Devo riconoscere che a casa nostra c’è chi lavora e lavora sodo per rendere sempre più impossibile la vita agli italiani. Pur non essendoci segni di un aumento di malati da cov sars 2 ma quasi esclusivamente di contagi senza sintomi, il governo continua inopinatamente a snocciolare ogni giorno nuove disposizioni restrittive. Una di queste è la mascherina che diventerà obbligatoria anche per le attività motorie, ovvero la passeggiata e, soprattutto, ancora più preoccupante è la possibilità di nuove restrizioni che incidono sulla libertà religiosa.
Quest’ultima notizia la leggo sul Sussidiario. Il titolo è abbastanza esplicativo “Messe a rischio? Governo valuta chiusura chiese/ Cei pronta a stop, se necessario”
Quella parola “vescovi pronti...” è abbastanza evocativo e non suscita quella consolazione che probabilmente ci sarebbe bisogno. La gente sta disertando le chiese perchè si sente smarrita. Ciò che vorrebbe è una parola diversa che non si limitasse agli ingredienti, al contingente. L’aspettativa è la comunicazione di una visione più ampia del senso del quotidiano e dell’attinenza con l’esperienza del destino ultimo, Cristo. Le due cose – senza passare attraverso il nostro oggi che va guardato con il giudizio della fede – non si incontreranno mai .
Il conforto di questa guida però non si intravvede e la gente meno attrezzata, diserta.
Così accade che, a differenza di un tempo in cui durante le pandemie il senso religioso si ravvivava e le chiese si riempivano, ora la Chiesa dice di essere pronta a nuove restrizioni, compresi eliminare capannelli fuori dalle chiese ed anche di richiuderle nuovamente ‘se necessario’.
Scusate se non ci giro tanto intorno: mi sembra abbastanza paradossale che sia così difficile capire cosa è necessario. Questa è la misura del declino dell’umano. Non credevo che l’uomo fosse così piegato e che in realtà le civiltà liberali avessero perso ogni libertà, così senza accorgersene. Ci siamo armati contro la Russia e la Cina ed escogitiamo tutti i giorni come contrapporci alle dittature reali o inventate per proteggere il nostro sistema, ma il nemico è arrivato dal di dentro e non abbiamo anticorpi.
Io ed alcuni amici lo diciamo da anni, derisi quando cercavamo di attirare l’attenzione con il passaparola e con numerose iniziative su quanto i nostri governi occidentali – inclusa l’Italia – stavano facendo in Siria. Non siamo riusciti a rompere la distrazione dei nostri interlocutori ed abbiamo trovato molte porte chiuse. Ma nell’incontro con la realtà della fede avevo sperimentato l’unità dell’essere in virtù di un ‘Tu’, un destino ultimo per cui tutto è ricompreso e valorizzato, ogni istante della vita. Nasceva così nell’unità dell’essere un’ “io” protagonista nella vita a cui tutta la realtà non è più estranea. L’ Eterno che si fa compagnia all’uomo rende realmente possibile – come l’esperienza dell’innamoramento -, un cambiamento in cui ogni attimo nella vita viene ricompreso in una responsabilità tale in cui ogni istante è ricompreso nel bene o nel male, inesorabilmente.
Ovviamente la novità di questa compagnia del sacro è una certezza morale. Semplice.
Ma non accade così, ogni cosa che si pensa di possedere, si perde.
Si sperimenta la percezione di un già e non ancora e la corruzione che non risparmia nessuno anche ciò che è più caro.
Sarà per questo che ci troviamo qui in Italia in una tale condizione e purtroppo non solo sanitaria ed economica.
Tutto questo, nella cultura moderna (ma anche nella Chiesa), può voler dire non approfondire un problema posto. Si possono creare dissonanze, ridurre il tutto alle proprie categorie. Si possono imparare le parole, il ‘Vagliate ogni cosa e trattenete il valore‘ e “Molto ragionamento e poca osservazione, conducono all’errore. Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità” (Alexis Carrel) ma non agire di conseguenza.
Detto ancora più semplicemente, si possono rispettare posizioni ma non giocarsi in nessuna di esse se non nella parte della ‘sofferenza’. Perché comunemente questo oggi si pensa sia l’umano. Ma in realtà, quando si pensa questo, si svuota di dignità la stessa sofferenza. Perché a volte la maggiore consolazione non è che la sofferenza sia tolta ma che non sia inutile. Infine, ‘Umano’ , secondo l’errata interpretazione prevalente, può voler dire che la mia posizione non deve disturbare nessuno e che tutte le posizioni devono avere ugual spazio se possiedono alcuni elementi di ragione.
Anche questo non è corretto, perchè la verità è sempre e solo una. Altra cosa è la carità verso gli uomini (ed anche su questo ci sarebbe da dire…).
Non posso qui affrontare approfonditamente tutte queste questioni, ma è evidente che il caos odierno stride con il continuo richiamo all’apertura ed alla difesa dei bisognosi che nasconde in fondo solo la sottomissione al relativismo. Qui di seguito capirete perchè ho cercato la vostra attenzione su queste cose…
Ora lasciamo per un attimo la nostra cara Italia ed andiamo in Siria. Anni addietro.
