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Ecco “Perchè la Russia non interviene in Ucraina”…

 

 

 

 

fonte: comedonchisciotte

Un articolo che “si deve leggere”, tratto da worldcrisis.ru, che spiega perché la Russia non interviene in Ucraina.

Lo scopo di questo articolo è fare un passo indietro, prima della crisi isterica, e fare una fredda analisi sul perché si è arrivati a questa situazione in Ucraina.

Comincerò con i primi chiarimenti su diversi argomenti che hanno una grande importanza emotiva:

Perché non c’è nessun intervento militare russo ?

Se questo testo fosse stato scritto qualche giorno prima, buona parte del suo contenuto sarebbe servito a spiegare perché inviare delle truppe in Ucraina sarebbe stato inadeguato e semplicemente stupido, anche dopo il referendum. Fortunatamente, il capo della resistenza ibn Slaviansk, Igor Strelkov, l’ho fatto molto meglio di me nel suo messaggio video nel quale molto chiaramente ha descritto l’inerzia della popolazione locale di Lugansk e di Donetsk, in termini di azioni concrete prese per proteggere i loro interessi contro la giunta. Anticipando quello che dirò in seguito sul referendum, dico brevemente che mettere una croce sulla scheda elettorale, benché sia un atto importante, non ha un valore molto superiore a quello di un “mi piace” messo su Facebook. Perché un “mi piace” scritto su una scheda elettorale non cambia nulla. Il referendum è stato un atto necessario ma non sufficiente.

Il Cremlino era preparato ad affrontare gli eventi in Ucraina ?  e adesso sta improvvisando ?

Vi consiglio di leggere Wikileaks : https://wikileaks.org/plusd/cables/08MOSCOW265_a.html, dove c’è la prova che il Cremlino aveva già spiegato chiaramente agli americani, nel 2008, gli scenari che vediamo oggi:

“Gli esperti dicono che la Russia è fortemente preoccupata per le forti divisioni che esistono in Ucraina sulla decisione di aderire alla Nato, a causa della forte componente etnica russa che è contraria all’adesione e che potrebbe portare a forti opposizioni, violenze o nel peggiore dei casi, alla guerra civile. In questo caso la Russia dovrebbe decidere se intervenire, e questa è una decisione che la Russia non vuole dover prendere”.

Pertanto è logico supporre che l’evoluzione degli eventi per il Cremlino non ha costituito nessuna sorpresa e che questa possibilità, anche se sgradevole, era già stata contemplata in uno scomodo “piano E”.

Per capire quello che farà prossimamente il Cremlino partiamo dal definire quali sono i suoi obiettivi:

  1. Non permettere l’ingresso dell’Ucraina nella NATO.
  2. Non permettere l’istituzione e la stabilizzazione in Ucraina di un regime Russofobico, filo-nazista (per evitare di doverlo poi de-nazistizzare).
  3. Non consentire il genocidio della popolazione russa del Sud – Est.

La cosa ideale per la Russia sarebbe realizzare tutti e tre gli obiettivi contemporaneamente, evitando di bloccare l’economia russa durante il suo riorientamento verso l’Asia e, allo stesso tempo, evitando che gli americani risolvano i loro problemi economici a spese della UE .

Come si possono realizzare questi obiettivi ?

Prendiamo in esame lo scenario più semplice e vediamo quali sono i punti vulnerabili e le conseguenze negative: L’esercito russo entra in Ucraina e in pochi giorni dopo arriva a Kiev, poi sottomette tutta l’Ucraina. “I patrioti” giubilano ci sono le sfilate sulla Khreschatyk, ecc

Sembra che tutti e tre gli obiettivi siano stati raggiunti, ma sorgono dei problemi :

*  1.    Nell’Unione Europea dove da molto tempo la elite imprenditoriale ha pestato i piedi ai politici ed ha spinto il freno sulle sanzioni, il “partito della guerra” (alias il ” Partito degli Stati Uniti ” o meglio il “Partito della Pax Americana » ) sta evidentemente trionfando. Dall’altro lato la Federazione russa e le le sanzioni inflitte, i cui peggiori effetti sono ricaduti solo sull’economia europea, che immediatamente è caduta in recessione. Non c’è niente da stare allegri.

