Sono davvero lontani i tempi in cui Angela Merkel prometteva ai tedeschi: “wir schaffen das”. Dopo lo scandalo Bamf e il brutale omicidio della ragazza di Magonza, il sentiero per la Cancelliera è sempre piu’ stretto: da un lato l’avanzata inarrestabile di AfD, dall’altro un alleato bavarese sempre piu’ inquieto. Una cosa è certa, i tedeschi non la seguono piu’. Dal fuoco amico della FAZ.net, un commento molto interessante di Berthold Kohler
La CSU non vuol concedere alla Cancelliera nemmeno un’altra quindicina di giorni per trovare quella “soluzione europea” alla questione migratoria che da tanto tempo sta cercando. Il presidente bavarese Söder, il quale teme per le sorti del suo partito nella fase decisiva delle elezioni regionali, ha detto che “siamo alla partita finale per la credibilità”. La paura della CSU di perdere la maggioranza assoluta in Baviera non è la sola a spingere Söder e Seehofer a schierarsi in un tandem insolitamente affiatato contro Merkel. Le raffinate antenne della CSU segnalano che dopo lo scandalo Bamf e l’omicidio di Susanna F., anche al di là dei confini bavaresi, molti tedeschi non ne vogliono piu’ sapere di dover attendere soluzioni che potrebbero essere migliori – ma che, considerando le turbolenze presenti in molti paesi dell’UE, potrebbero anche non arrivare mai.
La CSU in ogni caso non vuole aspettare che la rivolta si diffonda anche in Germania sconvolgendone il panorama politico. Perché non solo i precedenti del Bamf e dell’omicidio della bambina di Mainz mostrano che molte delle rassicurazioni e delle previsioni lusinghiere fatte durante la luna di miele della “cultura del benvenuto” sono lontane dalla realtà, persino fuorvianti. Non si trattava solo di rifugiati vulnerabili, ma anche di criminali, predicatori di odio e terroristi. C’erano medici e infermieri, ma anche decine di migliaia di analfabeti. Sono arrivate anche persone disposte a integrarsi, ma anche molti migranti che volevano solo entrare nel sistema sociale tedesco.
Errori, omissioni, fallimenti
Anche nelle fasi successive del piano Merkel, quel “wir schaffen das” alle orecchie di molti tedeschi, è suonato sempre piu’ come una presa in giro. Perché la Germania fino ad ora non ce l’ha fatta ad esaminare in maniera rapida e completa l’enorme massa di domande di asilo e a respingere coerentemente i richiedenti asilo le cui domande non erano state accolte. Lo scandalo Bamf, che ha chiaramente messo in luce il sovraccarico di lavoro causato dall’immigrazione di massa, ha fatto traboccare il vaso dell’incomprensione. Ma la peggiore accusa nei confronti degli errori, delle omissioni e dei fallimenti è arrivata dopo l’omicidio di Susanna F, presumibilmente commesso da un iracheno, il quale è riuscito poi a fuggire nel suo paese natale, verso il quale pero’ in precedenza non si era riusciti ad espellerlo.
Anche il progetto di redistribuzione dei migranti con diritto di soggiorno all’interno dell’UE, proposto dalla Cancelliera, non si è mai concretizzato. Invece la disputa sulla politica migratoria è proseguita, e come ha detto l’ex presidente del consiglio italiano Prodi, si è trasformata “nella piu’ grande bomba sull’orizzonte europeo”.
L’esplosione di questa polveriera ora minaccia l’Unione (CDU+CSU) e quindi la Cancelliera Merkel. La miccia ha iniziato a bruciare nel giorno in cui a Seehofer è stato affidato il ministero dell’interno. Che il capo della CSU potesse dimenticare tutto quello che aveva detto in precedenza sulla politica per i rifugiati della Cancelliera, nonostante la sua famosa flessibilità, non poteva aspettarselo nessuno – soprattutto in un anno elettorale in cui la CSU ritiene di trovarsi sull’orlo del baratro.
Se la CSU e la Cancelliera si irrigidiranno sulle loro posizioni, sostenute per ovvie ragioni anche dai loro deputati, allora il raggruppamento dell’Unione e la coalizione di governo saranno alla fine. La CSU vorrà davvero rischiare – solo per due settimane? A onor del vero bisogna anche dire che Merkel ha avuto a disposizione 3 anni per prendere le distanze da una politica sbagliata. Nei suoi 4 mandati da Cancelliera tuttavia non si è mai aggrappata a nessuna decisione come invece sta facendo ora con quelle prese durante “l’autunno del benvenuto”.