[ad_1]
“Un terzo dei 137 fondi pensione che gestiscono o pagano le pensioni integrative di otto milioni di tedeschi sono già sotto la stretta sorveglianza dell’Autorità per la supervisione finanziaria Bafin. Per alcuni fondi, la situazione è drammatica”. L’euro non sta facendo dei danni solo nell’Europa del sud, ma anche sul lato nord dell’unione monetaria dove la lunga stagione dei tassi a zero sta mettendo nei guai molti fondi pensione e milioni di pensioni integrative: “la crisi finanziaria, emersa dieci anni fa con i fallimenti bancari, ora si è spostata e sta colpendo sempre più le pensioni integrative aziendali”. Ne parla il Tagesspiegel
L’incertezza è grande e c’è sempre piu’ preoccupazione per le pensioni integrative aziendali. Anche presso l’Autorità per la supervisione finanziaria Bafin. “La situazione oggi è molto più seria rispetto a due anni fa. E se i tassi di interesse resteranno al livello attuale, non potrà che peggiorare”, ha avvertito Frank Grund, direttore dell’autorità di controllo sulle assicurazioni. Un terzo dei 137 fondi pensione che gestiscono o pagano le pensioni integrative aziendali di otto milioni di tedeschi sono già sotto la stretta sorveglianza del Bafin. Per alcuni fondi, la situazione è drammatica. Due piccoli fondi pensione sarebbero sul punto di tagliare le prestazioni pensionistiche attuali e future. Il nome dei fondi, però il Bafin non lo rivela.
“Il Bafin sta facendo troppo poco per la protezione degli assicurati”, ha dichiarato al Tagesspiegel Gerhard Schick, esperto finanziario del gruppo parlamentare dei Verdi al Bundestag. Il suo gruppo parlamentare ha appena presentato una richiesta al governo federale per cercare di capire quanto sia grave la situazione, quali sono le casse pensionistiche colpite e quanti sono i cittadini che dovranno preoccuparsi per i loro piani pensionistici.
La crisi finanziaria colpisce la previdenza sociale
Per circa il 10% dei fondi pensione tedeschi, afferma lo stesso Bafin, la situazione è “molto seria“. I Verdi vorrebbero sapere quali sono i fondi coinvolti e quante sono le persone assicurate. Il governo federale, inoltre, dovrebbe fornire informazioni su quante sono le persone che dovranno fare i conti con il taglio della loro pensione integrativa o delle loro aspettative sulla pensione futura. “La situazione per molti fondi pensione è seria”, afferma Schick. “La crisi finanziaria, emersa dieci anni fa con i fallimenti bancari, ora si è spostata e sta colpendo sempre più le pensioni integrative aziendali”, avverte l’esperto finanziario. “Penso che gli assicurati abbiano il diritto di sapere qual’è lo stato di salute del loro fondo. Per molte persone, i versamenti per la pensione integrativa sono una parte essenziale della loro previdenza sociale”.
Problemi ce ne sono già da molto tempo
Già due anni fa il Bafin aveva usato parole insolitamente molto chiare: bisogna mettere sotto stretto controllo un po’ più di una manciata di fondi pensione tedeschi, dichiarava Grund. Recentemente l’autorità tedesca di controllo sulle assicurazioni ha usato parole ancora piu’ dure: “senza capitale aggiuntivo proveniente dall’esterno, alcuni fondi pensione non saranno più in grado di erogare tutte le loro prestazioni”. La situazione è ancora più seria rispetto a due anni fa.
Da dove arrivano i problemi
La causa dei problemi è soprattutto l’attuale situazione dei tassi di interesse. In particolare, gli assicuratori pensionistici spesso devono garantire ai vecchi clienti dei rendimenti elevati. Attualmente i fondi pensione devono generare in media il 3,2% per poter onorare non solo i contratti recenti, con prestazioni nettamente piu’ basse, ma anche i vecchi contratti con rendimenti ancora più elevati. Ma a causa della bassa redditività degli investimenti sicuri, il compito sta diventando sempre più difficile. I fondi pensione devono inoltre far fronte all’aumento dell’aspettativa di vita. Che cosa questo poi significhi per gli assicurati, dipende dal contratto e dal datore di lavoro.
