di Sabino Paciolla
Già ieri avevo parlato su queste pagine dell’intervento “moderato” di Andrea Tornielli (leggi qui). Oggi mi è capitata un’altra esternazione delicata e moderata, a suo modo, ovviamente, quella di don Paolo Farinella.
Leggo da Libeoquotidiano:
Don Paolo Farinella torna ad attaccare a testa bassa Matteo Salvini dai microfoni de La Zanzara su Radio24. Il prete di Genova aveva conquistato nuova popolarità lo scorso Natale, quando aveva deciso di chiudere la sua chiesa per protestare contro il ministro dell’Interno. Oggi il parroco non sembra aver cambiato idea: “Bisogna chiudere tutte le chiese a Salvini, non può entrare finché non si pente in ginocchio. La Chiesa non è un porto di mare. Se fa penitenza accogliamo tutti, e lasci il Vangelo nel cassetto”.
Don Farinella contesta al ministro leghista le politiche sull’immigrazione, che secondo il prete gli costeranno carissimo: “Prima o dopo ci sarà qualche giudice a Berlino. È contro il diritto internazionale, contro la Costituzione, va processato. È in atto un genocidio, e lui è responsabile”. Don Farinella ha poi lanciato un appello a tutti gli italiani credenti perché si ribellino a Salvini e ai suoi “atteggiamenti fascisti. Mussolini – dice don Farinella – faceva le stesse cose”.
La rivolta secondo don Farinella dovrebbe coinvolgere anche i preti: “Salvini ha le mani sporche di sangue. I preti di tutta Italia dovrebbero mettersi di fronte e dire: prima ripara tutto il male che stai facendo contro l’umanità, poi entri. E anche quelli che tacciono sono corresponsabili. Come i grillini, certo”.
Molto dure queste espressioni. Ma per meglio inquadrarle nel personaggio, è bene riprendere qualche altro suo intervento di qualche tempo fa.
Leggo da Queerblog del 09 giugno 2013:
Il parroco di Genova, in una recente intervista a Il Fatto Quotidiano, ha applaudito alla scelta della Idem e della Boldrini di partecipare al Gay Pride 2013 a Palermo.
“Fanno benissimo, anch’io ci andrei. Il Gay pride è una manifestazione di cittadini come altri, che chiedono diritti ed è fondamentale che il legislatore, di qualunque colore politico, ne tenga conto.”
Passo ad una intervista letta su Lafedequotidiana del 01.12.2015:
“Sin qui la Chiesa è stata governata da una nomenklatutra vicina a Giovanni Paolo II e Ratzinger e lo scriva pure: sono stati i peggiori papi del millennio. Giovanni Paolo II io non lo avrei mai proclamato santo, uno che ha polacchizzato la Chiesa, l’ha consegnata mano e piedi all’Opus Dei, al CL o ai Legionari di Cristo. Basti considerare come il polacco ha trattato Romero”.
Del recente Sinodo dei vescovi (quello sulla famiglia, ndr), soddisfatto?
“Neppure per sogno, non si è avuto la forza di andare avanti. Ma qualche cosa timida si è vista. Io per esempio do la comunione al divorziato risposato civilmente e persino alle coppie gay, che potere ho io da prete a dire di no? Mica sono Dio. Io lascio le ostie e ciascuno la prende, dico solo: il corpo di Cristo. Oggi negherei la comunione ad uno solo”.
A chi?
“A Berlusconi. A lui, mai, non per moralismo, ma perchè è il simbolo del male, un paradigma di immoralità vivente e lo dimostrano la sua esistenza e la sua sessualità mal gestita”.
Poi se la prende pure con il presepe, che ovviamente dovrebbe essere tolto. Siamo o non siamo una Repubblica laica?
Da La Repubblica del 21.10.2017:
“Il compito di un Municipio non è perdere tempo dietro ai presepi e a una religione, appunto la cattolica, di cui nulla gliene importa. (…)
Noi, da credenti e praticanti, cattolici fino al midollo dell’osso sacro e di quello ateo, ci opponiamo a questo modo miscredente che mentre culla una statua di gesso o di legno, disprezza e sputa addosso all’immagine di quel Bambino che è venuto a dichiarare «sacri» tutti gli emarginati e gli indifesi, di qualsiasi colore e nazionalità. A San Torpete non faremo il presepe che ormai è diventato una favola senza Cristo, ma onoriamo le Persone Nere o Bianche, le sole che possono essere immagine del Dio venuto a dichiarare la fine di ogni discriminazione blasfema”.
Infine, come si diceva all’inizio, a dicembre scorso ha acquisito la sua popolarità, proponendo le porte delle chiese chiuse a Natale.
Da La Repubblica del 6 dicembre 2018:
Niente messa e chiesa chiusa ‘per fallimento’ a Natale per protestare contro il decreto sicurezza. (…)
Nel 2018, insiste don Farinella, non si può celebrare il natale, anche per “obiezione di coscienza” al decreto “spudoratamente conosciuto come decreto sicurezza, sebbene sia un decreto di massima insicurezza e sfregio dei valori e dei sentimenti più profondi della democrazia e del diritto. Dietro parole roboanti, confuse e immorali, si nasconde la volontà determinata di colpire ‘i migranti’, proprio alla vigilia di quel natale che celebra la nascita di Gesù, emigrante perseguitato dalla polizia di Erode, fuggito alla persecuzione, accolto in Egitto e ritornato a stabilirsi a Nazaret, dopo un viaggio allucinante e pericoloso attraverso il deserto del neghev”. (…)
Quindi “non ci resta che assumere l’unico gesto di dignità rimasto: la nostra coscienza opposta come bastione di obiezione totale con atto pubblico, radicale, dirompente e inequivoco: la chiesa di san Torpete in genova resterà chiusa perchè per un natale senza cristo, un natale senza dio, perchè natale senza uomo”. Possa la chiesa, “chiusa per fallimento, stimolare il pensiero e la riflessione dei credenti e quanti hanno coscienza”.
Anche in questo caso, che dire?
Meglio lasciar stare!
L’articolo Quando si dice moderazione…ma vera moderazione proviene da Il blog di Sabino Paciolla.