Primo attacco della NATO in territorio russo?

Il 13 settembre, nella regione di Murmansk, le forze di difesa aerea russe hanno abbattuto tre droni identificati come “droni ucraini”. Secondo le indagini preliminari, questi droni sarebbero partiti con ogni probabilità dalla Finlandia, paese membro della NATO, e si stima con una certezza del 90% che siano decollati dall’aeroporto di Ivalo. Sebbene tutti e tre siano stati neutralizzati, l’incidente rappresenta un fatto gravissimo, sia perché i droni provenivano da un paese della NATO, sia perché si stavano dirigendo verso installazioni nucleari russe.

I media mainstream hanno trattato l’evento in modo limitato, spesso distorcendo e minimizzando quanto accaduto. Tuttavia, il canale Nova Project di Gianluca Napolitano ha fornito una descrizione dettagliata degli eventi:

Il primo attacco NATO alla Russia

di Nova Project – Gianluca Napolitano

Ormai la situazione generale e le sue marionette stanno sfuggendo al controllo dei grandi burattinai americani.

Il 16 settembre, nel silenzio generale, droni kamikaze – identificati come ucraini ma decollati dalla Finlandia – hanno cercato di colpire le installazioni della base artica di Olenya, vicino a Murmansk, senza riuscirci.

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Secondo i russi si tratterebbe di droni costruiti sulla base dell’ultraleggero A-22 Foxbat a cui è stato aggiunto un sistema di pilotaggio remoto e imbottiti di esplosivo al posto dei passeggeri:

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Le soluzioni semplici ed economiche, quasi artigianali,, in questo conflitto stanno mettendo a nudo tutti i limiti di una dottrina che si basa sulle armi ultratecnologiche e ultra costose made in USA. Uno di questi aerei, nuivi (e senza modifiche) costa intorno ai 100mila dollari.

Due di questi velivoli sono stati lanciati da territorio finlandese in un attacco diretto alla base aerea strategica russa ‘Olenya’ nella regione di Murmansk, un’area chiave dl sistema di sicurezza nucleare della Federazione Russa.

Secondo fonti militari russe l’operazione sarebbe anche stata diretta da due aerei da ricognizione Gulfstream Svedesi, che avrebbero assisitito i superleggeri nell’individuazione dei bersagli.

Uno di questi velivoli avrebbe volato tranquillamente al limite dello spazio aereo russo per diverse ore.

Ovviamente i due droni sono stati identificati ed abbattuti, visto che le basi strategiche russe – cioè quelle che ospitano le armi nucleari fine-di-mondo – sono le infrastrutture russe (e mondiali) meglio protette al mondo.

Questa specie di attacco “ucraino” – in realtà un semplice “drill test” a basso costo – è però partito in realtà da un paese NATO, quindi gestito e diretto dalla struttura NATO integrata, e costituisce a tutti gli effetti un deliberato atto di guerra contro la Federazione Russa.

Si tratta ovviamente di una “messa alla prova” della determinazione russa di rispettare le nuove linee guida della risposta nucleare ad attacchi dentro il territorio russo.

Infatti è emblematico che si sia portato un attacco – anche se molto blando e quasi innocuo . proprio in un’area dove sono stoccate migliaia di testate nucleari.

La Finlandia si potrebbe presto trasformare nella nuova Ucraina.

Nonostante la personalizzazione del conflitto che ne è stata fatta, Putin è solo l’espressione di una classe dirigente russa che non aveva e non ha nessun ambizione nè di conquiste nè di guerre, ma che avrebbe voluto integrarsi profondamente con l’Occidente e cercare di far parte anch’essa dell’Europa.

Ma non esistono solo quelli che amano commerciare e fare i soldi con gli occidentali, in Russia. Ci sono anche quelli che vorrebbero sistemare le questioni aperte in altro modo.

Questo attacco è stato diretto a loro. E’ una provocazione e contemporaneamente un invito se non a sbarazzarsi d Putinm quantomeno a metterlo in minoranza e arrivare alle mani.

Se la notizia alla fine viene fatta circolare è perchè, almeno per il momento, sono rimasti in minoranza.

Questo non toglie che ormai è abbastanza chiaro che nella NATO ci sia chi sta preparando una Operazione Barbarossa Bis.

Andare alle botte e poi, chi vince si vedrà (e i pianificatori neocon americani e britannici – che finora non ne hanno azzeccata una – sono convinti di vincere loro, rapidamente e a mani basse).

fine citazione articolo di Nova Project

Aggiungo che il canale Telegram Mash, basandosi sulle proprie fonti, ha riferito:

“Secondo le mappe di volo, due aerei da ricognizione delle forze armate svedesi hanno precedentemente volato lungo il confine russo. Si tratta del velivolo da ricognizione radio ed elettronico S102B, nonché del Gulfstream Aerospace TP 102C (G-IV-SP), che può. intercettare telefonate, comunicazioni radio, reti digitali e televisive… Dopo i voli di ricognizione degli aerei della NATO provenienti (preliminarmente) dall’aerodromo di Ivalo (dove conviene mimetizzare gli ordigni con aerei civili), due UAV dell’A-22 “Flying Furono lanciati gli aerei del tipo Fox”.