In questo contesto gli americani stanno avendo gioco facile per spingere alla firma della loro versione del trattato per una partnership sugli investimenti e sul commercio transatlantico, un patto commerciale che trasformerebbe la UE in una appendice dell’economia USA. I negoziati su questo trattato sono ancora in corso e, per gli americani, l’entrata di truppe russe in Ucraina sarebbe cadrebbe proprio a fagiolo. Le sanzioni contro la Russia sono servite per affossare gli affari europei e potrebbero servire a far cadere più agevolmente le barriere commerciali verso gli Stati Uniti.

Alla fine siamo arrivati a: una Unione Europea che sembra uscire dalla guerra – con gli Stati Uniti, vestiti a festa, che potrebbero papparsi con gioia tutti i mercati europei, dove non avrebbero più concorrenza – con la Federazione russa non in perfetta forma. C’è qualcuno che non vede che in questa situazione che qualcuno si muove come un folle(лох) ? E quel qualcuno non somiglia molto agli USA ?

Tra l’altro non bisogna neanche prendere in considerazione il fatto che i politici europei si dovrebbero rifiutare nel vedere il suicidio della loro economia. Gli euro-burocrati non sono capaci neanche di questo, come dimostra la pratica.

*  2.    Con un intervento in Ucraina, oltre al fatto che il Cremlino farebbe un favore a Washington, si sarebbe anche dovuto pensare agli effetti nella stessa Russia.

  • Se le sanzioni contro la Russia fossero state imposte prima della firma del mega-contratto trentennale del gas con la Cina, la Cina sarebbe stata in condizione di spuntare un prezzo migliore per una posizione di forza. Infatti, avrebbe potuto negoziare con un ricatto nell’aria( questo si può, comunque, vedere dal comportamento della Cina, anche se non chiaramente).
  • Se le sanzioni contro la Russia fossero state imposte prima della sigla del mega-contratto petrolifero con l’Iran , con cui la Rosneft potrà controllare altri 500.000 barili di petrolio al giorno, anche l’Iran sarebbe stato in grado di negoziare un prezzo migliore da una posizione di forza.
  • Ormai tutti i prossimi tentativi (deli USA) di mettere in piedi qualcosa anche solo per ostacolare la consegna delle importazioni, già da adesso sarà molto, molto costoso.
  • Se le sanzioni fossero state messe prima della firma dell’accordo sulla costituzione della Comunità Economica Eurasiatica , immaginate se Lukashenko e Nazarbayev non avrebbero provato a tirare il collo a Putin durante i negoziati. C’ è mancato veramente poco che Mosca, per creare il EurAsEC, dovesse anche pagare per vendere il suo petrolio.


*  3.   
 La Federazione russa avrebbe dovuto assumersi la responsabilità di risanare l’economia ucraina e di doverla denazificare: dove avrebbe trovato gli uomini necessari da impiegare come ” denazificatori”, come “caschi polverosi” (se qualcuno avesse dimenticato, secondo Okudzhava, furono i commissari con i caschi polverosi che piegarono gli eroi morti nella guerra civile) per combattere gruppi compatti di ucraini-nazisti, e contro l’appoggio inviato dall’estero. Nel complesso, è chiaro che questo tipo di scenario sarebbe a tutto vantaggio deli Stati Uniti e della Cina. Alla Russia resterebbe solo il profondo senso di soddisfazione morale, e tutte le questioni economiche da risolvere, insieme alle future maledizioni dei ” generosi” (щирых ) ucraini, infelici per dover vivere in un regime di “occupazione”.

Che tempistica seguono i punti più sensibili dell’economia russa?

