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Che il vento è cambiato e che il sentiero per Merkel è sempre piu’ stretto te ne accorgi dal fatto che ormai anche i commentatori della ARD, la Rai 1 tedesca, non hanno alcun problema a chiedere le dimissioni della Cancelliera. Un ottimo Malte Pieper dal Tagesschau della ARD E’ una dichiarazione di bancarotta dell’UE: in una delle aree politiche piu’ importanti del nostro tempo, vale a dire nella gestione dell’immigrazione, non c’è piu’ nulla che funzioni. A parte le solite dichiarazioni del tipo, “ora dobbiamo veramente proteggere i confini esterni”, i capi di stato e di governo non riescono piu’ a mettersi d’accordo su nulla. Quasi nessuno si fida piu’ dell’altro. Certamente non della Cancelliera tedesca. Il suo nome in molti paesi europei è diventato un “non-nome”, basta pronunciarlo per garantire una pessima atmosfera.
Come si è arrivati a questo punto? Fondamentalmente la cosa è semplice: tutto si basa sullo stile politico di Angela Merkel. E cioè quel “pragmatismo” tanto celebrato da una parte dei suo sostenitori, quello con il quale affronta i problemi. Nelle situazioni poco chiare, quando c’è la nebbia, Merkel da sempre accende i fendinebbia. Guida a vista e spera che il vento risolva da solo il problema. Quando la nebbia è fitta però, come nel caso della crisi dei rifugiati, andare avanti a tentoni non serve a nulla, puoi solo allontanarti dalla strada, perché non vedi nulla e alla fine ti perdi.
Merkel e la solidarietà europea
Un esempio: mentre nel 2011 e nel 2012 il numero delle persone in fuga verso l’Europa continuava a crescere, lentamente ma in maniera costante, Merkel faceva sapere che non si trattava del suo problema principale, ma di un problema italiano e greco. La Cancelliera ha scoperto la tanto decantata “solidarietà europea”, ma per se stessa, solo quando la marea di persone aveva già raggiunto il confine bavarese. Ma nell’autunno 2015, con la solidarietà europea, le cose non potevano andare tanto alla svelta. Perchè il problema era ormai arrivato in Germania e non c’era tempo per fare lunghe trattative.
Sotto pressione, Merkel prende addirittura in considerazione la divisione dell’UE, spinge gli europei dell’est in un angolo, li mette in minoranza e vorrebbe costringerli ad accettare i profughi. Provate a immaginare cosa sarebbe successo se ad essere trattata in questo modo fesse stata la Germania.
Terra bruciata, ovunque si guardi
In maniera ugualmente brutale, già durante l’eurocrisi, aveva mostrato alla Grecia in quali mani era il bastone del risparmio. Oppure ai vicini del mediterraneo, piegati da una disoccupazione giovanile dilagante, chiedeva di prendere esempio dalla sua Germania. Ovunque si guardi, Merkel ha lasciato dietro di sé terra bruciata.
Come risultato di questa politica del non-compromesso e quindi di non-accordo, sempre piu’ paesi sono andati a destra, se non verso l’estrema destra. Anche in Germania AfD passava da una vittoria all’altra – e in una Unione ormai nel panico, ad avere sempre piu’ spazio sono stati gli opportunisti alla Markus Söder o alla Jens Spahn, per i quali ogni mezzo, ma veramente ogni mezzo è lecito, nella misura in cui gli garantisce un successo nel breve periodo.
Alla Cancelleria è necessario un nuovo inizio
Soluzioni europee comuni, senza le quali è difficile pensare di riuscire a tenere sotto controllo il problema dell’immigrazione, a causa della svolta a destra, tuttavia sono sempre piu’ lontane.
Stimata Angela Merkel, dopo quasi 13 anni da Cancelliere, lei a livello europeo non riuscirà ad ottenere nulla, a parte una evidente avversione nei suoi confronti. Lo hanno mostrato tutti gli incontri degli ultimi mesi. Ci aiuti piuttosto a fermare finalmente la tendenza apparentemente inevitabile che porta alla divisione europea! Nell’ufficio di Cancelleria faccia spazio a qualcuno il cui nome non sia compromesso come il suo. Qualcuno che in Europa riesca ancora a farsi ascoltare. Qualcuno che sia ancora in grado di guardare agli interessi di tutti. Ci lasci osare un nuovo inizio!
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