Sapete come mi sono reso conto di quelle cose che vi dicevo? In modo induttivo. Dall’esterno verso l’interno.
Invece c’è chi continua a guardare nel proprio laghetto e si arrabbia di non intravvedere ciò che si aspetta.
Ciò rende deboli e incapaci di giudicare. Se la Siria non c’entra, tutto non c’entra. I processi che il potere ha messo in atto in Siria ora li ha messi in atto qui, in maniera differente. . Ma abbiamo perso tempo prezioso. Solo un abbraccio collettivo del nostro paese ci avrebbe salvato da quello che oggi stiamo passando come popolo.
La nostra insipienza umana di fronte alla prova deriva da questo, dai distinguo, dalla classificazione dei momenti che meritano la nostra approvazione da quelli intellettualmente confinati nell’irrilevanza, nel sentimentalismo e nel fatalismo, spesso confuso ‘ con la gloria dei ‘martiri della Chiesa’. Quest’ultimo, l’opera di misteriosa redenzione dei martiri è in realtà come l’espediente allontanare la responsabilità storica sui nostri fratelli “sono forse io il custode di mio fratello?” (Genesi 4,9), come ben descrive Gian Micalessin nel libro “Fratelli Traditi“.
E’ utile leggere l’introduzione del libro:
Dal 2011 a oggi l’Europa e l’Occidente hanno assistito inerti e indifferenti al dramma dei cristiani di Siria, perseguitati dall’Isis e dalle altre formazioni jihadiste. Il tradimento inizia con la miope illusione della Primavera Araba, descritta e raccontata come un insieme di rivolte democratiche e liberali. Dietro quelle sollevazioni si nasconde l’ascesa dei Fratelli Musulmani e delle altre forze islamiste a capo dell’insurrezione contro il regime di Bashar al-Assad.
Così quell’insurrezione – appoggiata dall’America di Barack Obama e da gran parte delle nazioni europee, Italia compresa, – si trasforma ben presto nel tentativo di consegnare il Paese al fondamentalismo. I cristiani di Siria, come testimonia questo libro, sono i primi a denunciarlo, i primi a raccontare le nefandezze e i massacri compiuti da queste formazioni.
Ma non vengono né ascoltati, né creduti. Nella narrazione – condivisa da gran parte dei governi occidentali e rilanciata dai media generalisti – i nostri “fratelli nella fede” diventano semplicemente i complici e i sostenitori del regime del dittatore Assad. Prigioniero di questa grande mistificazione, l’Occidente assiste senza muovere un dito alla persecuzione dei cristiani da Homs ad Aleppo, da Raqqa alla periferia di Damasco, dove ininterrottamente da tremila anni si parla anche l’aramaico, la lingua di Gesù.
Intrecciando l’analisi degli eventi con le voci raccolte nei numerosi reportage realizzati dal 2012 a oggi, Gian Micalessin ci racconta il conflitto siriano dal punto di vista dei cristiani. Ma ci spiega anche come il sostegno e gli appoggi garantiti ai gruppi jihadisti nella speranza di spazzare via il regime di Bashar al-Assad abbiano permesso la nascita dell’Isis e facilitato gli attentati che hanno colpito il cuore dell’Europa. Perché tradendo i cristiani di Siria abbiamo, alla fine, tradito noi stessi.
“…tradito noi stessi”
Un’amica suora siriana per anni mi ha detto mentre le bombe colpivano Damasco “...tutto questo arriverà anche da voi“. Le bombe da noi non sono arrivate. Ma si può essere sottomessi ad un potere riconoscibile o si può essere come corrotti dal di dentro , fino a non riuscire persino a distinguere il bene dal male, fino a non desiderare il bene come la fidanzata. Da noi il non senso è arrivato, ma nessuno lo riconosce.
Non avrei mai immaginato quanto avesse ragione la mia amica suora di Damasco…
Ed eccoci qui a guardarmi con pochi amici, pieni di struggimento e supplica alla Vergine e Nostro Signore . Davanti a tanto oblio.
E perchè Siria? La Siria, è il motivo per cui inizialmente è nato questo blog. E la Siria ora brucia. Brucia letteralmente. Tutta la costa brucia (78 incendi, 143 villaggi bruciati, 27735 famiglie danneggiate negli incendi, 3 morti carbonizzati e 85 ustionati soccorsi). Significa che tutto ciò che riusciva ancora a commerciare per scambiare con altri prodotti è ora svanito.
Ma i media riportano solo dei terrificanti incendi in California. Persino il Santo Padre nell’Angelus ha ricordato solo la California mentre nell’omelia ha ricordato che Dio ama i poveri. Questo dimostra fino a che punto è penetrato il caos.
Se l’insicurezza ci fa tutti ligi e obbedienti al potere ed al non senso, la pandemia non c’entra. Esiste un altro virus che nessun tampone rileva, contro cui le mascherine non proteggono.
patrizio ricci by @vietatoparlare