  1. Contratto del gas con la Cina – maggio-giugno (firmato il 21 maggio)
  2. Contratto petrolifero con l’Iran prossima estate ( Ecco perché gli Stati Uniti hanno revocato l’embargo, per la maggior vicinanza della Rosneft alla BP e meno alla Exxon Mobil . Dov’è andrà il petrolio ? Verso la Cina).
  3. Importante! Le Elezioni per il Parlamento europeo , che hanno portato un sacco di voti euroscettici, alleati della Russia . Dopo le elezioni del 25 Maggio, verrà cambierà la composizione della Evrokommissii- la Commissione Europea – e sarà molto più facile lavorare con i nuovi arrivati. Ancora più importante ! Il Contratto del gas siglato con la Cina , i deputati neo-eletti saranno più disponibili per il South Stream.
  4. Entro maggio raccolta dei documenti / permessi / etc , per la costruzione del South Stream –

Questo è solo quello che è visibile ad occhio nudo, ma ci sono altri aspetti, molto importanti, che non hanno ancora una scadenza definita sul calendario :

1 . Transizione verso i pagamenti per l’energia in rubli. Petrolio e gas non sono patate: per averli si stipulano contratti a lungo termine che non si possono modificare unilateralmente e che richiedono un lungo lavoro di ricerca nel caso si volgia sostituirli con altri tipi di carburanti o si vogliano cambiare le modalità e i paesi di approviggionamento.

2. Transizione alla quotazione dei prezzi dell’energia in rubli (per il commercio in rubli) sui mercati russi – . È un lavoro assolutamente infernale, però, se non altro, nessuno mai ha fatto niente di simile.

3 . Creare un proprio sistema di pagamento.

4 . Preparazione di un sistema di importazioni sostitutivo definitivo e migliorativo con i fornitori asiatici (non come emergenza temporanea).

La lista può e deve continuare, questo è quello che vedo, il Cremlino ha orizzonti molto larghi.

Ora mettiamoci pure la interessanti iniziative del Ministero degli Esteri russo, che non sta certo fermo a guardarsi i pollici. Ad esempio il Vice Ministro Karasin lo scorso 6 maggio era a Doha, dove ha incontrato tutta l’elite del Qatar. I risultati, a mio parere, sono stati scioccanti. Secondo il Ministro degli Esteri, l’emiro del Qatar ha detto di apprezzare la “politica regionale convincente e coerente della federazione russa”, affermazione molto inaspettata da un paese che non solo è alleato degli Usa e ramo politico della Exxon mobile in medio oriente ma è anche avversario assoluto della Russia in Siria.

Questo fa capire che c’è anche dell’altro nel cofanetto: il fatto è che i sogni americani di riempire il mondo con gas a basso prezzo, sarebbero una condanna a morte per il Qatar e la sua elite, senza prezzi del gas molto alti, il Qatar non solo perde ogni speranza di grandezza regionale, ma diventa un cadavere.

Doha si sta concentrando rapidamente per offrire qualcosa di interessante: “allo stesso tempo, è stata messa enfasi nell’accelerazione del coordinamento del Forum dei Paesi Esportatori di Gas (GECF)” , il prossimo vertice (Che coincidenza!) si terrà in Qatar. Il Forum dei Paesi Esportatori di Gas è un’organizzazione che comprende paesi come la Russia, Iran, Qatar, Venezuela, Bolivia e altri esportatori che il Cremlino, per lungo tempo, ma senza successo, ha cercato di trasformare qualcosa di analogo all’OPEC, per il gas.

E ‘possibile che ora sia arrivato il momento giusto per un potenziale cartello del gas. In primo luogo, i tre maggiori esportatori di gas : Russia, Qatar e Iran hanno interessi molto simili e dovrebbero essere in grado di lavorare con gli stessi obiettivi per condividere e “prendere in consegna le chiavi” del mercato del Gas Naturale (LNG) e delle pipeline del gas. Questo cartello del gas, anche se in formato ridotto (solo Russia, Qatar e Iran) controllerà almeno il 55 % delle riserve mondiali di gas e avrà notevoli opportunità per influenzare fortemente i mercati energetici della UE e dell’Asia. Naturalmente , un simile progetto comporterebbe un sacco di problemi e incontrerà tante opposizioni, nessuno può garantire che funzionerà , ma è importante vedere Mosca che sta cercando attivamente qualsiasi opportunità per prendere dei vantaggi strategici nella sua lotta contro gli Stati Uniti.