Glie effetti gli squilibri
Sono soprattutto i lavoratori più anziani ad essere avvantaggiati, dato che gli obblighi pensionistici a tasso fisso devono essere rispettati, come previsto dalla legge sulla previdenza aziendale. Se un fondo pensione entra in difficoltà e deve ridurre i pagamenti, sarà il datore di lavoro a dover subentrare e a farsene carico, e quindi a pagare ai pensionati la differenza tra le pensioni promesse e quelle effettivamente erogate, attingendo dal patrimonio aziendale. I dipendenti più giovani, al contrario, non ricevono piu’ da parte delle assicurazioni degli impegni precisi in merito alle prestazioni future. Nelle attuali circostanze dovranno adeguarsi a ricevere prestazioni pensionistiche integrative in calo – a meno che la situazione sul mercato dei tassi d’interesse non subisca delle sostanziali modifiche.
L’autorità Bafin chiede un’iniezione di capitale
Il Bafin già da tempo sollecita i fondi previdenziali piu’ deboli a chiedere iniezioni di capitale ai loro proprietari e azionisti per cercare di stabilizzare l’attività. Le aziende tuttavia sono obbligate a coprire le prestazioni promesse e non erogate, ma non a rafforzare la posizione finanziaria dei fondi pensione. I datori di lavoro possono pagare solo se sono ancora esistenti, se non sono falliti e se sono liquidi. Ma con il sette per cento di tutti i beneficiari, il Bafin ha dei forti dubbi sul fatto che i datori di lavoro possano fornire sostegno. Secondo l’autorità di vigilanza finanziaria questo vale soprattutto per i fondi che lavorano per un grande numero di aziende. In 17 casi i fondi pensione negli ultimi quattro anni allo scopo di evitare problemi ancora maggiori hanno già tagliato il cosiddetto coefficiente di capitalizzazione della pensione a scapito dei pensionati futuri. Il coefficiente di capitalizzazione regola il rapporto fra i contributi versati e le erogazioni successive durante la fase pensionistica. Se viene ridotto, la pensione futura sarà più bassa.
Il fondo Protektor può aiutare?
Se un fondo pensionistico dovesse andare in insolvenza, in alcuni casi può intervenire il fondo di sicurezza Protektor, al quale sono collegati circa 20 fondi pensione. I pensionati ricevono quindi la pensione integrativa direttamente da questa organizzazione di supporto. Questi fondi, come è accaduto agli assicuratori sulla vita, dal 2011 hanno dovuto accumulare anche delle riserve aggiuntive per meglio fronteggiare la stagione dei tassi a zero. Tuttavia, la maggior parte dei fondi pensione sono organizzati sotto forma di associazione e in caso di emergenza possono tagliare le loro prestazioni o richiedere contributi più elevati. In entrambi i casi, sono i datori di lavoro a dover colmare le eventuali lacune nelle prestazioni pensionistiche promesse. I fondi pensione sono una forma particolarmente popolare di previdenza integrativa professionale in Germania, oltre alle assicurazioni dirette o alle casse mutua previdenziali.
Chi ha già tagliato
Il fondo pensione più grande, misurato in base al patrimonio gestito di circa 27 miliardi di euro, è la BVV (Versicherungsverein für das Bankgewerbe), seguito dai fondi pensione di Allianz, Bayer, BASF e Hoechst. La BVV già nel 2016 a causa dei bassi tassi di interesse ha dovuto trarre le dovute conclusioni e a partire dal 1 gennaio 2017 ha ridotto del 24 per cento i propri impegni pensionistici – anche per i contratti in essere, ma solo per i contributi pagati dopo tale data. La maggior parte delle banche aveva immediatamente accettato di coprire eventuali lacune nelle prestazioni erogate. In totale, il fondo pensione gestisce 757 società, 352.000 assicurati e 111.000 pensionati. Anche il fondo pensionistico federale e statale, che assicura oltre 350.000 dipendenti pubblici, a metà 2016 di colpo ha tagliato i tassi di capitalizzazione. In alcuni casi ciò corrisponde ad una riduzione di due terzi. Tali calcoli tuttavia di solito restano validi solo per un breve periodo di tempo.