di VietatoParlare.it
Sta per arrivare anche in Italia la rappresentazione teatrale, del regista romagnolo Romeo Castellucci, che ha determinato fortissime proteste in Francia nei mesi scorsi. Si tratta dello spettacolo, oggettivamente di cattivo gusto, intitolato “Sul concetto di volto nel figlio di Dio” durante il quale appare in scena un lancio di pietre ed escrementi contro il famoso quadro di Antonello da Messina raffigurante Nostro Signore Gesù Cristo. L’opera, è in cartellone dal 24 al 28 gennaio 2012 presso il teatro “Parenti” di Milano.
Scritta e diretta da un certo Romeo Castellucci, autore “d’avanguardia”, denuncia la solitudine e la degradazione dell’uomo di fronte alla vecchiaia, alla malattia e “all’abbandono di Dio stesso” (sullo sfondo sempre presente il volto di Cristo “Salvator Mundi del Messina).
Nella seconda parte della rappresentazione, ( notare la la genialità creativa dell’autore) il palcoscenico viene letteralmente cosparso da escrementi per mostrare l’estrema degradazione umana. Poi, senza dire una parola, in scena salgono dei ragazzi che si chinano raccogliere queste feci per poi lanciarle, come si fa in un tiro a segno, sul volto di Gesù, illustrato dallo splendido capolavoro di Antonello da Messina. Alla fine di questa azione, sull’immagine, ormai completamente imbrattata, cala un velo nero con la scritta: “You are not my shepherd” (“Tu non sei il mio pastore”).
In Francia ci sono state molte proteste anche eclatanti, come impedire fisicamente in vari modi lo spettacolo. Pur apprezzando la buona fede di chi cerca di frapporsi anche fisicamente, in modo non violento a simile “arte” simili azioni vengono subito etichettate come “fasciste” o integraliste. Ma noi cattolici non possiamo esonerarci da un giudizio. Bisogna rendersi conto che nella realtà se non ci giochiamo sempre, si arriva a quel livello. L’immagine di Cristo, non ha bisogno di essere difesa, ma bisogna difendere noi uomini, questo è il caso di farlo, di cogliere l’occasione di dire che ciò che ci lega a quell’immagine è una gratitudine e questa è ad essere attaccata, viene attaccata la nostra affezione a Cristo, non importa l’intelligenza o meno dello spettacolo e la sua intuizione.
Non parto mai dall’esito e non agisco per un contro, ma è urgente porre l’attenzione su queste cose, i cristiani devono sapere che il mondo che ci stiamo costruendo non è amico al nostro essere, al nostro destino. Forse occuparci dello spettacolo non farà altro che far fare più soldi al regista, ma non è questo il punto, il punto è essere o non essere, se possiamo o non possiamo mettere la nostra fede sempre tra parentesi e sempre più in ambiti ristretti dal pubblico, ormai dominato da mentalità anticristiana.
Avevo messo all’inizio di questo post il video delle proteste in Francia , ma l’ho rimosso, non leghiamoci a nessuna altra reazione, perchè non sta a me dettare ricette perchè ognuno di noi è libero di agire come meglio crede sempre nei limiti della legalità, ma cio che è importante è dare un giudizio ed esprimerlo.
Così come ha fatto con grande onestà intellettuale Attilio Scarpellini (giornalista, critico, scrittore, saggista) nel sito “Teatro e critica” rispondendo all’editoriale (che difende l’opera), così commenta in disaccordo:
(…) quello di Castellucci è comunque uno spettacolo sulla teodicea e che il suo anti-teismo, le sue defigurazioni, le sue presunte blasfemie sono radicate in una cultura dell’immagine divina (cioè della divinità incarnata) che non mi sembra possa esser liquidata come una banale reviviscenza superstiziosa. Come mai, insomma, dopo tanti anni di modernità è ancora con quell’immagine che un artista come Romeo Castellucci continua a vedersela? Il concetto di incarnazione non mi sembra poi così banale e neanche riducibile, con una snobistica alzata di spalle, alla “religione della sofferenza e del peccato”. “Cattolica, monarchica e fascista” è una sintesi ottima per il tradizionalismo integralista – è la descrizione dell’ ’Action Française – ma è solo una sintesi politica. Che ne facciamo di quei cristiani che non sono e non vogliono essere né monarchici né fascisti? Li obblighiamo a restringere la loro fede in una cultura (è almeno da Kierkegaard che questi due termini non possono essere confusi) perché questo è più comodo per il teatro generale su cui pensiamo di combattere, dove ogni maschera deve essere riconoscibile a prima vista?
E in un’intervista alla domanda.
“Eppure molta gente conosce il teatro solo come fasto retrò è polveroso: il teatro degli stabili, generalizzando un po’. Un teatro che spesso va a braccetto col potere, un teatro “cortigiano” e non scuote più nessuno “
risponde:
Questo teatro non interessa neanche il potere che lo investe in termini banalmente clientelari, perché non è in grado di rappresentare nulla, a parte la propria malafede museale e un riflesso condizionato di conservazione che è solo il lato perbenistico con cui il regime attuale protegge la sua incredibile disinvoltura etica, la sua sguaiatezza di fondo, dagli sguardi troppo indiscreti dell’opinione pubblica.
… questo è rischiare in giudizio, non mi interessa cosa fare, ma che tutti ci giochiamo in un giudizio..
È possibile per chi se la sente, nella misura dettata dal proprio cuore, rischiarci in un giudizio, dopo essersi documentati sulla natura dello spettacolo segnalato, ai seguenti indirizzi:
1- Teatro Parenti
Sede degli spettacoli
via Pier Lombardo 14 – 20135 Milano
Sede degli uffici
via Vasari 15 – 20135 Milano
Segreteria di Direzione
tel 02/59995220
[email protected]
Ufficio stampa
tel 02/59995217
[email protected]
2- sindaco di Milano
centralino unico 02.02.02
[email protected]
3- arcivescovo di Milano, Cardinal Angelo Scola
Piazza Fontana 2 – 20122 Milano
Telefono: 02/85561 [email protected]
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altre fonti correlate:
commento di RAI vaticano : http://raivaticano.blog.rai.it/2012/01/04/il-dovere-di-non-tacere/
di Gianfranco amato: “Il Volto imbrattato”
di don Gabriele Mangiarotti: “pane al pane – propriamente – sterco allo sterco “