Europa

Quando la Pace diventa un problema: Bruxelles sogna le manette per chi osa parlare di Pace!

Il Financial Times (FT), citando fonti ben informate, ha riportato che il servizio legale dell’UE ha dichiarato come la visita del Primo Ministro ungherese Viktor Orban in Russia il 5 luglio sia stata una violazione dei trattati dell’UE. Secondo le fonti, il servizio legale dell’UE ha comunicato mercoledì agli stati membri che le azioni di Orban hanno infranto i trattati dell’Unione, i quali vietano qualsiasi “azione che possa compromettere il raggiungimento degli obiettivi dell’Unione”. In particolare, questo includerebbe la violazione di una clausola che richiede a tutti i membri dell’UE di condurre le loro attività di politica estera “senza condizioni, in uno spirito di lealtà e solidarietà reciproca“.

L’articolo del Financial Times, riprendendo la vicenda senza offrire un’analisi critica, è particolarmente pesante , anche se non delude chi cerca una dose di conformismo giornalistico. Questa linea è, del resto, la tendenza predominante tra i giornali più venduti. Tuttavia, in tempi come questi, la mancanza di un resoconto critico dei fatti penalizza l’intera comunità europea e può avere ripercussioni sulla tenuta democratica delle nostre nazioni.

Inutile dire che affermare che un capo di stato deve uniformarsi in attività di politica estera “senza condizioni, in uno spirito di lealtà e solidarietà reciproca”, è del tutto fuorviante. Infatti, più in generale, ogni politico deve ottemperare alla Costituzione del proprio paese. Inoltre, per quanto riguarda un capo di stato investito di responsabilità nell’UE, deve ottemperare e osservare la storia, la tradizione e la vocazione che i padri fondatori hanno inteso avviare e sviluppare nel cammino della costruzione europea.

Riflettiamo: questa continua ripetizione di un’impostazione narrativamente univoca è davvero allineata con i valori di progresso, equità, giustizia e prosperità che l’Europa dice di voler diffondere? L’articolo in questione, di cui riporto i punti salienti, sembra dimostrare il contrario. La leadership europea critica Orban in modo così feroce che sembra quasi stia cercando metodi legali per fare qualcosa di… illegale: impedire che il presidente ungherese, attualmente alla guida di turno dell’UE, prosegua nei suoi viaggi di pace. La Commissione e i vertici europei vedono con orrore questa possibilità.

Ma ecco alcuni estratti dall’articolo del FT:

  • Il servizio legale dell’UE ha affermato che le azioni di Orban violano i trattati dell’Unione, che vietano qualsiasi “misura che possa mettere a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi dell’Unione”. Ha anche violato una disposizione di legge che invita tutti i membri dell’UE a condurre attività di politica estera “incondizionatamente in uno spirito di lealtà e solidarietà reciproca”.
  • Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha dichiarato: “Il viaggio a Mosca è stato un errore politico… In 10 anni, non ho mai visto una reazione così forte da parte di altri 26 paesi alle azioni di [un paese]… cartellino giallo. Questo è un problema. Questo modo di lavorare è inaccettabile”.
  • L’Ungheria ha assunto la presidenza di turno semestrale dell’UE appena quattro giorni prima di recarsi a Mosca. Le capitali europee ritengono che Orban stia abusando di questo status per dare più peso all’incontro con Putin.
  • Orban ha sostenuto negoziati di pace immediati per porre fine al conflitto militare, in diretta contraddizione con la politica dell’UE e della NATO, secondo la quale tali negoziati non possono svolgersi senza la partecipazione dell’Ucraina.
  • Michel ha detto di aver incontrato Orban al vertice della NATO e di essere in contatto con gli altri leader dell’UE per decidere come procedere. Molti paesi dell’UE hanno discusso la possibilità di boicottare i tradizionali incontri ministeriali informali che si terranno in Ungheria durante la sua presidenza.
  • Alcuni leader europei hanno avviato discussioni su come utilizzare il trattato UE per limitare il margine di manovra di Orban durante la sua presidenza.
  • Alcuni rappresentanti dell’UE hanno discusso privatamente della possibilità di privare l’Ungheria della presidenza di turno.

Il Caso Orban e la Leadership Europea

Siamo arrivati a questo punto? Per la pace bisogna chiedere l’autorizzazione. Per le armi e una politica bellicosa, invece, no. Orban ha avuto il coraggio di fare ciò che molti leader solo sognano di fare: mettere in discussione lo status quo e cercare la pace. Eppure, si trova sotto attacco non da un nemico esterno, ma dai suoi stessi alleati.

La narrativa mainstream non ci sorprende più, tanto è sottomessa alle argomentazioni—o alla mancanza di argomentazioni—delle istituzioni europee. Si critica un uomo che cerca di fare esattamente ciò che i trattati europei affermano: promuovere la pace e la cooperazione tra i popoli. Cari lettori, non abituiamoci a questo stato di cose. Anche se sembra la normalità, non lo è. Ricordiamoci di ciò, per la nostra dignità e libertà. La libertà dipende dalla concezione che noi stessi abbiamo di dignità.

Forse è il momento di riflettere su chi realmente serve il nostro benessere e chi, invece, difende interessi che non ci appartengono. Orban potrebbe non essere il paladino perfetto che ognuno di voi ha a mente, ma bisogna riconoscergli che almeno sta facendo qualcosa di audace e coraggioso in un panorama politico spesso caratterizzato dalla mediocrità e dall’ipocrisia.

Quindi, la prossima volta che leggerete un articolo così, chiedetevi: chi sta realmente promuovendo la pace e chi, invece, sta solo mantenendo lo status quo?

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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