Speriamo che adesso sia chiaro di che cosa si sta occupando il Cremlino, che cosa sta cercando di guadagnare dalla situazione Ucraina e perché questo sia tanto importante.

Torniamo ai problemi direttamente connessi all’Ucraina e vediamo che anche con l’implementazione di tutti i più importanti progetti politici stranieri non sarebbe conveniente contribuire alla denazificazione di Kiev e non basterebbero a far acclamare le truppe russe o l’esercito ribelle del novo Russia anche nelle regioni centrali.

Se l’ esercito della Novorussia ha problemi con le mobilitazioni di Lugansk e Donetsk, poi sarà molto, molto difficile lavorare dall’interno delle regioni zombificate. Tuttavia, sembra che presto, accanto alla Federazione russa, si schiererà sul campo di battaglia il colonnello fame e le Forze Speciali del Giperok ( l’”iperinflazione”), che cambieranno radicalmente gli equilibri di potere.

L’economia ucraina è finita. Le semine primaverili sono state disastrose, le coltivazioni di ortaggi distrutte (dalle gelate), nessuno fa più credito, ci sono problemi con il gas, il prezzo del carburante si è impennato, possiamo tranquillamente dire che l’economia sarà travolta da una bestia del nord, forte e soffice. Nessuno darà un soldo alla giunta, nemmeno il FMI, che ha promesso qualcosa intorno a 17 miliardi di dollari (solo la metà di quanto servirebbe all’Ucraina per quest’anno), ma con una “ clausola di salvaguardia” nel contratto: se Kiev non controllerà tutte le regioni, non solo Kiev, non arriverà nemmeno un centesimo. Fame, freddo e iperinflazione (causata dal crollo della grivna) lavoreranno attivamente per indebolire la giunta e per far ragionare le menti dei ” generosi” ( shchirykh ) ucraini : certo non arriveranno ad amare la Russia , ma questo è un dettaglio, basterà che comincino a ricordare il periodo Yanukovych, come dolce sogno irraggiungibile.

Il caos inevitabile e il collasso totale delle strutture sociali, insieme a una guerra civile strisciante garantiranno che la NATO contuerà a  non accettare l’Ucraina, fino a quando non sarà sullo stesso “binario dell’Europa”, e anche i politici USA, più o meno moderati, non faranno nessuna mossa, perché ovviamente non sarebbe utile a far vincere gli Stati Uniti, anzi potrebbe solo trascinare il paese in una guerra nucleare.

Inoltre, nel contesto di un collasso economico totale per i minatori, i metalmeccanici e tutti gli altri lavoratori ucraini ora saldamente attaccati al loro lavoro – con la paura di perdere lavoro e speranza di “mandare avanti in qualche modo la baracca” – sarà tutta un’altra musica e dovranno partecipare in un modo o nell’altro a risolvere i problemi politici e economici della nuova Russia. E forse dovranno partecipare anche con le armi.

Allo stesso tempo, la Giunta– che si chiama Poroshenko – quella imposta (al paese) dall’Unione Europea, avrà un forte incentivo a negoziare con Mosca e a fare concessioni accettando dei compromessi. E poi i sarà la nuova Commissione Europea – che ha bisogno di pace e stabilità per far passare dall’Ucraina il gas che viene dall’est – che spingerà Poroshenko in questa direzione, che poi sarà  la stessa direzione verso cui spingeranno gli sconvolgimenti sociali causati dal colonnello fame e dall’iperinflazione, sabotandolo.

Tutti questi fattori, insomma, aprono grandi opportunità a un Cremlino che vuole riformattare l’ex Ucraina in qualcosa di appropriato per gli interessi della Federazione russa. E’ proprio questo lo scenario che gli Stati Uniti stanno cercando di evitare ed è per questo che gli USA hanno seri motivi per accelerare la trasformazione del conflitto in una fase calda con l’impiego di truppe e un massiccio spargimento di sangue.

