Ecco perché padre Frans è stato ucciso .

Il Sunday Times ha raccolto una testimonianza secondo la quale il sacerdote è stato ucciso dall’opposizione siriana. Già la settimana prima era stato aggredito e picchiato violentemente.

di Patrizio Ricci  (pubblicato su Quotidiano on line La Perfetta Letizia News 24 )

Qual è stata negli ultimi tre anni la novità per i cristiani ad Homs? Perché sono fuggiti in 50.000 lasciando ogni cosa alle loro spalle? Non giriamoci intorno: è perché le loro case sono state date alle fiamme o occupate, le chiese devastate. L’esercito di opposizione aveva imposto loro la Jizya (la tassa islamica): la prospettiva data dai ribelli pro-democrazia era una esistenza  grama, di serie ‘b’.  Ma allora, il gesuita Van der Lugt , cosa ci faceva ancora lì? Padre Frans era rimasto ad Homs per custodire il monastero ed il suo gregge.
E’ quello che lui stesso ha detto in più occasioni “Il Popolo di Siria mi ha dato così tanto, tanta gentilezza“. Tanta mitezza era ripagata con l’affetto, la gente semplice lo stimava ed è dalla stima e non dalla paura che viene la vera autorevolezza.

Ma questo tipo di autorevolezza  è intollerabile agli occhi di chi pensa di cambiare il mondo con le rivoluzioni. Chi era infatti agli occhi dei  ribelli padre Frans? Un vecchio, un cristiano, poco più che niente, ma ‘fastidiosamente’ in ‘vista’.  Era l’unico che aveva contatti esterni, un europeo.  Aveva anche diffuso alcuni video su youtube per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione drammatica di Homs. E c’era riuscito.

Poi, a Ginevra 2,  i rappresentanti dell’opposizione armata hanno sollevato il problema della vecchia Homs assediata dall’esercito governativo.  All’interno, i ribelli stavano per cedere,  erano ormai allo stremo, senza viveri, con poche munizioni. Ai cittadini rimasti all’interno dell’enclave era vietato uscire; fungevano  nient’altro che da che scudi umani: utili per evitare che l’esercito siriano spianasse completamente i quartieri con  l’artiglieria. Infine, si era arrivati ad un compromesso:  1.400 civili evacuati  in cambio di rifornimenti. Resta inteso che sarebbero stati i ribelli a decidere chi far uscire.

In questo contesto, Padre Frans si adoperava come poteva per difendere i  66 cristiani rimasti e alcune famiglie mussulmane. Era l’unico occidentale rimasto ad Homs;  fino ad un certo punto,  questa visibilità lo ha tutelato ( e chi aveva trovato ospitalità tra le mura del monastero, se ne poteva avvantaggiare).
E’ assurto a notorietà quando la sua vicenda è apparsa su tutti i giornali: quando l’Onu gli aveva offerto  una via di fuga da Homs lui aveva rifiutato perché i ribelli non gli hanno consentito di portare via tutti.
Tuttavia, pur avendo declinato l’offerta ha sfruttato il momento propizio per far uscire un’anziana donna cristiana, 21 giovani membri dell’ opposizione e un uomo cieco. Però aveva ottenuto solo l’ok governativo e non il consenso dei miliziani.

I ribelli non l’avevano presa bene. Accortisi di essere stati ‘raggirati’, pieni di livore per quell’affronto hanno lasciato passare un po’ di tempo, covando vendetta.  Agire subito non era consigliabile: sarebbe stata troppo grande  l’esposizione mediatica…
Intanto Padre Frans ha continuato a mandare video, a parlare di pace ed a denunciare le condizioni del suo gregge. Sono video facilmente rintracciabili su internet, surreali:  un uomo insolitamente in pace con sé stesso parla con tono pacato, sullo sfondo il cinguettio di alcuni uccellini e a tratti il rombo cupo degli obici.

Questo per i ribelli, è stato intollerabile: un uomo disobbediente, un uomo che non mostra paura, un uomo che non è da nessuna parte, un uomo che mostra una libertà irriducibile. Così la settimana prima che fosse ucciso è stato sequestrato, umiliato, è stato incatenato al suo letto per ore e picchiato pesantemente finché non ha riconosciuto l’autorità dei ribelli. “Ora siete sotto la nostra misericordia”, gli hanno detto.
Come dice il Vangelo di questi giorni: « Il suo sangue ricada su di noi e i nostri figli»…

Non ne sapremmo niente se non ci fosse la testimonianza di un altro sacerdote, uno che aveva parlato con lui poco prima della sua morte. E’ padre Maxim Jamal, un prete greco-ortodosso,  era rimasto sempre  in contatto con lui, da due ani, cioè dalla fuga di massa dei cristiani da Homs.  Il Sunday Times  ha raccolto la testimonianza  ed è così che questi particolari giungono sino a noi. Il giornale londinese è uscito tre giorni fa con un titolo eloquente: ‘l’uccisione del prete fu la punizione dei ribelli’.
Intanto una pagina Face book affiliata con l’opposizione siriana, un tale Abou Mousa Alkhoudari ha scritto: ‘Inshallah (se Dio vuole) cade Assad lo stesso destino di questo cane olandese’. E ha ottenuto un centinaio di ‘mi piace’.
Il suo vile omicidio sembra che non sia stato un gesto sporadico. Il suo assassinio farebbe parte dell’operazione ‘amputare le gambe agli eretici’ (Ibtaar Al-Moulhideen).

Faccio mio questo saluto di un anonimo su internet:  <<Grazie padre Frans per il volto umano che mostravi in una guerra che ha visto anche in te una minaccia. In una guerra che di te ha fatto niente più o meno di un ‘cane olandese’>>.