Procuratore USA: Biden ha capacità cognitive compromesse, quindi non imputabile

Reazione di Zakharova all’Intervista di Tucker Carlson

La portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova in un comunicato ha commentato la reazione dei media mainstream al celebre e popolare giornalista americano, Tucker Carlson, che  ha rilasciato la sua intervista di oltre 2 ore con il Presidente Putin : ” Hanno ha avuto un attacco isterico: la Casa Bianca, il Dipartimento di Stato, tutti i principali media stanno gridando a squarciagola solo una cosa: non guardate l’intervista del presidente Putin… Questo è sbagliato… Gli americani hanno il diritto di sanno tutto quello che possono sulla guerra in cui sono implicati”.

Zakharova ha sottolineato come tale reazione toglie il vento alle vele di Washington, che dice di rappresentare un modello di moralità, diritti umani, democrazia e libertà di espressione.

Analisi di Peskov sul Panorama Mediatico

Asua volta, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha fornito un’analisi sul panorama mediatico attuale, evidenziando come esistano notevoli divisioni lungo le linee politiche e significative fratture interne tra le aziende di media: “ Ci sono alcune divisioni lungo le linee politiche e gravi divisioni aziendali nei media…I confronti su chi sostiene quali delle due parti sono abbastanza forti… Quindi c’è una sorta di gelosia professionale… Ma col tempo ci sarà un’analisi approfondita di questa intervista… L’alto interesse è innegabile ”- ha aggiunto, confermando che l’attenzione ricevuta dall’intervista è stata straordinaria, con oltre 180 milioni di visualizzazioni sulla piattaforma social X in soli 48 ore dalla sua pubblicazione, dimostrando così un tangibile e vasto coinvolgimento del pubblico.

Confronto tra Putin e Biden

Sempre in queste ore, emerge spontaneo il confronto tra le argomentazioni, esposte con lucidità e calma dal presidente russo Putin, e le questioni relative alla salute mentale del presidente americano Biden, come descritto dal procuratore speciale Robert Hur nel suo rapporto intitolato “Rapporto del procuratore speciale sull’indagine Rimozione, conservazione e divulgazione non autorizzata di documenti classificati rinvenuti in luoghi quali il Penn Biden Center e l’abitazione privata del presidente Joseph R. Biden, Jr. nel Delaware”.

L’indagine mette in luce la gestione imprudente da parte del presidente Biden di documenti classificati, tenuti in luoghi non autorizzati. Tuttavia, il procuratore ha indicato che, a causa delle valutazioni sullo stato mentale di Biden, non si procederà penalmente contro di lui per questi fatti.

La Mobilitazione del “Complesso Mediatico Elitario Imperiale”

Subito dopo che il Dipartimento di Giustizia ha ufficialmente riconosciuto le questioni relative alla salute mentale del presidente Biden, descritto nel rapporto come un leader con evidenti limitazioni cognitive, si è assistito a una mobilitazione del cosiddetto “complesso mediatico elitario imperiale “, un termine coniato dal defunto presidente Richard Nixon per descrivere l’élite mediatica propensa alla diffusione di falsità e disinformazione.

Questa dinamica è stata evidenziata in articoli che minimizzavano la gravità del possesso da parte di Biden di documenti classificati, riducendoli a “sei elementi” critici. Tuttavia, The Federalist ha sottolineato che l’indagine ha effettivamente rivelato la presenza di oltre 300 documenti, molti dei quali di estrema rilevanza per la sicurezza nazionale, inclusi quaderni contenenti riassunti di briefing riservati. È stato anche riferito che l’FBI ha sequestrato un disco rigido, sebbene i dettagli specifici del suo contenuto rimangano non divulgati.

Il Wall Street Journal su Biden

Anche il Wall Street Journal ha riportato che l’analisi dettagliata fornita dal signor Hur, basata su un’intervista di cinque ore con il presidente Biden, ha offerto uno sguardo senza precedenti sulla figura privata del presidente. Questo resoconto ha confermato le perplessità di molti cittadini americani, derivanti da affermazioni pubbliche inesatte e da un’apparente instabilità fisica di Biden. Tra le rivelazioni più significative, vi è stata l’incapacità di Biden di  ricordare gli anni del mandato come  vicepresidente e la data di morte del figlio Beau. Inoltre, è emerso che Biden avesse erroneamente identificato un alleato durante i dibattiti interni all’amministrazione Obama riguardanti l’Afghanistan come se fosse in disaccordo con la sua posizione.

