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Portavoce Dipartimento di Stato USA: “Non c’è futuro per Assad in Siria”

di Patrizio Ricci

Data l'importanza oggettiva ed acclarata anche per tutti noi di quando succede in Medioriente è il caso di seguire con attenzione quando accade. La ragione non è il terrorismo di importazione e di esportazione o i 'migranti' ma che la stessa mentalità è poi usata qui a casa nostra nella gestione delle 'cose interne', con una differenza:  in quel contesto,  si vedono più chiaramente i cambiamenti e la deriva dell'operato degli stessi attori;  essendo lì, più liberi di 'agire' e con meno vincoli.

Quindi, siccome quei fatti incidono grandemente anche su di noi, mi permetto di tornare a fare un riassunto degli ultimi eventi:

Domenica Kerry aveva detto in una intervista alla CBS che gli USA erano disposti ad una trattativa senza precondizioni con Assad (di cui ho parlato qui) ma già  ieri  è avvenuta la 'marcia indietro' dell'amministrazione americana.

Sembra che hanno contribuito a provocarla, le vigorose proteste di alcuni stati europei ( in primis la Francia e in misura minore la Gran Bretagna – secondo il Guardian – ) e di Turchia e paesi del Golfo della coalizione.

Ieri è arrivata la smentita ufficiale del Dipartimento di Stato USA.  La portavoce Jen Psaki ha detto che  gli Stati Uniti hanno accettato la necessità che  rappresentanti del governo di Assad possano partecipare a qualsiasi negoziato ma ha tenuto a precisare "continuiamo a credere … che non c'è futuro per Assad in Siria," – ed ha aggiunto –  "non c'è nessun processo in corso. Non c'è nessun processo che sta per iniziare " (da Reuters USA).

La vice portavoce del Dipartimento di Stato americano (ex portavoce della Central Intelligence Agency) Marie Harf ha usato toni ancor più duri ed espliciti: "Non c'è futuro per un brutale dittatore come Assad in Siria" (Guardian)

"

Ed ha lanciato un tweet

Si sprecano in queste ore le analisi che riempiono pagine e pagine di giornale. Io sono stato educato a guardare i fatti ed i fatti non sono positivi:  il Quartier Generale per terroristi anti-siriani a Hirfanli si avvia ad essere pienamente operativo  in Turchia. Saranno formati ogni anno da 1500 a 2000 terroristi. Un totale di 5000 'ribelli' l'anno riceveranno una formazione insieme a Giordania e l'Arabia Saudita. Così, nei tre paesi, per un totale di 15 mila persone saranno formati per tre anni. http://www.haber10.com/haber/597628/#.VQfyYeEYF8E .
Niente di positivo quindi, anzi quando ci si contraddice all'interno della stessa amministrazione, è un brutto segno. Permettetemi l'accostamento: se la scomparsa per alcuni giorni di Putin dagli schermi televisivi aveva fatto gridare al colpo di stato in Russia l'antinomia degli USA  è forse più grave. 

La contraddizione americana ha una sola chiave di lettura: non è stato mai accantonato nulla dei mesti e lucidi propositi iniziali di sopraffazione disegnati per la Siria. Di fondo c'è sempre la stessa spregiudicatezza: perseguire i propri 'interessi'.  E' già accaduto in altre occasioni. Basta pensare alla guerra di Iran e Iraq: gli USA armavano entrambi anche se formalmente appoggiavano l'Iraq.

Siamo in un periodo storico dove la libertà è solo apparente: siamo schiavi dei diktat delle leggi di mercato , del mercato dei consumi , del profitto , delle idee dominanti che " pochi" hanno deciso di farci inghiottire a forza

Perciò per  quando riguarda la Siria, al momento, nulla lascia presagire sviluppi positivi. 

Si cambierà registro solo nel caso di nuovi successi sul campo in Siria, da parte dell'esercito arabo siriano (con il supporto di Iran, Hetzbollah ed il sostegno logistico e diplomatico russo).

Triste dirlo ma prevarrà la carta militare…con la solita variabile indipendente s'intende, che è la Provvidenza.

riferimenti:

[iframe src=”http://www.reuters.com/article/2015/03/16/us-mideast-crisis-syria-usa-idUSKBN0MC2BF20150316?feedType=RSS&feedName=topNews&utm_source=twitter” width=”100%” height=”500″]

ed anche: Bashar al-Assad dismisses US position on negotiating end to Syria war

 

 

 

 
 
 

 

 

 

 
 
 
Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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