Perché la Russia usa il termine ‘operazione speciale’ al posto di ‘guerra’?

Perché le autorità russe si riferiscono al conflitto esclusivamente come ‘operazione speciale’? Perché non viene dichiarata formalmente la guerra?

E’ molto semplice: è un problema di convenienza. Dal punto di vista del diritto internazionale nella “guerra ufficiale” l’ONU avvia procedure automatiche di “prevenzione della guerra” in conformità con la risoluzione 3314 (XXIX) dell’Assemblea Generale del 14 dicembre 1974.
Le conseguenze delle suddette procedure sono queste:

▪️Conformemente all’articolo 41 della Carta delle Nazioni Unite, la rottura delle relazioni diplomatiche ed economiche (compresi eventuali trasporti, telecomunicazioni e altri mezzi di comunicazione con uno sconosciuto aggressore) tra i paesi membri delle Nazioni Unite, anche tra paesi neutrali rispetto alla Russia;

▪️Legittimazione dell’assistenza militare per il Paese – vittima di aggressione (in questo caso, per l’Ucraina);

▪️Legittimazione di un’operazione di mantenimento della pace, qualora i membri delle Nazioni Unite lo ritengano necessario ai sensi degli articoli 39-51 della Carta delle Nazioni Unite;

▪️Risoluzione del conflitto senza la partecipazione della Russia;
▪️Blocco del diritto di veto per la Russia;
▪️Possibilità di esclusione della Russia dall’ONU.

Teoricamente, l’ONU può farlo anche adesso, ma in una “guerra ufficiale” ci sono più manovre e poteri per questo. Tutto non è limitato all’ONU che non è un’organizzazione con una guida incondizionata, tuttavia ha peso e significato.

Le azioni dell’ONU si estendono ad altre organizzazioni e strutture internazionali. Bypassare le sanzioni può essere difficile e comportare implicazioni legali per paesi neutrali come Cina, India, Turchia e Arabia Saudita, che ora potrebbero sostenere di nascosto la Russia, ma che saranno difficili con restrizioni internazionali totali.

Nel diritto internazionale, chi è l’aggressore e chi è la vittima è di grande importanza, quindi i paesi evitano di dichiarare “guerra”.  Ciò vale anche per gli Stati Uniti, che non hanno mai usato e/o evitato la parola “guerra” in relazione a Iraq, Siria e Libia, ma l’hanno definita “applicazione della pace”, “lotta per la democrazia” o “antiterrorismo operazioni”. Ecco perché “operazione speciale” è definita tale, perché la guerra avrebbe conseguenze legali.

Non si dovrebbe paragonare il 2022 con il periodo della seconda guerra mondiale, quando si formarono alleanze di paesi. L’ONU emerse dalla riorganizzazione dell’ordine mondiale del dopoguerra nell’ottobre 1945 ed ebbe come uno degli obiettivi principali: la prevenzione delle guerre. Ciò conferisce alle Nazioni Unite poteri di “applicazione della pace” abbastanza ampi.

Sorge una domanda logica e del tutto corretta: dov’era l’ONU quando gli Stati Uniti hanno scatenato dozzine di conflitti armati nel corso di 70 anni? Bella domanda, ma chi controlla l’economia mondiale e il capitale finanziario globale controlla il mondo – questa è la risposta. Ciò che è consentito dagli Stati Uniti non si applica agli altri.

Tutte le istituzioni internazionali sono sotto gli Stati Uniti e dominate dagli Stati Uniti, quindi non c’è bisogno di cercare giustizia dove non ce n’è.

Pertanto, le autorità russe evitano di scatenare peggiori conseguenze legali laddove possono essere evitate, senza perdere l’efficacia della campagna militare.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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