amore è più potente della morte, e che di certo un giorno trionferà, anche se in tempi e modi che noi non conosciamo. Gli uomini e le donne di preghiera portano riflessi sul volto bagliori di luce: perché, anche nei giorni più bui, il sole non smette di illuminarli. La preghiera ti illumina: ti illumina l’anima, ti illumina il cuore e ti illumina il viso. Anche nei tempi più bui, anche nei tempi di maggior dolore”.

Ed ha concluso la catechesi invitando i fedeli a dar lode a Dio per aver dato la vita: “Siamo i figli del grande Re, del Creatore, capaci di leggere la sua firma in tutto il creato; quel creato che oggi noi non custodiamo, ma in quel creato c’è la firma di Dio che lo ha fatto per amore. Il Signore ci faccia capire sempre più profondamente questo e ci porti a dire ‘grazie’: e quel ‘grazie’ è una bella preghiera”.

Lascia un commento