Prima della campagna di disinformazione governativa a pagamento ‘Integrity Iniziative‘ che il governo britannico ha organizzato contro la Russia (scoperta il mese scorso), nel maggio 2016 il Il quotidiano inglese ‘The Guardian’ rivelò una analoga e più complessa campagna di manipolazione mediatica pro-ribelli, gestita sempre dal governo inglese.
Quindi dopo la campagna di disinformazione contro la Russia con la gente bombardata come birilli, per orientarla’ in modo adeguato agli interessi, il governo britannico nel 2016 ha condotta una analoga occulta guerra di manipolazione dell’informazione contro la Siria ed a favore di alcuni gruppi ribelli combattenti che esso ancora appoggia.
Il servizio del quotidiano londinese, giustificava la scelta del governo inglese di non assumere il ‘rischioso incarico’ direttamente ma di assumere appaltatori. Infatti, tutta l’organizzazione ed il lavoro di produzione di fake-news, è stata incaricata la Regester Larkin, una società di consulenza di comunicazione internazionale. Questa, a sua volta, mise in piedi una società denominata‘Innovative Communications & Strategies’, o ‘InCoStrat‘, che rilevò il contratto a partire da novembre 2014.
In definitiva, la Gran Bretagna ha agito come cobelligerante, schierata dalla parte dell’opposizione armata. E’ chiaro che sono gli stretti legami con la Turchia, l’Arabia Saudita e il Qatar che hanno fatto fare al Regno Unito una tale scelta di campo e non certo la democrazia o l’aspirazione per la libertà dei popoli.
La disinvoltura delle azioni messe in atto da una delle massime democrazie planetarie fa rabbrividire; l’articolo del The Guardian dice che «il Regno Unito considera le informazioni come elemento vitale di un conflitto moderno» – e che perciò, il Ministero della Difesa inglese ha elaborato una dottrina che tratta la propaganda come una vera potente arma da utilizzare per fornire alla pubblica opinione ignara, la gestione di informazioni e “comunicazioni strategiche” appositamente confezionate.
The Guardian descrive come il primo ministro Cameron non si è per nulla scoraggiato di non essere riuscito ad ottenere consenso in Parlamento a favore di un intervento più deciso del Regno Unito contro Assad: «Lo sforzo di propaganda del Regno Unito a favore dell’opposizione armata siriana è iniziata dopo che il governo non è riuscito a convincere il Parlamento a sostenere l’azione militare contro il regime di Assad. In autunno del 2013, il Regno Unito ha intrapreso dietro le quinte un lavoro per influenzare il corso della guerra modellando la percezione (da parte dell’opinione pubblica – NdR) dei combattenti dell’opposizione».
Naturalmente sconcerta come una volta presa una decisione in sede parlamentare, questa possa essere opportunamente cambiata in seguito, utilizzando ambiti occulti in grado di capovolgere completamente la volontà espressa democraticamente. Ma tant’è, la messinscena va avanti: Londra sta spendendo 2,4milioni di Sterline destinati ad appaltatori privati che lavorano da Istanbul per fornire “comunicazioni strategiche e operazioni mediatiche a sostegno dell’opposizione armata moderata”.
La propaganda aveva anche funzione “di promuovere i valori moderati della rivoluzione” e contribuire a plasmare un senso di identità nazionale che respingesse sia il regime di Assad che Isis. L’apparato mediatico para-governativo, interveniva e intercettava ogni evento che avveniva in Siria, compreso probabilmente anche l’esecuzione di stragi.
Proprio nel periodo in cui venivano fatte queste rivelazioni, si ebbe esattamente menzione di quanto la percezione della realtà possa essere appositamente falsata e distorta: in quei giorni pur essendo stati colpiti due ospedali (l’uno era situato in area governativa e l’altro in una zona detenuta dalla guerriglia), il clima di esecrazione e di condanna avvenne solo nel primo caso, quando gli ordigni caddero in zona ribelle. Invece, quando fu colpito l’ospedale pediatrico in zona governativa, la notizia passò pressoché nel silenzio o fu stata messa insieme ad altre di segno diverso.
Il lavorio disinformativo ebbe i suoi effetti deleteri sul conflitto ma altrettanto gravi, furono le conseguenze di tale comportamento: il governo britannico subordinò il diritto di informazione dei cittadini alle necessità strategiche della guerra che rendeva consigliabile un uditorio addomesticato e la costruzione di un nemico malvagio ed inumano.
Se guardiamo poi, chi erano i gruppi che il governo inglese aiutò, rimaniamo ancor più sbalorditi: il giornale londinese nel suo articolo menziona tra questi gruppi beneficiati dai servizi di ‘Spy Ops’ inglesi, il gruppo Harakat al-Hazm, che ha ricevuto assistenza militare dagli Stati Uniti, ed il gruppo Jaysh al-Islam , quest’ultimo un gruppo paradossalmente istituito e finanziato (insieme ad altri) dalla dittatura saudita. Si tratta di una milizia che mira a creare uno stato islamico sotto la legge della Sharia. A Damasco la milizia era tristemente famosa perché fece uso dei cittadini chiusi in gabbie come scudi umani contro gli attacchi governativi . Il primo gruppo citato, Harakat al-Hazm (quello appoggiato dagli USA), fu invece sconfitto dall’esercito arabo siriano e le sue forze residue si fusero con al Qaeda, il Fronte al Nusra.
Alla fine del servizio giornalistico linkato leggiamo: «Un portavoce della Difesa ha detto: “Il Regno Unito è stato un sostenitore di lunga data della opposizione moderata in Siria , che stanno in piedi sia davanti alla tirannia del regime di Assad e sia all’ideologia velenosa e assassina di Daesh ».