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Ecco il commento del politologo Yuri Baranchik:

“Dopo questi attacchi dalla Finlandia sul nostro territorio, abbiamo il primo ridimensionamento del conflitto dall’inizio del Distretto Militare Settentrionale e questa è una fase fondamentalmente nuova nello sviluppo del Distretto Militare Settentrionale, alla quale non abbiamo alcun diritto rispondere. Cos’è il ridimensionamento? Questo è il trasferimento di un conflitto in corso: a) a nuovi attori eb) in caso di attacco da parte della Finlandia, abbiamo esattamente questi due fatti.

L’esperto ha ricordato che già in agosto aveva sollevato la questione di spostare le ostilità oltre il territorio dell’Ucraina, estendendo il conflitto all’Europa o ad altre regioni del mondo, dove la Russia potrebbe colpire più duramente gli Stati Uniti e la NATO. Sottolineando che la Russia ha “un mese o due” per farlo. Perché l’alternativa in questa materia è molto semplice: “ o cerchiamo di prendere l’iniziativa strategica, oppure il nemico continua a trattenerla”.

ed ancora Baranchik:

“Possiamo presumere con certezza che se non rispondiamo a questa espansione del conflitto in modo così duro da far sì che Helsinki non pensi nemmeno più a una cosa del genere, allora il prossimo colpo nell’espansione e nell’escalation del conflitto avverrà in Bielorussia o in Russia. nella regione di Kaliningrad. Sono propenso a pensare a Kaliningrad, ma se non rispondiamo per Kaliningrad, colpiranno anche la Bielorussia”.ce.

La maggior parte dei media russi hanno riportato – come ha indicato Nova Project – che si tratta di droni kamikaze pesanti basati sull’aereo leggero Aeroprakt A-22. Questi droni hanno avuto come obiettivo l’aeroporto di Olenya, sede dei portamissili strategici delle forze aerospaziali russe. Tuttavia, i droni ucraini non sono riusciti a raggiungere l’aeroporto poiché sono stati abbattuti nella zona del villaggio di Vysoky.

Secondo il rapporto di SHOT, uno degli UAV avvistati nella regione di Murmansk proveniva dalla direzione della Norvegia e fu individuato intorno alle 11:00 mentre volava verso l’aeroporto di Olenya. Due UAV erano stati rilevati 2,5 ore prima nella stessa regione, provenienti dalla direzione di Arkhangelsk, e il sistema di difesa aerea è intervenuto contro di loro.

Il giornalista Sergei Mardan ha affermato che se fosse confermato che uno dei droni ha attraversato il confine russo dalla Norvegia, ci sarebbero solo due possibili spiegazioni: o il drone è stato lanciato dal territorio norvegese o da una nave in acque neutre, con il passaggio attraverso il territorio norvegese permesso o ignorato.

Il portavoce Peskov ha invitato alla cautela, sottolineando l’importanza di non trarre conclusioni affrettate da fonti mediatiche non ufficiali, in particolare dai canali Telegram.

Successivamente, è emersa una nuova ipotesi che indicava la Finlandia come punto di lancio. Secondo il canale Telegram “Geranium Blooming”, i droni utilizzati nell’attacco alla regione di Murmansk sono stati lanciati dalla Finlandia. Il canale “Antifascisti dei Paesi Baltici” ha suggerito che l’aeroporto finlandese di Ivalo fosse il punto di partenza, poiché offre la possibilità di camuffare i droni tra gli aerei civili e si trova vicino a un fiume che potrebbe facilitare l’avvicinamento al confine russo.

Il canale “Condottiero” ha ribadito che nessun UAV ucraino vola verso i settori settentrionali della Russia, indicando che i lanci provengono dai paesi vicini membri della NATO, come nel caso dell’aeroporto di Olenya, dove i droni sarebbero stati lanciati dalla Finlandia.

Mash ha riportato che le forze armate ucraine, con il supporto della NATO, hanno tentato di attaccare l’aeroporto di Olenya. Secondo Mash, i droni ucraini abbattuti nella regione di Murmansk sono stati lanciati dalla Finlandia. Secondo le mappe di volo, due aerei da ricognizione delle forze armate svedesi stavano sorvolando la zona al confine russo prima dell’attacco: il S102B, un aereo radiofonico e di intelligence elettronica, e il Gulfstream Aerospace TP 102C, che è in grado di intercettare comunicazioni radio, telefoniche e digitali. Dopo i voli di ricognizione dall’aeroporto di Ivalo, furono lanciati due UAV Aeroprakt A-22 “Flying Fox”, abbattuti poi dal sistema di difesa aerea nei pressi del villaggio di Vysoky.

Riguardo alla Finlandia, poco dopo il tentativo di attacco nella regione di Murmansk, il governo finlandese ha annunciato la cessazione della cooperazione con la Russia in merito al consiglio consultivo sul Canale Saimaa. Il presidente finlandese, Alexander Stubb, ha espresso il suo sostegno all’eliminazione di qualsiasi restrizione sugli attacchi con armi occidentali sul territorio russo.

È evidente che i droni non possono volare direttamente dal confine ucraino fino al Circolo Polare Artico. Quindi, ci sono due ipotesi: o i droni partono dai paesi NATO vicini alla regione di Murmansk, come Norvegia, Finlandia o Paesi Baltici, o sono lanciati da sabotatori reclutati all’interno del territorio russo. Quest’ultima ipotesi è pressochè fantascentifica, dato la dimensione dei droni, l’esplosivo, la reiterazione ed il numero degli attacchi, nonchè la frontiera altamente sorvegliata.