La Siria è un territorio che Washington ha proclamato “zona di interessi statunitense”, il che significa che appoggerà senza contraddittorio le forze che ha scelto e che considera come governo “legittimo” della Siria, cioè i militanti: non importa il loro profilo , l’importante è che rispondano al requisito di ‘combattere Assad’.
Quindi la situazione è questa: la Siria è un Paese indipendente ma occupato da forze straniere. Ma non può farci niente, non è in grado di combattere gli Stati Uniti, le forze sono impari.
Oltre al problema dell’enclave di Al Tanf e del nord dell’Eufrate in mano statunitense, permane la provincia di Idlib che continua ad essere detenuta dal gruppo terroristico di al Qaeda in Siria Questo gruppo salafita è protetto dalla Nato (Turchia) che ha invaso parte della Siria orientale.
Ovviamente le forze terroristiche jihadiste sono coscienti di questa situazione e continuano l’azione di logoramento delle forze siriane. Ieri i terroristi di Jabhat al-Nusra hanno colpito insediamenti in quattro province della Siria. Secondo i militari russi del Centro per la riconciliazione delle parti belligeranti nella Repubblica araba siriana (SAR), i militanti del gruppo terroristico Jebhat al-Nusra hanno effettuato due attacchi nella provincia di Aleppo, tre nella provincia di Latakia – quattro nella provincia di Hama – e nella provincia di Idlib – 24 attacchi.
A seguito di queste continue aggressioni le forze russe e siriane hanno risposto colpendo obiettivi militari nella provincia di Idlib per contenere questi attacchi e distruggere il potenziale offensivo. Le risposte alle aggressioni dei terroristi sono periodicamente impugnate per dimostrare che “le forze di Assad”, ovvero l’esercito siriano, ‘colpisce i civili’.
Ovviamente questo distoglie il problema e lo capovolge. E’ paradossale che gli USA continuino ad occupare territorio siriano e rivendere all’estero petrolio siriano lucrando per le operazioni speciali e per supportare le forze militanti pro – USA.
Anche se i vantaggi finanziari per gli americani e gli altri paesi interessati sono piccoli – poiché il trasporto su cisterna è molto diverso dal trasporto di carburante tramite gasdotti -, il principale danno che subisce la Siria è la depressione economica, cioè la creazione di una situazione in cui diventa difficilissimo provvedere al fabbisogno primario della popolazione e quasi impossibile attirare investitori.
@vietatoparlare