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Polonia – l’Unione europea non può intervenire sull’ordinamento giuridico degli Stati membri

La questione del collegamento della concessione dei fondi UE al cosiddetto Stato di diritto ha suscitato molti commenti. L’istituto Ordo Iuris ha inviato a tutti i membri del Parlamento europeo un parere legale sulla proposta di regolamento in materia. Questa è una risposta alle azioni ingiustificate delle istituzioni dell’UE nei confronti della Polonia e dell’Ungheria a causa della presunta mancanza di rispetto per lo Stato di diritto. L’Istituto attira l’attenzione, tra gli altri al fatto che in alcuni paesi dell’UE ci sono violazioni significative dello Stato di diritto, che non trovano risposta con la risposta della Commissione europea.

A novembre, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno concluso il cosiddetto un accordo provvisorio sull’adozione di un progetto di regolamento che introduce il meccanismo di condizionalità del bilancio dell’UE, in base al quale l’assegnazione dei fondi è stata subordinata allo “Stato di diritto” nei singoli Stati membri. Nell’ambito della procedura prevista dall’accordo, la Commissione europea può chiedere al Consiglio dell’UE di adottare “misure appropriate” in una situazione in cui si è verificata “una violazione dello Stato di diritto che lede gli interessi finanziari dell’Unione europea” in un determinato Stato membro o quando “si è verificato un grave rischio di tale violazione” . Vari tipi di sanzioni non specificate possono essere “misure appropriate”, compresa la limitazione dell’accesso di uno Stato membro ai fondi dell’UE.

In risposta, il Centro di diritto internazionale dell’Istituto Ordo Iuris ha elaborato un parere completo analizzando il progetto di regolamento. In questo parere, l’Istituto dimostra che l’Unione europea non ha competenza per intervenire in questioni relative al sistema giudiziario degli Stati membri. Il catalogo delle competenze dell’UE è descritto in dettaglio nell’art. 3, 4 e 6 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, e nessuno di essi prevede la possibilità di regolamentare a livello comunitario le soluzioni relative all’amministrazione della giustizia. L’Istituto fa inoltre riferimento a due pareri del Servizio giuridico del Consiglio dell’UE del 2014 e del 2018, in cui gli avvocati dell’UE hanno considerato di volta in volta i tentativi di introdurre meccanismi di controllo aggiuntivi dello Stato di diritto oltre la procedura prevista dalla legislazione vigente.

Il parere ha inoltre rilevato questa selettività nell’approccio della Commissione europea allo Stato di diritto negli Stati membri. La Commissione europea ha avviato due procedimenti contro la Polonia per la presunta minaccia allo Stato di diritto, nonostante l’attuazione coerente da parte del governo di tutte le sentenze della CGUE riguardanti la Polonia, nonché l’attuazione diligente del suo programma elettorale nel campo della riforma giudiziaria, utilizzando la legittimità democratica della maggioranza della società. Nello stesso tempo, la Commissione europea non è intervenuta quando la Spagna nel 2019 ha rifiutato di conformarsi alla sentenza della CGUE su un politico catalano che, nonostante gli fosse stato concesso il mandato di deputato al Parlamento europeo e la relativa immunità, è in carcere in Spagna. A sua volta, in Francia, almeno dal 2018, numerose sono le violazioni della libertà di riunione e di parola causate da violenze ingiustificate da parte della polizia e dei servizi segreti, come ha più volte sottolineato la nota organizzazione Amnesty International. L’Istituto Ordo Iuris descrive anche i punti chiave della riforma della magistratura in Polonia, dimostrando che le accuse contro l’indipendenza della magistratura polacca sono del tutto infondate.

“La base giuridica del progetto di regolamento di bilancio è l’art. 322 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Questa disposizione parla della definizione di “regole finanziarie che specificano in particolare le condizioni per la definizione e l’esecuzione del bilancio”. Nel frattempo, il progetto non si limita alla regolamentazione delle regole finanziarie, ma entra in questioni sistemiche e politiche legate alle cosiddette norma di leggeSi tratta di una palese violazione della competenza disciplinata dall’art. 322 TFUE. Sulla base di questa disposizione può essere creato un meccanismo di “condizionalità” per l’erogazione dei fondi di bilancio, ma deve essere preciso e includere solo criteri direttamente correlati alla correttezza dell’erogazione. Il concetto di Stato di diritto non ha nulla a che fare con la correttezza della spesa e la richiesta europea non è per nulla chiara.

Fonte: ordoiuris.pl

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Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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