La Difesa di Biden aggrava la situazione

Dopo la pubblicazione della valutazione del Procuratore riguardante la salute mentale di Biden, il tentativo del presidente di smentire tali conclusioni con una dichiarazione ha paradossalmente aggravato le percezioni sulla sua condizione.

Il New York Times ha analizzato l’episodio, notando che l’intento di Biden di difendersi giovedì sera, affermando con veemenza “la mia memoria è buona”, per poi confondere il presidente dell’Egitto con quello del Messico, non ha fatto altro che rafforzare i dubbi. Il quotidiano ha osservato che, sebbene ogni singola gaffe possa essere vista come un errore isolato o addirittura come un momento di leggerezza, la loro frequenza suggerisce una problematica di natura medica più profonda “ogni sua gaffe è perdonabile, perfino divertente, ma il suo accumulo sembra uno schema medico“. ed ha concluso dicendo: “Decine di milioni di americani hanno assistito direttamente al declino cognitivo di un familiare, vivendo la progressione della malattia che, come disse Hemingway, avviene ‘gradualmente, poi all’improvviso’.”

Il Monito di Gingrich e le critiche della CNN

Il giorno dopo (venerdì sera), l’ex Speaker della Camera, Newt Gingrich, ha espresso un grave monito, sottolineando la chiarezza e la gravità delle informazioni presentate nel Rapporto Speciale: “Il linguaggio esplicito e gli esempi dettagliati esposti nel rapporto delineano una questione fondamentale: non si può permettere a quest’uomo di essere il Comandante in Capo … Questa non è una questione di politica, ma di sopravvivenza degli Stati Uniti. Dobbiamo ricordare che stiamo parlando dell’individuo che ha il potere di scatenare o prevenire un conflitto nucleare, a seconda delle decisioni che prende.”

Anche la CNN ha condiviso una valutazione critica, pur con un tono differente: “Indipendentemente dal fatto che si consideri il rapporto del consigliere speciale brutalmente onesto o, come sostengono alcuni collaboratori di Biden, un tentativo partigiano avviato da un nominato dell’amministrazione Trump per danneggiare il presidente, il documento colpisce al cuore di una preoccupazione ben nota ai consiglieri di Biden: alla soglia degli 81 anni, le sue capacità sembrano indebolite, sollevando dubbi sulla sua idoneità a sostenere le responsabilità del suo incarico.”

La Presa di posizione del Telegraph e le preoccupazioni di NBC News

Anche il The Telegraph di Londra. considerato un punto di riferimento mediatico per il governo britannico, ha condiviso una prospettiva simile attraverso un articolo inequivocabile, intitolato “Questo è il giorno peggiore della presidenza di Joe Biden’, i democratici lo ammettono ”. L’articolo evidenzia che “Biden ha affrontato il giorno più difficile del suo mandato”, come confermato da un suo alleato, in seguito alla pubblicazione di un rapporto incisivo che mette in luce “gravi limitazioni nella sua memoria”.

Parallelamente, NBC News ha riportato le parole preoccupate di un deputato democratico, che ha sollevato un interrogativo fondamentale: “Se l’unico motivo per non procedere con l’accusa è l’età avanzata del presidente, come può egli ricoprire l’incarico di Presidente degli Stati Uniti?”. Questa domanda mette in luce le profonde preoccupazioni riguardo alla capacità di Biden di sostenere le responsabilità e le sfide connesse alla più alta carica dello stato.

Nell’Instabilità Globale, la rotta è persa

Nel contesto di una gestione superficiale delle questioni legate alla presidenza degli Stati Uniti e di un conflitto globale che si intensifica, il Telegraph, riconosciuto organo di stampa vicino al governo britannico, ha pubblicato un grave monito intitolato “La Terza Guerra Mondiale si sta avvicinando rapidamente, e troppo pochi sono disposti ad ammettere il perché”. Questo articolo sottolinea la crescente tensione internazionale e la mancanza di riconoscimento delle sue vere cause.

In un contesto di instabilità globale in crescita, con Putin che ripetutamente invita al dialogo, si profila la figura di un leader le cui capacità cognitive sono precarie, alla guida della nazione più potente del pianeta. Questo panorama solleva questioni fondamentali riguardo al percorso che il mondo sta intraprendendo e alla responsabilità personale in un’epoca in cui, parafrasando la celebre osservazione di Søren Kierkegaard, sembra che il destino dell’umanità sia affidato non alla saggezza del capitano, ma alle distrazioni del cuoco, che, anziché annunciare la rotta, si limita a elencare il menù del giorno. Questa metafora riflette profondamente sulla crisi di leadership e sulla direzione incerta che stiamo seguendo, evidenziando l’urgenza di un cambiamento profondo.

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