Se poi calcoliano quanto tempo che ci vorrà per far arrivare il paese alla “fame”,  quello che ci vorrà per risolvere i problemi di politica estera alla Russia e quello per creare un sistema di collaborazione lavorativa con la Cina e l’Iran, indipendente dal dollaro e dal riposizionamento delle importazioni ecc…, approssimativamente si arriva alla conclusione che serviranno ancora da cinque a nove mesi (cioè si arriverebbe a quel mese di dicembre, che Yanukovich aveva tentato di negoziare) per uscire dal periodo di stallo per gli ucraini e per sbloccare le altre questioni che daranno il massimo vantaggio alla Russia.

Durante questo periodo, sarà necessario fare in modo che l’Ucraina mantenga uno stato di guerra civile (serviranno, ad esempio, gli aiuti di DNR  e LNR, e per la Russia non sarà necessario occupare Kiev troppo velocemente, per non crearsi altri inutili complicazioni ) e idealmente, oltre al prolungamento della guerra civile, servirà avviare dei  puzzolenti negoziati sull’Ucraina, coinvolgendo gli osservatori internazionali, in tutti i loro possibili formati, cioè, Poroshenko + Tsarev + Russia, UE, OSCE, USA ecc…

Il tocco finale. Negli ultimi mesi gli Stati Uniti hanno rallentato il lavoro della zecca riducendo il loro  “pump-priming ” da 85 a 55 miliardi di dollari al mese. Molto molti si aspettano ( ad es. http://www.reuters.com/article/2014/04/27/us-usa-fed-idUSBREA3Q08920140427 ), che la macchina smettesse di stampare per la fine di questo anno.  Un’altra volta, come gli anni passati.

Questo perché, anche se il dollaro è la valuta internazionale, gli USA non possono continuare a stamparle cartamoneta all’infinito – è impossibile. Secondo varie fonti, gli Stati Uniti hanno quasi totalmente utilizzato la “forza della risorsa-dollaro” , con cui hanno fatto il bello e il cattivo tempo con la macchina della finanza. Inoltre, il corollario e l’effetto inevitabile di questi trucchetti sta riducendo i tassi sulle obbligazioni USA e questo, da un lato, aiuta Washington, che paga meno interessi per i suoi debiti, ma, d’altro, sta veramente soffocando l’intero sistema pensionistico e assicurativo statunitense che si basa sulla previsione di rendimenti molto diversi da quelli che attualmente hanno i titoli dei loro portafogli.

In parole povere, entro la fine dell’anno, gli Stati Uniti dovranno scegliere se far saltare in aria il loro sistema sociale per continuare a stampare soldi, o se ridurre notevolmente il loro appetito per dare una possibilità alla casa di non crollare. A giudicare dalla riduzione della quantità di dollari che sta buttando nel sistema, sembra che Washington abbia deciso che prevenire una esplosione interna sia più importante delle sue ambizioni di politica estera.

Ora per completare il puzzle , facciamo le nostre previsioni:

L’America cercherà con tutti i mezzi di far aggravare la crisi in Ucraina per indebolire la Russia e sottomettere l’intero mercato europeo, prima di dover fermare le sue macchine stampa-dollari.

  • Il Cremlino cercherà di trasformare la crisi in Ucraina da una fase acuta in una fase di guerra-civile-cronica, rallentando i negoziati nel mezzo del collasso economico del paese. Allo stesso tempo, il Cremlino cercherà di utilizzare il tempo per creare le condizioni più favorevoli per il passaggio da un confronto duro con gli Stati Uniti ad un lavoro di sganciamento dal dollaro nei suoi rapporti con Cina, Iran, Qatar e creare un nuovo rapporto con la UE ecc.
  • Far terminare completamente la crisi a dicembre 2014, forse anche prima se gli USA dovessero desistere dal tentativo di esacerbare le ostilità.
  • E se gli USA non desisteranno ? – Allora … una grande guerra … una guerra per le risorse , perché il  “boom dello shale” è solo una qualsiasi bolla, come dice :Washington’s Shale Boom Going Bust  –

Fonte :  http://vineyardsaker.blogspot.it

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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