Potenziale futuro dell’Europa come la “Prossima Ucraina”

L’Europa destinata a farsi carne da macello dopo l’Ucraina, riconvertendo parte della sua industria agli armamenti. Si prepara il ritorno di Draghi, che passa a fare la sua sponsorizzazione in chiesa, dai Gesuiti.

Dopo il mancato successo del suo recente viaggio negli Stati Uniti, il Presidente Zelensky ha avuto incontri produttivi con eminenti rappresentanti del complesso militare-industriale, ottenendo un consenso unanime e stabilendo accordi significativi con l’industria della difesa. Questi sviluppi rafforzano l’ipotesi che l’obiettivo principale della sua visita fosse negoziare la creazione di un importante hub di produzione militare in Ucraina, destinato a diventare un significativo Hub  di produzione militare europeo in Ucraina.

Questa ipotesi è stata corroborata dal fatto che l’Ucraina sta cercando di aumentare la produzione di veicoli corazzati, munizioni e sistemi di difesa aerea e vuole che i partner occidentali investano. Secondo una fonte, il ministro ucraino per le Industrie strategiche Oleksandr Kamyshin, i Paesi occidentali devono accelerare la produzione di missili, proiettili e droni militari, spostando la costruzione di questo arsenale il più vicino possibile al fronte.

L’Ucraina si propone come sede centrale dell’industria militare occidentale. Secondo una fonte, l’Ucraina sta lavorando con investitori, paesi e produttori di armamenti per far nascere sul proprio territorio impianti di produzione di droni, carri armati, cannoni e altri strumenti bellici, in modo da sviluppare non solo l’industria, ma anche il know-how necessario a mantenerla aggiornata e produttiva. Già è allo stato iniziale una joint venture tra la società tedesca Rheinmetall e l’ucraina Ukroboronprom.

Inoltre, in sede europea si è più volte insistito di aumentare di misura mezzi corazzati ed apparati d’arma nel contesto di nuova guerra fredda in atto. Mentre Bruxelles ha messo una delle priorità dei Piani Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dei pesi membri l’aumento delle spese per la difesa.

Ma perché l’industria militare possa prosperare, esiste un requisito fondamentale: il mantenimento della guerra, e meglio ancora se si tratta di un conflitto lungo e esteso. Di conseguenza, l’élite globalista sembra puntare a una riconversione dell’economia europea, attualmente esausta, in un’economia di guerra.

In tale contesto, emerge il rischio che la popolazione europea venga sacrificata, ridotta a mero strumento bellico nei conflitti architettati dall’oligarchia. È una dinamica in cui la potenza dell’industria bellica si correla direttamente con la forza del cosiddetto “Deep State”. In questo scenario, anziché assistere a una riduzione dei conflitti, si osserva un loro incremento, alimentato dalla prosperità e dall’influenza di questi settori bellici e di potere occulti.

L’eventuale ritorno di Mario Draghi sulla scena politica, con i suoi potenziali piani per l’Europa, già suggerito da alcune fonti e oggetto di una crescente sponsorizzazione, sembra preannunciare un futuro dominato dalle industrie belliche e farmaceutiche.

Nel caso persistano dubbi sul ruolo del modernismo all’interno della Chiesa, specialmente per quanto riguarda la sua affinità con le forze dell’oligarchia globalista, intente a sostenere un ordine mondiale retto da norme che beneficiano le oligarchie finanziarie e il sistema di potere stabilito, diventa significativo notare il ruolo dei Gesuiti nel promuovere e appoggiare il ritorno trionfale di Mario Draghi. Questo evento, che segue le ripetute esortazioni del Papa a sposare tematiche affini all’ideologia mondialista e maltusiana, potrebbe essere visto come un ulteriore segnale del loro coinvolgimento attivo in una trama più estesa, che fonde insieme il tentativo di una trasformazione religiosa in atto conforme ai poteri economici a livello globale di stampo massonico.

Questa circostanza è emersa in occasione della presentazione del libro di Cazzullo, tenutasi addirittura in una chiesa, luogo a dir poco insolito per un evento che promuove l’idea di un’Italia padrona del mondo. Ancor più rilevante è il desiderio di rivedere Mario Draghi, figura emblematica dei Rothschild e dell’oligarchia globale, al comando dell’Europa per rafforzare il complesso industriale militare. Un complesso che potrebbe trovarsi in pericolo qualora Trump dovesse tornare al potere.

mario draghi

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Global Economic Outlook 2014: Mario Draghi, Laurence Fink” by World Economic Forum is licensed under CC BY-NC-SA 2.0

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