Patriarca Gregorios: Abbiamo disperato bisogno di una soluzione

Gregoriosfonte: le veilleur de Ninive
Ora Pro Siria

Il Venerdì 29 marzo 2013, ho fatto appello a Sua Santità il Papa di Roma Francesco.

Oggi, mi appello al mondo, specialmente ai Capi di Stato dei paesi arabi, dell’Europa occidentale e orientale, del Nord e Sud America, così come alle organizzazioni internazionali e ai titolari di Premi Nobel.
Questo è lo stesso grido che innalzo come  cittadino arabo siriano, come cristiano e come Patriarca cattolico residente in Damasco.

La Siria  vive un cammino di croce sanguinosa, dolorosa e prolungata, che si estende su tutte le strade del paese. Tutti i Siriani – cristiani e musulmani, il governo, l’opposizione, gruppi armati di qualsiasi provenienza … – tutti portano la stessa croce da più di due anni.
La sofferenza ha superato ogni limite. La crisi sta falciando migliaia e migliaia di soldati, di oppositori, di uomini civili, donne e bambini, sceicchi e sacerdoti, cristiani e musulmani.
 Tutta la Siria è diventata un campo di battaglia. E’ diventata anche un luogo di commercio, di scambio di beni solo per il denaro e gli interessi di alcuni. Tutto ciò che è la democrazia, i diritti umani, la libertà, la laicità e la cittadinanza si è perso di vista, e non importa a nessuno. Ovunque, è la manipolazione, menzogna e ipocrisia.  E’ una guerra senza volto, con  combattenti senza volto.
Nessun luogo è più sicuro in Siria. Si crede che vi sia la sicurezza da un lato e l’insicurezza dall’altro, ma in qualsiasi momento si può essere vittima di un’esplosione, di una granata, di un proiettile, oltre ai sequestri e alle prese di ostaggi a scopo di estorsione, gli assassini … Il caos minaccia tutti, ovunque e in ogni momento.
I pericoli sono in agguato per tutti i cittadini, soprattutto civili, a causa della destabilizzazione e del caos dei quartieri in molte aree (Homs e dintorni, Aleppo, la periferia di Damasco, la mia città natale Daraya, …); a causa della strumentalizzazione, specialmente dei cristiani, ma anche di diversi gruppi religiosi.
C’è anche il pericolo di essere presi come scudi: persone, case, chiese, moschee … E il pericolo di disordini religiosi artificiali, soprattutto tra cristiani, musulmani e drusi.
Questi pericoli minacciano tutti i cittadini, ma soprattutto i cristiani, che sono la cellula più debole, la più fragile.
Davanti a tutti questi pericoli, a questa sofferenza, a queste disgrazie che affliggono tutti i cittadini, ci chiediamo: Non c’è nessun’ altra voce, altra via che la guerra, le armi, la violenza, l’odio, la vendetta?
Abbiamo un disperato bisogno di una soluzione. Mesi fa abbiamo lanciato, nel mese di agosto 2012, la nostra chiamata: “La riconciliazione è l’unica salvezza per la Siria.” Non smetteremo di chiamare all’amore, al dialogo, all’armonia e alla pace.
Siamo certi che, nonostante tutti i nostri problemi, tutti i siriani – governo, partiti politici, musulmani sunniti e sciiti, alawiti, cristiani e drusi – siamo in grado di comunicare, di ricostruire un clima favorevole alla riconciliazione, per andare avanti insieme.
Io, come Patriarca, e tutti noi, come cristiani, siamo chiamati a svolgere questo ruolo. Questo è il motivo per cui vi stiamo scrivendo .
Forse è utile presentare, in particolare, la situazione dei nostri cristiani.
 Damasco è la sede del nostro Patriarcato melchita greco-cattolico, e anche la sede dei Patriarcati greco ortodosso e siriano ortodosso di Antiochia. La Siria ha tra il milione e mezzo e due milioni di cristiani di tutte le chiese. A parte l’Egitto,è il paese dove c’è il maggior numero di cristiani, anche più che in Libano.
Il futuro dei cristiani in Medio Oriente è legato ai cristiani di Siria. Molti cristiani libanesi sono fuggiti in Siria, dal 1975 al 1992 e nel 2006. Allo stesso modo, i cristiani dell’Iraq si sono per lo più rifugiati in Siria, dove si trovano ancora molti di loro.
 Il futuro dei cristiani in Siria è minacciato, non dai musulmani, ma dalla crisi attuale, a causa del caos che essa crea e dell’infiltrazione di gruppi islamici fondamentalisti e fanatici, incontrollabili, e sono questi che possono essere la causa di attacchi contro i cristiani.
 La minaccia del peggio è forse più grave per i musulmani che per i cristiani, a causa dei sanguinosi conflitti secolari tra le fazioni e le sette dell’Islam.
  La situazione dei cristiani è già un doloroso bilancio: più di mille vittime (militari e civili,  sacerdoti, uomini, donne e bambini), e centinaia di migliaia di rifugiati e persone sfollate, all’interno della Siria stessa , e in Libano, Giordania, Egitto, Iraq e Turchia. Altri, un numero relativamente grande (ma non abbiamo le cifre esatte), sono fuggiti in Europa (soprattutto in Svezia), in Canada e negli Stati Uniti …, in tutto, circa da 250.000 a 400.000 persone..
 Le perdite materiali sono molto gravi. Non abbiamo statistiche, ma sappiamo che ci sono una ventina di chiese danneggiate o parzialmente distrutte, e anche le istituzioni sociali (scuole, orfanotrofi, case per anziani), che sono da sempre al servizio di tutti i cittadini, cristiani e musulmani.
 Tutto ciò senza contare la perdita di posti di lavoro (fabbriche, negozi, edifici) e delle case dei nostri fedeli, che hanno dovuto lasciare le loro città, villaggi, quartieri in fretta, senza essere in grado di prendere con sè poco o nulla. In generale, queste case e proprietà sono state saccheggiate, distrutte o danneggiate. Tutto questo rappresenta perdite per un totale di diversi milioni di dollari. Interi villaggi sono stati svuotati di tutti i loro abitanti cristiani (come la mia città natale Daraya).
 I nostri concittadini musulmani sono in una situazione simile, con  perdite ancora più gravi, perché sono molto più numerosi di quanto siano i nostri fedeli
Ma il fatto più grave, per tutti, è il caos!
     La Domenica di Pasqua, Papa Francesco, ha lanciato un appello per  “la amata Siria, per la sua popolazione ferita dal conflitto e per i molti rifugiati che attendono aiuto e conforto. Quanto sangue è stato versato! E quante sofferenze devono ancora essere imposte prima che si riesca a trovare una soluzione politica alla crisi?”
        Preghiamo perchè il mondo  ascolti la voce del Papa Francesco!
        Noi preghiamo per tutti voi, Sovrani, Presidenti, Capi di Stato e di Governo dei Paesi di tutto il mondo.
        Possiate, cari Amici, ascoltare la voce di Cristo: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figlio di Dio”. Preghiamo perchè siate degni di questa beatitudine,  perchè voi siate operatori di pace.
                                     + Gregorios III
                                     Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente,

                                     Alessandria e di Gerusalemme

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