RAND: Fermare la guerra, altrimenti Kiev potrebbe perdere ancora di più

La RAND Corporation, un’istituzione analitica che fornisce consulenze anche al Pentagono (presa molto in considerazione negli USA), ha pubblicato un report intitolato “Planning for the Aftermath: Assessing Options for U.S. Strategy Toward Russia After the Ukraine War” di Samuel Charap e Miranda Priebe. Questo studio esorta le autorità statunitensi a cercare una rapida conclusione del conflitto in Ucraina, evidenziando le complesse scelte strategiche che gli USA dovranno affrontare nel post-guerra nei confronti della Russia.

Il report sottolinea l’urgenza per i policymaker americani di formulare ora una strategia per il dopoguerra, nonostante il conflitto ucraino sia ancora lontano dal concludersi. Attraverso l’analisi di scenari futuri alternativi, gli autori valutano le conseguenze delle diverse opzioni strategiche americane, proponendo due possibili approcci verso la Russia: uno più severo e uno più conciliante, e le loro implicazioni in scenari post-bellici sia favorevoli che sfavorevoli.

Conseguenze di un Conflitto Prolungato

Una conclusione chiave del documento è che le azioni intraprese durante il conflitto influenzeranno profondamente il panorama post-bellico, con effetti duraturi sugli interessi americani. Pur non avendo il potere di determinare l’esito della guerra, gli Stati Uniti hanno le capacità di influenzarne la direzione a favore dei propri interessi a lungo termine.

Il report avverte che un conflitto prolungato e intensificato potrebbe danneggiare irreparabilmente gli interessi americani, compromettendo la ripresa dell’Ucraina e aumentando il rischio di un confronto diretto tra Russia e NATO. Di conseguenza, è cruciale che gli USA si allontanino dall’idea di un conflitto “lungo e brutale”, poiché ciò avrebbe ripercussioni economiche negative per l’Occidente e l’Ucraina, a prescindere dalla strategia adottata nel dopoguerra.

La Ricerca della Pace e le Strategie Difensive

Contrariamente a quanto affermato da molti leader occidentali, il report evidenzia che un’immediata ricerca della pace offrirebbe all’Ucraina le migliori possibilità di scongiurare future aggressioni russe. Propone che gli Stati Uniti possano favorire un cessate il fuoco più efficace, riducendo così il rischio di escalation e di nuovi conflitti, e suggerisce che Kiev adotti una postura difensiva per limitare le perdite territoriali senza incentivare ulteriori avanzate russe.

Pericoli di una Guerra di Logoramento

Inoltre, il documento mette in guardia contro i pericoli di una guerra di logoramento, che potrebbe spingere la Cina a supportare la Russia militarmente, deteriorando le relazioni sino-americane e aumentando il rischio di un conflitto a Taiwan.

Critiche alla Strategia Post-bellica Aggressiva

Infine, il report critica una strategia post-bellica aggressiva da parte degli Stati Uniti, avvertendo che potrebbe provocare una risposta assertiva da Mosca. Conclude che una politica americana prudente durante e dopo il conflitto potrebbe minimizzare il rischio di un riacutizzarsi delle tensioni tra Russia e Ucraina, sottolineando che la guerra ha già indebolito la Russia e dimostrato l’efficacia del deterrente NATO, rendendo superflue ulteriori misure militari aggressive, che potrebbero invece aumentare il rischio di malintesi sulle intenzioni americane.

La Narrazione Europea e la Realpolitik

Di fronte alle analisi della Rand Corporation, che riflettono una realtà evidente a tutti, sorge spontanea la domanda: “Perché insistere nella prosecuzione del conflitto, accettando la perdita quotidiana di vite, l’impoverimento del paese e la cessione di ulteriori territori, aggravando le divisioni interne?” Nonostante ciò, i politici europei sembrano particolarmente reticenti all’idea di adottare un approccio razionale, persistendo in una falsa ed ottusa narrazione. La loro incapacità di allontanarsi da tale narrazione, nonostante tutto intorno suggerisca il contrario, è notevole.

Dichiarazioni Controverse del Ministro degli Esteri Europeo

Un esempio lampante è l’ultima affermazione del ministro degli esteri europeo, Borrell, durante la sua visita a Kiev.

Nonostante non abbia formalmente l’autorità per emettere dichiarazioni di tale portata (ma considerando che molti paesi europei tendono a seguire le direttive europee, egli si arroga tale diritto), le sue parole sono sorprendenti.

Ha dichiarato che “rendere prioritario il rafforzamento militare dell’Ucraina con ulteriori attrezzature dell’UE” è la sua massima priorità, per poi ammettere che “l’economia russa si è rivelata più resiliente del previsto: dobbiamo accettare la realtà per quella che è” ha detto. Questa “realtà”, tuttavia, sembra essere riconosciuta solo dopo anni di conflitto, migliaia di morti e devastazioni immense, lasciando un solco profondo tra Europa e Russia e tra Russia e Ucraina che perdurerà per generazioni. La realtà è tale, ma appare osteggiata da figure come Borrell, che sembrano desiderare di sovrapporre la propria visione alla realtà effettiva e alle vite umane.

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La UE segue il partito democratico e le forze globaliste non i ‘patrioti americani’ che mettono al centro l’interesse del popolo amricano

La recente dichiarazione di Trump, (ieri Donald Trump ha dichiarato che, se lui fosse presidente degli Stati Uniti, non difenderebbe i paesi NATO che non spendono abbastanza (cioè almeno il 2% del PIL) in spese militari. Anzi, incoraggerebbe un eventuale paese aggressore a “fare ciò che vuole”), che ha scatenato reazioni furibonde in Europea, può essere vista sotto una nuova luce considerando il report della RAND e la decisione di inviare permanentemente Stoltenberg a Kiev (per monitorare le decisioni del governo ucraino).

Pur esprimendosi con il suo stile diretto, credo che Trump sia stato motivato dal comportamento della leadership europea. È evidente che la sua critica era mirata specificamente alla gerarchia di Bruxelles piuttosto che all’intero blocco dei membri NATO, dato che i paesi baltici, che teoricamente sarebbero i più esposti a un attacco russo, investono già oltre il 2% del loro PIL in difesa. La posizione di Trump sembra quindi essere un avvertimento all’Unione Europea, che si è dimostrata tanto fortemente pro-americana quanto nettamente contraria a lui, come evidenziato durante le sue campagne elettorali. Pertanto, l’intenzione di Trump di lanciare un monito all’UE deriva dalla chiara tendenza dell’Unione a allinearsi con le posizioni globaliste tipiche del Partito Democratico americano. E ci sono segnali che, già da subito, la UE sta assumendo questa postura.

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